Sindacati medici su ddl Governo clinico, no a conflitti tra istituzioni
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I rappresentanti sindacali non hanno 'digerito' le osservazioni della Conferenza delle Regioni ed esprimono le loro perplessità: "La Conferenza critica il ruolo di organo dell'azienda attribuito dal ddl al Collegio di direzione, dimenticando che le leggi approvate da alcune Regioni, compresa quella del suo presidente, da tempo prevedono tale configurazione giuridica come anche la selezione di una terna di candidati da sottoporre al direttore generale per la nomina 'fiduciaria' dei direttori di struttura complessa, che si vorrebbe eliminare dal testo malgrado esprima una scelta debole rispetto ad una meritocratica graduatoria".
I sindacati analizzano punto per punto le valutazioni dell'organismo di coordinamento fra le Regioni: "Si stigmatizza - spiegano - la mancata previsione dell'obbligo del rapporto esclusivo per i direttori di struttura, dimenticando che la Corte Costituzionale ha riconosciuto alle Regioni la possibilità di auto-regolarsi in materia e che le stesse Regioni, attraverso una interpretazione bizzarra dell'art.9 della legge 122/2010, minano 'alla base il principio di appartenenza' rifiutandosi di pagare l'indennità di esclusività al raggiungimento dei 5 e 15 anni di servizio. Nessun rapporto fiduciario viene invece invocato, allorquando è l'università a nominare direttamente i direttori di struttura complessa nelle Aziende ospedaliero-universitarie e nessuna invadenza lamentata se il Miur concede ai medici universitari di raggiungere il limite di quiescenza di 70 anni per fini assistenziali che nulla hanno a che vedere con le proprie competenze".
Dalla Conferenza delle Regioni, incalzano le organizzazioni sindacali, "viene anche ritenuta eccessiva l'autonomia professionale dei medici e dei dirigenti sanitari che si vuole sottoposta, piuttosto che alla difesa del diritto alla salute dei cittadini, a scelte aziendali ancorate a logiche di risparmio e di tagli indistinti dei servizi".
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