martedì 2 agosto 2011

ELOGIO DEL SINCRETISMO, tra l'oggi e l'escaton

..........Questa Chiesa "islamocristiana", prefigurata in Agar l'egiziana, è già una realtà destinata a manifestarsi al momento del compimento finale delle benedizioni divine per i figli d'Ismaele. Per ora si soffre la ferita della separazione, del muro dell'inimicizia ancora non del tutto abbattuto... e così spesso ricostruito anche a partire dal misconoscimento cristiano di Gesù nel suo desiderio d'unirsi ad ogni uomo, desiderio che abbiamo riscoperto nell'attitudine evangelica radicale di Charles de Foucauld. Questo muro di non riducibilità protegge l'Islam dall'assimilazione prematura che ne spegnerebbe il carisma, e protegge la Chiesa dalla tentazione imperialistica. Cosippure la separazione garantisce entrambe dalla tentazione di possedere il mondo ed impone un dialogo tra umili.Non nascondo il mio desiderio d'andare pellegrino alla Mecca e di tornare a Gerusalemme da lì, assieme ad i figli d'Ismaele, la Umma di Muhammad. Sia chiaro, non desidero alcun mimetismo, non cerco di creare una quinta colonna, un cristianesimo segreto ed infiltrato... Per un verso riconosco che il mistero di Gesù vive già efficacemente nel mondo religioso dell'Islam con Maria sua madre, e vedo che i musulmani sono di fatto in grado d'accettarmi così, monaco, discepolo di Gesù innamorato dell'Islam. Non che sia loro facile, ma vi intravvedono come l'annuncio d'una finale armonia in Dio. E noto che una certa evoluzione si annuncia nel pensiero e nel rapportarsi dei musulmani con i quali siamo in contatto... e quanto siamo cambiati noi! Non ci è parso d'aver perso Cristo ma piuttosto d'esserci persi per lui ed in lui.
E l'antica Chiesa d'Oriente I cristiani d'Oriente ci guardano perplessi ed il nostro stesso essere cristiani d'Oriente ci interpella. D'altronde anche il nostro ecumenismo, a Deir Mar Musa, è un po' sincretico, dobbiamo ammetterlo. Ma se è molto difficile per i più fare il salto che esige la scelta vocazionale d'impegnarsi in un progetto di vita di questo genere, è anche vero che cristiani di tutti i Riti dell'Oriente ci visitano e ci apprezzano. Questa Comunità monastica, restituendo restaurato e rinnovato un simbolo della priorità assoluta dell'esperienza mistica a questo Oriente tanto cristiano quanto musulmano, desidera reinventare quella positiva relazione che esistette tra i primi musulmani ed i monaci ai confini dei deserti d'Arabia. Il mondo tradizionale musulmano si è progressivamente arroccato nei secoli in una fissità ed impermeabilità che hanno reso la vita comune con gli ebrei e i cristiani sicuramente proficua sul piano culturale e sociale, ma non più in grado d'offrire nell'oggi risposte plausibili alle domande globali dei giovani. E quindi l'Islam tende o a ributtarsi indietro nella fissità ereditaria o a buttarsi fuori nel pentolone della melting-pot. Mentre i cristiani orientali non riescono ad uscire dalla logica della difesa identitaria per opposizione e separazione, la quale conduce oggi, è statistico, all'emigrazione o la cantonizzazione. I tentativi di proteggere se stessi, attraverso il favorire una società nazionale multiculturale e laica, non riescono ad invertire la tendenza, almeno per ora. A mio parere sono tentativi fallimentari fintanto che negano l'apporto originale dell'Islam al progetto di società comune e sono basati su un'artificiosa separazione tra sacro e profano dove in definitiva non c'è spazio per il riconoscimento dello statuto teologico dell'alterità..............


orso castano: l'ammirevole sforzo che in Antiochia, questi "frati" stanno facendo, usando l'ospitalita' e la parola , cosi' come il colloquioe l'ascolto , per  riconoscere le ragion dell'altro , e' forse l'unica speranza che rimane prima di un stupida guerra di religione che porterebbe solo morte e distruzione. Non foss'altro per questo e per il loro coraggo, non ostentato, umile, ma possiamo dirlo, grandioso, vanno indicati e resi noti. Bravissimi!!

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