giovedì 10 maggio 2012

Monti e Balduzzi contro il Governo Clinico della Sanita' : cosa ci stanno a afre? a ricvonfermare caste, r4accomandazioni, traffici massoni e sconcerie politicho-sanitarie? allora vadano via! E' !troppo! altro che governo tecnico, qui' non si nto9ccano i santuari del potere bcostituito e le caste!! stralci da UNIVADIS


Sindacati medici su ddl Governo clinico, no a conflitti tra istituzioni
Milano, 9 mag. (Adnkronos Salute) - "Dopo l'entrata a gamba tesa della Conferenza delle Regioni con valutazioni che lasciano fortemente perplessi, il ddl 'Governo clinico' torna all'esame della Commissione Affari sociali della Camera. Il regionalismo in sanità non può di fatto tradursi in una pratica di 'sindacato', spinta fino al conflitto tra istituzioni, nel rifiuto di ogni atto di indirizzo nazionale in un ambito, quello del diritto alla salute, tutelato dalla Costituzione, né in un neocentralismo che marginalizza nella gestione delle aziende sanitarie sia la comunità professionale sia le comunità locali". E' il monito unanime dei sindacati medici (Anaao Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi-Emac, Fp Cgil medici e Fp Cgil Stpa, Fvm, Fassid, Cisl medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Uil Fpl medici, Sds Snabi, Aupi, Sinafo, Ugl medici) che in una nota congiunta lanciano un appello: "E' ora che il Parlamento recuperi il proprio ruolo".
I rappresentanti sindacali non hanno 'digerito' le osservazioni della Conferenza delle Regioni ed esprimono le loro perplessità: "La Conferenza critica il ruolo di organo dell'azienda attribuito dal ddl al Collegio di direzione, dimenticando che le leggi approvate da alcune Regioni, compresa quella del suo presidente, da tempo prevedono tale configurazione giuridica come anche la selezione di una terna di candidati da sottoporre al direttore generale per la nomina 'fiduciaria' dei direttori di struttura complessa, che si vorrebbe eliminare dal testo malgrado esprima una scelta debole rispetto ad una meritocratica graduatoria".
I sindacati analizzano punto per punto le valutazioni dell'organismo di coordinamento fra le Regioni: "Si stigmatizza - spiegano - la mancata previsione dell'obbligo del rapporto esclusivo per i direttori di struttura, dimenticando che la Corte Costituzionale ha riconosciuto alle Regioni la possibilità di auto-regolarsi in materia e che le stesse Regioni, attraverso una interpretazione bizzarra dell'art.9 della legge 122/2010, minano 'alla base il principio di appartenenza' rifiutandosi di pagare l'indennità di esclusività al raggiungimento dei 5 e 15 anni di servizio. Nessun rapporto fiduciario viene invece invocato, allorquando è l'università a nominare direttamente i direttori di struttura complessa nelle Aziende ospedaliero-universitarie e nessuna invadenza lamentata se il Miur concede ai medici universitari di raggiungere il limite di quiescenza di 70 anni per fini assistenziali che nulla hanno a che vedere con le proprie competenze".
Dalla Conferenza delle Regioni, incalzano le organizzazioni sindacali, "viene anche ritenuta eccessiva l'autonomia professionale dei medici e dei dirigenti sanitari che si vuole sottoposta, piuttosto che alla difesa del diritto alla salute dei cittadini, a scelte aziendali ancorate a logiche di risparmio e di tagli indistinti dei servizi".

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