martedì 17 luglio 2012


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Cosmed, tagliare veri sprechi per salvare Ssn e stato sociale
Roma, 16 lug. (Adnkronos Salute) - Stop all'acquisto dei caccia F35, stretta sulle auto blu. E ancora, taglio ai costi della politica e alla durata dei corsi di specializzazione in Medicina: sono alcune proposte messe in campo dalla Cosmed (Confederazione medici e dirigenti del pubblico impiego) per fare casse e ridurre le spese dello Stato, in alternativa ai tagli alla sanità previsti dalla spending review del governo Monti. Tagli che, a detta dei camici bianchi del Ssn, rischiano di "decretare la morte del Servizio sanitario nazionale".
"I tagli allo stato sociale - sottolinea in una nota la Cosmed - nascono da una chiara volontà politica tesa a salvaguardare privilegi e rendite di posizione, anche a costo di decretare la morte per asfissia di un servizio fondamentale, quale il sistema sanitario pubblico, che associa ad una spesa procapite tra le più basse al modo positivi risultati in termini di salute prodotta.
Secondo i medici e di dirigenti del pubblico impiego, per fare cassa e ridurre la spesa esistono, infatti, molte altre possibilità: "Fermare l'acquisto di armamenti costosissimi come gli aerei F35: quale guerra è stata dichiarata?; incidere più duramente su auto blu e autisti dedicati alla politica e alla rappresentanza delle aziende sanitarie: chi e cosa occorre rappresentare?; tagliare in maniera sostanziale i costi della politica a cominciare dalle 30 mila poltrone delle società partecipate dagli enti locali".
E ancora: "Togliere l'immunità da ogni spending review alle 42 facoltà di Medicina che gestiscono con i soldi del Ssn circa 20 mila posti letto e migliaia di strutture complesse, spesso create ad arte per i baroni vecchi e nuovi e i loro familiari; ridurre la durata dei i corsi di specializzazione medica che sono i più lunghi d'Europa (6 anni per le specialità chirurgiche e 5 anni per quelle mediche) e ritardano l'accesso al lavoro di migliaia di giovani medici".
Per la Cosmed, alcune misure approvate dal governo non sarebbero nel segno dell'equità. E fanno alcuni esempi: "Perché - sostiene la Confederazione - il 'contributo di solidarietà' del 5% sopra i 90.000 euro è pagato solo da i dipendenti pubblici e pensionati?; perché si tassano con la stessa aliquota i pochi risparmi di pensionati e lavoratori e i grandi patrimoni di banche e speculatori?; perché le donne del pubblico impiego devono andare in pensione dopo quelle del settore privato, salvo poi ricorrere a deroghe ad hoc per alcuni settori come nella spending review?".
E ancora: "Perché non si consente al pubblico impiego l'uscita anticipata, come per i privati, per la classe 1952?; perché si vuole rischiare una nuova ondata di esodati nel pubblico impiego invece di correggere regole pensionistiche assurde, discriminatorie, antieconomiche e penalizzanti?; perché si continua a lasciare nell'incertezza migliaia di precari malgrado gli impegni assunti?". Secondo i camici bianchi e i dirigenti della Cosmed la risposta è semplice: "E' più facile colpire i servizi sociali per i cittadini che le sacche di rendite parassitarie che continuano a prosperare alla faccia degli italiani travolti dalla crisi".

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