domenica 27 maggio 2012

da La Repubblica .it del 25/5/2012


orso castano: ancora una ennesima domostrazione dell'inventiva italiana e delle pootenzialita' , non raccolte, ne' sfruttate a fini industriali dell'italia.  fino a quando ?

siamo e saremo condannati ad andare all'estero, come Dulbecco, premio Nobel, inascoltato ed espulso (lo ricorderemo sempre) dalla impotente ed incapaace casta dei  tromboni universitari italiani sul progetto genoma. In italia solo scarti, i migliori all'estero. Questo governo su questo piano ha fallito e deve andarsene in fretta benche' coccolato dal PD ; ci vuole un governo delle sinistre , mentre Bersani e Bindi, rincorrono Casini che pochi , se non gli "interessati", vogliono al governo del paese. Allora Vendola , Di pietro, Grillo,  vadano avanti da soli , aggregando il resto della sinistra e lasciando il PD al suo ormai inevitavitabile declino. Questo se non vogliono essere a loro  volta trascinati nel declino!


GENOVA

Addio bisturi e analisi invasive ecco il microscopio che eviterà le biopsie

Messo a punto dai ricercatori dell'Istituto italiano di Tecnologia, il "prototipo" coniunga due tecniche avanzate di imaging per permettere l'analisi diretta e ad altissima risoluzione dei tessuti senza anestesie e interventi chirurgici

GENOVA - Abbandonare le tecniche diagnostiche aggressive come la biopsia diventa finalmente possibile. Il passo avanti decisivo in questa direzione è stato fatto a Genova dal Dipartimento di Nanofisica dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), dove è stato messo a punto un nuovo tipo di microscopio, SW-2PE-STED, che nei prossimi anni consentirà di analizzare tessuti biologici direttamente e con un'altissima risoluzione, senza bisogno di ricorrere al bisturi e agli interventi che richiedono l'anestesia. 

Il nuovo microscopio, spiega una nota dell'Iit, è il risultato dell'incontro tra due tecniche avanzate di imaging: la nanoscopia ottica STED e la microscopia a doppio fotone 2PE. Il nanoscopio ottico STED (Stimulated Emission Depletion) è l'ultima frontiera della microscopia in fluorescenza e permette di ottenere immagini dettagliate di sistemi cellulari su scale nanometriche. La microscopia a doppio fotone invece permette di osservare cellule, tessuti o organi fino a 800 micron di profondità. 
"Il nostro gruppo - ha detto Paolo Bianchini, 34 anni, coordinatore del team di quattro ricercatori che ha lavorato al progetto - ha una forte competenza in queste tecniche. Ciò ci ha permesso di pensare a delle piccole ma importanti variazioni: innanzitutto utilizzare un solo tipo di luce laser sia per stimolare sia per controllare la fluorescenza del campione, e infine modificare l'architettura dello strumento per aumentare la risoluzione di circa quattro-cinque volte, sfruttando la microscopia a doppio fotone".
Lo SW-2PE-STED utilizza dunque un fascio di luce laser che viene scisso in due: il primo stimola il fenomeno dell'eccitazione multifotonica; il secondo, dalla caratteristica forma a ciambella, "strizza" l'informazione per ottenere una immagine ad altissima risoluzione, molto vicina a quella di un microscopio elettronico. Capacità che si unisce a quella di penetrare in tessuti e organi e che permette l'analisi del tessuto "dall'esterno".
"Oltre a riuscire coniugare in un unico strumento due tecniche avanzate - ha detto il professor Alberto Diaspro, direttore del Dipartimento - il nostro lavoro è importante perché la luce che utilizziamo ha un'energia che non danneggia il campione biologico che vogliamo analizzare. In futuro potremo studiare i meccanismi molecolari di tessuti e organi del nostro corpo senza estrarre le cellule dal campione, ma direttamente. E i campi di applicazione potranno essere molteplici, dalle neuroscienze alla comprensione delle malattie oncologiche".
(25 maggio 2012)

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