lunedì 15 agosto 2011

La ricerca italiana non sta tanto male nel mondo

Col suo recente rapporto Knowledge, networks and nations. Global scientific collaboration in the 21st  century, la Royal Society di Londra ci mostra quanto sia cambiato il “modo di lavorare degli scienziati” negli ultimi anni e quanto sia spiccato il processo di internazionalizzazione della loro attività. È un rapporto che riguarda, letteralmente, il mondo della ricerca e la sua recente evoluzione. Caratterizzata, come abbiamo già avuto modo di ricordare, da una crescita enorme di risorse umane e finanziarie; da uno sviluppo della ricerca in paesi a economia emergente soprattutto (ma non solo) in Asia; da un forte processo di integrazione, con netto incremento delle ricerche condotte da team internazionali..................E cosa ci dice? Beh, che l’Italia, almeno in termini quantitativi, ha retto bene al processo di rapida globalizzazione della ricerca. Meglio di tanti altri paesi. Prendiamo, per esempio, la produttività scientifica. In pochi anni, dal 2002 al 2007, il numero annuo di articoli scientifici con peer review nel mondo è aumentato del 50% (da 1,09 milioni a 1,58 milioni), grazie al lavoro di un numero accresciuto di scienziati (tra il 2002 e il 2007 i ricercatori “full time” nel mondo sono aumentati del 25%, passando da 5,7 a 7,1 milioni). La crescita dei ricercatori è avvenuta soprattutto nei paesi a economia emergente. Cosicché molti paesi di antica tradizione scientifica hanno perduto peso relativo.

orso castano: valutare l'impatto della ricerca sul mondo del lavoro e' complesso. La ricerca che produce ricerca , cioe' carta che serve ai ricercatori per psudotitoli, ma che rimane inutilizzata dalle aziende  NON SERVE.  Sopratutto in un momento come questo quando la globalizzazione rende la competitivita' piu' forte ed agguerrita e formare squadre affiatate e combattive che puntino allo sviluppo competitivo dei prodotti e quindi dell'economia e' cosa vitale. Dovrebbe essere questo il parametro con cui giudicare l'importanza delle varie ricerche che nobn devono servire solo a far carriera ma a far sviluppare ed in fretta l'economia.

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