mercoledì 31 agosto 2011

Con lo sguardo afroeuropeo e non solo. L'Europa con i suoi pregi e difetti vista da un Afroeuropeo colto.


 Dal 11 al 27 paesi in pochissimi anni. Gli ultimi paesi accolti nell’Unione Europea sono la Romania e la Bulgaria. Paesi che un po’ piu’ di dieci anni fa erano collocati nel blocco sovietico, facevano parte dell’ ’URSS (Unione delle Repubbliche Socialisti e Sovietiche), e ora sono membri rispettabili dell’Unione Europea. È un bel traguardo ma è anche una sfida per una terra, l’Europa e i suoi 400 milioni di abitanti circa. Mi fà impressione sentirmi anch’io cittadino europeo, quando vent’anni fa ero solo un giovane studente africano, cittadino di una nazione come il Togo, ex colonia tedesca per 20 anni e francese per 40 anni. Ora sono cittadino afroeuropeo a tutti gli effetti e concittadini dei cittadini europei dei 27 paesi. Anche per me è unA SFIDA e un TRAGUARDO essere qui. Membro di una realtà cosi’ grossa e cosi’ importante come l’Europa.
Mi dico anche proprio  per queste sfide nuove che stanno accadendo anno dopo anno, l’Europa dovrà attrezzarsi nelle sue strutture e nelle sue istituzioni sociali, politiche, amministrative e sindacali. Perché dovrà rispondere a varie questioni che riguardano la vita, il benessere, le situazioni che stanno affliggendo i suoi cittadini, cioè Noi. Le situazioni sono sempre piu’dure e difficili, basta pensare alle condizioni lavorative dei cittadini, alla grossa questione della disoccupazione nonché alla crisi economica provocata a dire il vero dai miopi amministratori e dagli speculatori finanziari (per la maggior parte). A’ mio parere quella che sta colpendo duramente l’Europa e le sue istituzioni politiche ed economiche in questi tre anni è una crisi endogena, una CRISI, di cui le cause sono da ricercare non solo all’esterno dell’Europa, ma soprattutto all’interno.
Di fronte a queste drammatiche situazioni, l’Europa non dovrà più dare delle risposte approssimative e pressoché giuste ai problemi della gente. Dovrà mettere nella sua agenda le tre parole che in questi anni sa pronunciare bene e correttamente, ma non sa vivere e stenta a fare vivere: diritti, doveri ed opportunità.. vedremo in che modo queste tre “mots-clé” dovranno essere la chiave di volta della nuova Europa a 27 stati.
La più grande sfida per tutti noi è quella   di “apprendre à cohabiter”, di mparare a coabitare o meglio a convivere. Ognuno vicino e accanto all’altro rispettandone i ritmi di vita, i sentimenti, le espressioni, i linguaggi e la lingua, il credo sociale e religioso e dando a ciascuno le opportunità e valorizzando le capacità e i modelli di vita, ossia la “Weltanschauung”di ogni cittadino europeo e di altre nazioni. Anch’io che sono d’origine africana, possiedo il mio credo, una gamma di valori e di ideali, siano essi spirituali o politici e culturali, ma credo che non mi devo per nessun motivo rinchiudermi in essi (valori) in modo esclusivo ed escludente in difesa di non si sa quale identità culturale.
Intanto diciamo in varie lingue benvenuti, welcome, bienvenus, benvenidos, Willkommen in Europa a Cipro, Malta, Repubblica Ceca, la Slovacchia, alla Slovenia, alla Croazia,  alla Ungheria, all’Estonia, alla Lituania, alla Polonia, alla Bulgaria, alla Romania
 Nel 1957 (alla Convenzione di Roma) l’Europa che ha vissuto tra due spinte di segno opposto, ovverosia tra quella  indotta da esperienze unificanti ( il cristianesimo, l’impero carolingio, il rinascimento, l’illuminismo) e quella derivata da conflitti interconfessionali e interstatali ( le guerre di religione e i due conflitti mondiali ecc..) ha cercato di cambiare il corso della sua storia all’insegna della pace e del buon vicinato. Altiero Spinelli (italia), Jean Monnet (France), Robert Schuman (France), Charles De Gaulle (France), Conrad Adenaeur (Deutschland),   ebbero la singolare ispirazione di lavorare per la creazione di qualcosa che vada al dilà del nazionale, ma che non sia sovranale, ma che riesca a dare valore ad ogni singolo stato della Comunità Econimica Europea preceduta da CECA ( Comunità europea del Carbone e dell’aciao). Si misero in marcia, la France, Deutschland, Holland, Belgique, Italia e Luxemburg. Da cinque che erano i paesi sono passati a quindici, poi a  venticinque e ora a ventisette. Hanno adottato da dieci anni la moneta unica ed è la prima volta che degli stati scelgono liberamente la propria moneta unica. Nella mia Africa, abbiamo anche noi una moneta unica che è la FCFA (la moneta della Comunità francese di Africa, Occidentale e Centrale). 1 euro oggi equivale a 655,00 f cfa. Ma la moneta cfa non è stata scelta liberamente dagli stati africani all’indomani della loro indipendenza dai paesi colonizzatori europei. Se la sono trovati imposta dalle potenze politiche ed economiche europee, francesi per la precisione.
 La nostra moneta unica nei paesi francofoni in Africa è una imposizione neocoloniale.
  In Europa c’è stato un tentativo di realizzazione di una convenzione europea affinché ci sia una vera  Costituzione Europea (Commissione di lavoro presieduta dall’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing e da Giuliano Amato). Non c’è stato nulla di fatto, per ora.
C’è comunque l’accordo Schengen per la libera circolazione dei cittadini residenti nell’Unione Europea. Personalmente considero quello dell’Accordo Schengen, la piu’ grande conquista che qualifica meglio l’idea e l’intuizione stessa della creazione dell’Unione Europea. L’Abbattimento dei confini e delle frontiere è una grande rivoluzione. Lo dico perché 21 anni, che già ero studente in Italia (fresco di arrivo dall’Africa), per potermi poi spostare dall’Italia in Francia a trovare i miei amici Oratoriani di Saint’Eustache a Parigi e quelli della Présence Africaine (Quartier Latin) dovevo sempre richiedere il visto francese presso il consolato francese a Venezia che qualche volta me lo negava. Sento ancora sul mio corpo quel dolore e quella tristezza di quella notte d’inverno del 22 dicembre 1994 quando al confine tra la Francia e la Svizzera la polizia svizzera mi fece scendere dal treno mentre dormivo. Il loro argomento era che non ero in possesso del visto per transitare per Svizzera verso l’Italia dove stavo rientrando dopo alcuni giorni a Parigi con i miei amici e sostenitori. Tristezza e umiliazione mescolate al senso di disprezzo nei confronti di questi tre poliziotti piuttosto arroganti e maleducati. Non ero un bandito, ma semplicemente cittadino immigrato, africano e nero regolarmente soggiornantr in Italia
Che tristezza per uno che pur essendo regolare in Italia non poteva uscire facilmente dallo spazio geografico in cui era confinato. Ero sempre arrabbiato per questo motivo.
Che bella, l’idea della Libera Circolazione.
Poi c’è stata quella della Moneta Unica, l’Euro. Anche qui è innegabile che anche questo è una bella Conquista. Finalmente quando devo spostare nei paesi dell’Unione, non devo piu’ andare presso la banca per chiedere il cambio delle monete. Non devo piu’ richiedere molte settimane prima né la deutsche Mark, né le Franc français. Questa fatica del cambio di moneta mi viene risparmiata anche quando ritorno in Togo e in Bénin (i miei due paesi d’origine) a trovare i miei parenti ed amici o tenere corsi agli studenti africani. A questi ultimi parlo ben volentieri dei traguardi che i cittadini europei ele loro Istituzioni hanno raggiunto nel corso degli anni. Mi vengono le lacrime agli occhi quando i n Africa parlo di queste cose, perché penso alle occasioni che i leaders africani hanno perso per realizzare una delle piu’ grandi intuizioni postcoloniali: IL PANAFRICANISMO. Una sorta di Unione Africana che era sempre stata nel sogno dei nostri padri dell’Indipendenza come Kwame N’krumah (ghana), Ahmed Sekou Touré (Guinea-Conakry), Jomo Kenyatta (kenya), Julius Nyerere (Tanzania-Zanzibar), Sylvanus Olympio (Togo), Patrice Emery Lumumba (Congo Democratico), Amilcar Cabral (Guinea-Bissau), Agosthino Neto (Angola), e altri ancora. I miei Maîtres-à-penser nella mia giovinezza africana) e ora anche in Europa.
Tornando a noi, in Europa. Devo dire che dall’idea della comunità economica si è passato, non in modo del tutto definitivo, come ci saremo augurati a quella dell’Unione di convivenza tra i cittadini. Vedo che il cammino è appena abbozzato e sarà faticoso arrivare alla metà, quella cioè dell’Eu come spazio di visibilità e di vita  degli uomini, delle donne e dei popoli che un modo o l’altro si trovano a entrarci.  Una specie di Agorà moderna che va favorita ed incoraggiata anche attraverso alcuni impegni politically correct.
 L’Europa e le sue Istituzioni dovranno favorire:
  • lo scambio culturale tra tutti i cittadini nativi, residenti o semplicemente dimoranti nell’Unione
  • creare dei luoghi dove possano avvenire questi scambi in modo naturale e senza attriti
  • mettere al centro di ogni azione dell’Unione i tre cardini su cui si fondano le convivenze tra cittadini: i diritti, i doveri (le responsabilità) e le opportunità.
  • Esigere da ogni stato appartenente all’Unione il rispetto di alcuni parametri della buona Pedagogia. Per esempio che le scuole siano di qualità e siano accessibili da ricchi e poveri; che le strutture sanitarie siano di buon livello in modo tale che garantiscono il diritto alla cura e alla prevenzione delle malattie; che gli orari di lavoro non strozzino lo spazio sociale e del tempo libero dei lavoratori e delle lavoratrici; che il salario sia equo e garantisca il potere di acquisto dei lavoratori/ci e le loro famiglie; che le informazioni per mass-media siano anche delle formazioni delle coscienze dei cittadini; garantire la tutela, il rispetto delle minoranze culturali e linguistiche che vivono nell’Unione di cui l’impegno forte e concreto di lotta contro le discriminazioni, le intolleranze, il razzismo, la xenofobia, l’islamofobia, l’omofobia,  l’antisemitismo; permettere, incoraggiare e valorizzare le diverse forme artistiche e culturali dei cittadini e delle cittadine.
  • Combattere l’omofobia sotto ogni forma e modo
  • Fare dell’Ue uno spazio concreto dove si rispettano e si valorizzano i valori e gli ideali dei membri dello spazio, compresi i cittadini immigrati dell’Unione stess. Valori ed ideali  che non dovranno essere mai disponibili ai compromessi.
  • Incoraggiare e valorizzare il ruolo e la figura delle Donne dentro l’unione Europea
  • Sostenere il passo dei bambini, creando spazi, possibilità per la crescita dei Ragazzi e delle Ragazze (sostegno alla Maternità e all’Infanzia). Nella mia Africa, si dice che i bambini rappresentano il ramo dell’albero della vita e ogni volta che vengono trascurati e violentati, la pianta non fiorisce piu’. Essa perde il profumo della primavera, i fiori appunto.
  • Valorizzare sempre di piu’ i cittadini Immigrati presenti nello spazio dell’Unione. Anche perché  da come si accoglie l’ospite, si capisce se ti vuoi davvero bene.
 Cara Europa!
 Guarda più sovente i volti delle persone tristi e allegre e presta più attenzione alle loro grida.
 Ascolta la voce dei richiedenti asilo e dei perseguitati che bussano ai tuoi confini di terra e di mare
 Ascolta la voce e le voci dei Cittadini giunti a Lampedusa e negli confini tuoi. Non abbandonarli per nessun motivo.
Dai valori alla relazione “relationship”, all’amicizia e alla fratellanza.
Dai forza e senso ai valori come il Riconoscimento delle Diversità, tutte la Diversità.
Ascolta la voce delle Tue donne, nostre sorelle, madri, compagne, amche e mogli.
Cura e guarisci le ferite degli emarginati che bussano alle tue porte e vogliono avere un briciolo del tuo pane e una goccia della tua acqua.
Cara Europea non accettare il ritorno della dittatura nel continente.
Cara Europa sotieni il passo e la lotta dei cittadini ungheresi contro la Dittatura.
 Asciuga il volto dei dannati che da qualche anno popolano le periferie delle tue città fantastiche, Londra, Berlin, Paris, Roma, Atene, Bruxelles, Amsterdam Madrid, Lisboa, Vienna,, ecc.
E quando avrai accettato il 1 maggio prossimo gli altri dieci paesi, ricordati di una cosa: le nazioni, le città e i villaggi non esistono senza i loro abitanti.
Cara Europa degli Illuministi non permettere che si facciano delle leggi per calpestare i diritti al pane, alla cura, all’educazione, all’abitazione, alla libertà di culto e della parola di nessun cittadino dimorante nei tuoi spazi.
Cara Europa le guerre e gli atti di terrore si evitano includendo le persone, non allontanandole dai tuoi fragili confini.
Europa, ti chiedo di guardare l’Africa e gli altri continenti con simpatia ed empatia nella logica appunto del destino comune tra tutti i cittadin.i
Europa non chiuderti dentro i tuoi confini, guarda oltre le tue frontiere e fai tesoro degli intramontabili tesori che ti offrono gratuitamente: l’Africa, l’Asia, le Americhe e l’Oceania.
 Cara Europa, sii saggia. Non perdere la tua Memoria e quella tua gente.
 Cara Europa ricordati della tua gente in diaspora e la gente in esilio ed in immigrazione nei tuoi territori.
 Hello Europa, valorizza i tuoi anziani e ogni volta ricordati questo detto africano: “L’Anziano che muote è una biblioteca che brucia”.
 Cara Europa, vorrei anche dirti che non abbiamo bisogno di senofobi, dei politici bugiardi e falsi..
Non abbiamo bisogno di furbi, di disonesti, di razzisti e dei mediocri.
Cara Europa, fai ritornare l’Amore per la Cultura, la compagna esistenziale di ognuno di noi. Cara Europa abbiamo bisogno delle tue conquiste democratich che ti hanno reso Grande, Forte e Coesa soprattutto dopo la guerra provocata dal nazifascismo.
 ara Europa ricordati delle tue numerose religioni, fedi  e spiritualità delle donne e degli uomini dei tuoi territori.
 Europa, madre nostra, ti chiediamo di non sostenere piu’ né in Africa né altrove le Dittature che stanno estinguendo le popolazioni povere d emarginate della terra.
 Cara Europa, madre e sorella, se posso consigliarti, ti devo quest’ultima cosa: “Metti al primo posso la dimensione dell’Essre rispetto all’Avere”. Se puoi.
 Buon cammino a Te cara  Europa!
 (Jean-Pierre Sourou Piessou, afroeuropeo)

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