lunedì 26 novembre 2012

Mao Zedong oppure il sobrio Monti?? Qualche stralcio utile a capire cosa sta sucedendo (Consigliato a Renzi9




................ i saggi (1937)"Sulla pratica e Sulla contraddizione  riprendono i temi della dialettica ereditati da Hegel, Marx e Lenin, inseriti però nel contesto della tradizione filosofica cinese (vi sono rinvenibili chiare ascendenze taoiste), con una forte caratterizzazione in senso antimetafisico e un'insistenza sull'origine pratica della conoscenza e sull'universalità della contraddizione.".................1957 (Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo); qui M. Z. sottolineava come, oltre alle "contraddizioni antagoniste" (quelle con il nemico di classe), ve ne fossero altre prodotte dallo stesso sviluppo socialista, la cui soluzione andava cercata in un "costante processo di riaggiustamento", lasciando aperta la dialettica e la competizione tra tutte le componenti della società (il partito, i contadini, gli operai, gli intellettuali, ecc.


*SULLA GIUSTA SOLUZIONE DELLE
CONTRADDIZIONI IN SENO AL POPOLO
(27 febbraio 1957)

.........................................................In

seno al popolo, le contraddizioni tra i lavoratori non sono antagoniste, mentre
quelle tra le classi sfruttate e le classi sfruttatrici hanno sia un aspetto antagonista
sia un aspetto non antagonista. Le contraddizioni in seno al popolo non datano
da oggi, ma il loro contenuto differisce in ogni periodo della rivoluzione e nel
periodo dell’edificazione socialista.
Nelle condizioni attuali della Cina le contraddizioni in seno al popolo
comprendono le contraddizioni nella classe operaia, le contraddizioni tra i
contadini, le contraddizioni fra gli intellettuali, le contraddizioni tra la classe
operaia e i contadini, le contraddizioni tra gli operai e i contadini da una parte e
gli intellettuali dell’altra, le contraddizioni tra la classe operaia e gli altri lavoratori
da una parte e la borghesia nazionale dall’altra, le contraddizioni in seno alla
borghesia nazionale, ecc.
Il nostro governo popolare è un governo che rappresenta effettivamente gli
interessi del popolo e che serve il popolo, ma fra esso e le masse popolari si
manifestano ugualmente alcune contraddizioni. Queste contraddizioni comprendono le contraddizioni tra gli interessi dello Stato e gli interessi collettivi da una parte
e gli interessi individuali dall’altra, le contraddizioni tra la democrazia e il centralismo,
fra dirigenti e diretti e le contraddizioni che derivano dallo stile di lavoro burocratico
di alcuni lavoratori dell’apparato statale nei loro rapporti con le masse.
Tutte queste contraddizioni sono contraddizioni in seno al popolo. Generalmente parlando, le contraddizioni in seno al popolo sono contraddizioni che
esistono sulla base di una fondamentale identità degli interessi del popolo.
Nel nostro paese, le contraddizioni tra la classe operaia e la borghesia nazionale
fanno parte delle contraddizioni in seno al popolo. La lotta di classe tra la classe
operaia e la borghesia nazionale appartiene in linea generale alla lotta di classe in
seno al popolo, ciò perché la borghesia nazionale nel nostro paese ha un carattere
duplice. Nel periodo della rivoluzione democratica borghese essa aveva un carattere
rivoluzionario e, contemporaneamente, una tendenza al compromesso......................i. Non possiamo obbligare la gente a rinunciare
all’idealismo, così come non possiamo obbligarla ad abbracciare il marxismo.
Tutte le questioni di carattere ideologico e tutte le controversie in seno al popolo
possono essere risolte solo con metodi democratici, con  i metodi della
discussione, della critica, della persuasione e dell’educazione; non possono
essere risolte con metodi coercitivi e repressivi. Per intraprendere un’attività
produttiva efficace, per studiare e vivere in pace e in ordine, il popolo esige dal
suo governo, dai dirigenti della produzione e dai dirigenti degli organismi culturali
e dell’educazione che essi promulghino misure amministrative appropriate e a
carattere obbligatorio. Senza queste misure amministrative sarebbe impossibile
mantenere l’ordine sociale. Questo è risaputo e tutti lo comprendono. Per
risolvere le contraddizioni in seno al popolo i metodi della persuasione e
dell’educazione e le misure amministrative costituiscono due aspetti che si  completano a vicenda. Le misure amministrative emanate per mantenere l’ordine
sociale devono accompagnarsi a un lavoro di persuasione e di educazione poiché,
in molti casi, da sole restano inefficaci.................Allora i dogmatici “di
sinistra” impiegavano nella lotta all’interno del partito il metodo di “lottare a
oltranza, colpire senza pietà”. Questo era un metodo sbagliato. Criticando il
dogmatismo “di sinistra”, noi non abbiamo usato questo vecchio metodo, ma ne
abbiamo usato uno nuovo, cioè quello di partire dal desiderio di unità, distinguere
chiaramente la ragione dal torto per mezzo della critica o della lotta e raggiungere
una nuova unità su una nuova base. Questo fu il metodo usato nel 1942 durante
la campagna di rettifica. Nel giro di alcuni anni, nel frattempo il Partito comunista
cinese aveva tenuto il suo settimo Congresso nazionale, in tutto il partito fu
raggiunta una grande unità come previsto e di conseguenza la rivoluzione
popolare raggiunse la vittoria.
Nell’impiegare questo metodo l’essenziale è che si parta dal desiderio di unità.
Infatti se manca questo desiderio di unità, è sicuro che la lotta, una volta lanciata,
creerebbe una gran confusione e sfuggirebbe di mano. Non equivarrebbe ciò
all’impiego del metodo “lottare a oltranza e colpire senza pietà”? Quale unità del
partito resterebbe? È proprio sulla base di questa esperienza che noi abbiamo
trovato la formula “unità-critica-unità”. Questo metodo si può esprimere anche
con l’espressione “imparare dagli errori passati per evitarne in futuro e curare la
malattia per salvare il malato”. Noi abbiamo esteso l’applicazione di questo
metodo al di fuori del partito. In tutte le basi d’appoggio antigiapponesi abbiamo
applicato con molto successo questo metodo nel trattare i rapporti tra la direzione
e le masse,......”. Dicevo anche che per
risolvere i problemi in seno al popolo, “i metodi che noi impieghiamo sono
democratici, cioè sono metodi di persuasione e non di costrizione”.......Secondo la filosofia marxista la legge dell’unità degli opposti è la legge fondamentale dell’universo. Questa legge agisce universalmente, tanto nella natura che nella
società umana e nel pensiero degli uomini. Tra i due aspetti contrapposti della
contraddizione c’è, nello stesso tempo, unità e lotta: da ciò deriva l’impulso al
movimento e al mutamento delle cose. Le contraddizioni esistono dovunque, ma
hanno carattere diverso a seconda del differente carattere delle cose. In ogni singola
cosa l’unità degli opposti è condizionata, temporanea, transitoria, quindi relativa,
mentre la lotta degli opposti è assoluta. Lenin ha esposto in modo molto chiaro questa
legge.......Molti non osano riconoscere
apertamente che esistono ancora in seno al nostro popolo contraddizioni, mentre
sono proprio queste contraddizioni che stimolano la marcia in avanti della nostra
società. Molti rifiutano di ammettere che nella società socialista esistono ancora delle
contraddizioni, così che quando essi si trovano di fronte alle contrad-dizioni sociali,
agiscono con timidezza e non manifestano alcuna iniziativa. Essi non comprendono
che è nel processo incessante del trattare correttamente e del risolvere contraddizioni
che la società socialista diventa più unita e si consolida. Per questo motivo noi
abbiamo bisogno di spiegare le cose al nostro popolo e innanzitutto ai nostri quadri,
per aiutarli a comprendere le contraddizioni della società socialista e per insegnar
loro a trattare queste contraddizioni con metodi corretti........Nella società socialista, le contraddizioni fondamentali restano ancora la
contraddizione tra i rapporti di produzione e le forze produttive e la contraddizione tra la sovrastruttura e la base economica. Tuttavia esse hanno natura
sostanziale differente e manifestazioni differenti dalla contraddizione tra i rapporti
di produzione e le forze produttive e dalla contraddizione tra la sovrastruttura e
la base economica nelle vecchie società.............
LA LINEA “CHE CENTO FIORI FIORISCANO E CHE CENTO SCUOLE
DI PENSIERO GAREGGINO” E “COESISTENZA A LUNGO
TERMINE E CONTROLLO RECIPROCO”

Come sono state lanciate le parole d’ordine “che cento fiori fioriscano e che cento
scuole di pensiero gareggino” e “coesistenza a lungo termine e controllo reciproco”?
Sono state formulate alla luce delle concrete condizioni della Cina, sulla base del
riconoscimento del fatto che nella società socialista continuano a esistere vari tipi di
contraddizioni e in risposta all’urgente bisogno del paese di accelerare il suo sviluppo
economico e culturale. La linea di lasciare che cento fiori fioriscano e che cento
scuole di pensiero gareggino è la linea di promuovere nel nostro paese lo sviluppo
dell’arte, il progresso delle scienze e una fiorente cultura socialista. Nell’arte forme
e stili differenti devono potersi sviluppare liberamente e nel campo scientifico scuole
diverse di pensiero devono potere liberamente gareggiare. Noi pensiamo cheinterventi amministrativi per imporre uno stile artistico o una scuola di pensiero e
per proibirne altri avrebbero un effetto negativo sullo sviluppo dell’arte e della
scienza. Le questioni del vero e del falso nell’arte e nella scienza devono essere risolte
con libere discussioni negli ambienti artistici e scientifici e attraverso il lavoro pratico
in questi campi. Non sono problemi che si possono regolare in modo semplicistico.
Per stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è spesso necessario un periodo
di prova. Nel corso della storia spesso le cose nuove e giuste al loro inizio non sono
riuscite a concquistare il consenso popolare e hanno potuto affermarsi solo nella
lotta, attraverso strade contorte. Spesso cose giuste e buone sono state considerate
non come fiori profumati, ma come erbe velenose. Ai loro tempi, la teoria
copernicana sul sistema solare e quella di Darwin sull’evoluzione furono giudicate
erronee e si affermarono solo dopo un’aspra e difficile lotta. Anche la storia del nostro
paese offre esempi del genere. Nella società socialista le condizioni per la nascita di
cose nuove sono radicalmente diverse da quelle della vecchia società e molto più
favorevoli. Tuttavia accade ancora spesso che forze nuove siano respinte e che
opinioni giuste si trovino soffocate. Lo sviluppo di cose nuove può essere anche
ostacolato non per deliberato spirito di repressione ma per mancanza di 
discernimento. Per questo non dobbiamo trarre conclusioni avventate sulla 
questione del
vero e del falso nell’arte e nelle scienze, ma dobbiamo al contrario assumere un atteggiamento cauto e incoraggiare la libera discussione. Crediamo che questo atteggiamento permetterà uno sviluppo relativamente rapido delle scienze e delle arti.......... Ciò che è giusto si sviluppa sempre nella lotta contro ciò che è sbagliato. Il vero, il buono e il bello esistono sempre in contrasto col falso, col cattivo e col brutto e si sviluppano sempre nella lotta contro
questi. Nel momento stesso in cui l’umanità rifiuta universalmente una cosa
sbagliata e accetta una verità, una verità più nuova entra a sua volta in lotta contro
nuove opinioni sbagliate. Questa lotta non avrà mai fine. Questa è la legge di
sviluppo della verità ed è naturalmente anche la legge di sviluppo del marxismo......
Se non si capisce affatto questo o se non lo si capisce abbastanza, si commetteranno i più gravi errori e si trascurerà la necessità
di condurre la lotta sul piano ideologico. La lotta ideologica è diversa dalle altre
lotte perché in essa non si possono adottare metodi coercitivi, ma solo il metodo
paziente del ragionamento. Nella lotta ideologica il socialismo oggi dispone di
condizioni favorevoli: .......Qualcuno chiederà: visto che nel nostro paese la maggioranza 
della popolazione riconosce già nel marxismo l’ideologia guida, lo si può criticare? Certamente. Il
marxismo è una verità scientifica e non teme la critica; se la temesse e potesse essere
confutato dalla critica, allora non varrebbe nulla. Forse che gli idealisti non criticano
il marxismo tutti i giorni e in tutti i modi possibili? Forse che coloro che sono ancora
legati a punti di vista borghesi o piccolo borghesi e non vogliono modificarli, non
criticano il marxismo in tutti i modi possibili? I marxisti non devono temere la critica,
da qualsiasi parte provenga. Al contrario, essi devono temprarsi, svilupparsi e
conquistare nuove posizioni nel corso della critica e nella tempesta della lotta. Lottare
contro le idee sbagliate è in qualche modo un farsi vaccinare: l’azione del vaccino
rafforza le capacità di resistenza dell’organismo alle malattie. Le piante coltivate in
serra difficilmente sono robuste. La realizzazione della linea “che cento fiori
fioriscano, che cento scuole di pensiero gareggino”, non indebolirà ma rafforzerà il
ruolo dirigente del marxismo in campo ideologico.....? Per
quanto riguarda i controrivoluzionari dichiarati e i sabotatori della causa del
socialismo è semplice: togliamo loro la libertà di parola. La questione è diversa
quando invece ci troviamo di fronte a idee errate nel popolo. Sarebbe giusto
bandire queste idee e non dar loro la possibilità di esprimersi? No di certo.......
Applicare metodi semplicistici per risolvere le questioni ideologiche in seno al
popolo, le questioni legate alla vita intellettuale dell’uomo, non è soltanto
inefficace, ma estremamente controproducente. Si può vietare che le idee
sbagliate siano espresse, ma le idee rimarranno sempre. Quanto poi alle idee
giuste, se le si coltiva in serra, non le si espone mai al vento e alla pioggia e non
si immunizzano nei confronti delle malattie, esse non riusciranno a trionfare nello
scontro con le idee sbagliate. Quindi soltanto con il metodo della discussione,
della critica e del ragionamento possiamo realmente far progredire le idee giuste,
togliere di mezzo quelle sbagliate e risolvere effettivamente i problemi.
È inevitabile che la borghesia e la piccola borghesia esprimano le loro ideologie.
È inevitabile che esse le esprimano ostinatamente in tutti i modi possibili nelle
questioni politiche e ideologiche. Non possiamo aspettarci che agiscano 
diversamente. Non dobbiamo usare il metodo della repressione e impedire loro di
esprimersi; al contrario dobbiamo permettere loro di farlo e nello stesso tempo
discuterle con loro e criticarle opportunamente. È incontestabile che noi
dobbiamo criticare tutti i tipi di idee sbagliate............o. Ma la nostra critica non 
deve essere
dogmatica; non dobbiamo applicare il metodo metafisico, ma sforzarci di usare
il metodo dialettico. Quello che occorre sono l’analisi scientifica e argomenti
convincenti. La critica dogmatica non risolve nulla. Noi siamo contro ogni tipo di
erbe velenose, ma dobbiamo accuratamente distinguere tra quello che è
realmente erba velenosa e quello che in realtà è fiore profumato. Insieme alla
massa del popolo dobbiamo imparare a fare questa attenta distinzione e a lottare
contro le erbe velenose applicando dei metodi giusti.
Come ci opponiamo al dogmatismo, altrettanto dobbiamo opporci al revisionismo. Il revisionismo, o opportunismo di destra, è una corrente ideologica
borghese ancor più pericolosa del dogmatismo. I revisionisti, o opportunisti di
destra, aderiscono a fior di labbra al marxismo; anch’essi attaccano il “dogmatismo”:
ma l’obiettivo reale dei loro attacchi sono di fatto le tesi fondamentali del
marxismo. Essi negano o distorcono il materialismo e la dialettica, negano o
cercano di indebolire la dittatura democratica popolare e il ruolo dirigente del
partito comunista e negano o cercano di indebolire la trasformazione socialista
e l’edificazione del socialismo.............Prese parola per parola, le due parole d’ordine 
“che cento fiori fioriscano e che  cento scuole di pensiero gareggino” non hanno
un carattere di classe e possono essere utilizzate dal proletariato come dalla 
borghesia e da altri. Ogni classe, ogni strato e ogni gruppo sociale ha un suo 
punto di vista su quali sono i fiori profumati
e quali le erbe velenose. 

DEI DISORDINI CREATI DA UN
PICCOLO NUMERO DI INDIVIDUI

Ma la causa principale dei disordini fu il burocratismo di coloro che avevano 
funzioni dirigenti. In alcuni casi la responsabilità degli errori provocati dal b
urocratismo deve 
essere attribuita alle autorità superiori, mentre non si può attribuire la colpa 
alle autorità di grado
inferiore. Un’altra causa dei disordini è stato l’insufficiente lavoro ideologico e
politico svolto tra gli operai e gli studenti.............e tra le masse vi sono alcuni che 
tendono a concentrare
la propria attenzione su interessi immediati, parziali e personali e non capiscono,
o non capiscono abbastanza, gli interessi a lungo termine, nazionali e collettivi.
A causa della mancanza di esperienza politica e sociale, molti giovani non sanno
fare un confronto tra la vecchia e la nuova Cina e non è facile per loro capire a
fondo quali lotte straordinariamente difficili e dolorose abbia dovuto sostenere il
nostro popolo per riuscire a liberarsi dal giogo dell’imperialismo e dei reazionari

È POSSIBILE TRASFORMARE UNA COSA CATTIVA
IN UNA COSA BUONA?
.............In breve, dobbiamo imparare a esaminare i problemi sotto tutti gli 
aspetti, a non
vedere solo il dritto della medaglia, ma anche il suo rovescio. In determinate
condizioni una cosa cattiva può portare a buoni risultati e, a sua volta, una cosa
buona può portare a cattivi risultati. Più di duemila anni fa Lao Tzu diceva: “La
fortuna si appoggia sulla sfortuna e nella sfortuna si nasconde la fortuna”
 I giapponesi giudicarono una vittoria la conquista della Cina e la perdita di vasti
territori fu considerata dai cinesi una sconfitta: ma la sconfitta della Cina portava
in sé il germe della sua vittoria e la vittoria del Giappone conteneva in sé la sua
sconfitta. Forse che ciò non è stato confermato dalla storia?..............
In determinate condizioni ognuno dei due aspetti opposti di una contraddizione 
si trasforma immancabilmente nel suo contrario in conseguenza della lotta tra i due.
Per questa trasformazione sono le condizioni la cosa essenziale: se non si verificano
determinate condizioni, nessuno dei due aspetti opposti può trasformarsi nel suo
contrario. Nel mondo è il proletariato che più di ogni altra classe desidera cambiare
la propria posizione, poi viene il semiproletariato: infatti il primo non possiede nulla
e il secondo assai poco.
SUL REGIME DI STRETTA ECONOMIA

Nel 1952, nel corso del movimento contro i “tre mali”, abbiamo lottato contro la
corruzione, lo sperpero e il burocratismo, impegnandoci in particolare nella lotta
contro la corruzione. Nel 1955 abbiamo chiesto di fare economie, insistendo
soprattutto sulla lotta contro gli standard eccessivamente costosi nelle costruzioni di
base di carattere improduttivo e sull’economia di materie prime nella produzione
industriale: in questo campo abbiamo avuto dei grandi risultati. Ma allora l’indirizzo
di fare economie non era ancora coscienziosamente applicato come criterio guida
Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo........ Noi dobbiamo costruire
gradualmente un certo numero di aziende moderne di grandi dimensioni, per creare
alla nostra industria quell’ossatura senza la quale sarebbe impossibile trasformare il
nostro paese in potenza industriale moderna nel giro di qualche decina d’anni.
Tuttavia la maggior parte delle nostre industrie non conviene siano di grandi
dimensioni: dobbiamo creare molte aziende piccole e medie e utilizzare a fondo la
base industriale ereditata dalla vecchia società, in modo da realizzare la massima
economia e fare più cose con meno denaro. Dopo che la seconda sessione plenaria
del Comitato centrale del Partito comunista cinese, tenutasi nel novembre dello
scorso anno, lanciò, con maggiore forza di prima, la direttiva di praticare un regime
di stretta economia e di combattere lo spreco, nel giro di pochi mesi hanno incominciato a comparire i primi frutti di questa linea........La lotta
contro gli sprechi, così come la critica di altri difetti ed errori, è un po’ come lavarsi
la faccia: forse che l’uomo non si lava ogni giorno? Il Partito comunista cinese, i partiti
democratici, i democratici senza partito, gli intellettuali, gli industriali e i 
commercianti, gli operai, i contadini e gli artigiani, in una parola tutti noi, seicento 
milioni di cinesi,
dobbiamo sforzarci di aumentare la produzione, di applicare un regime di stretta
economia e di combattere l’ostentazione di ricchezza e gli sprechi... . Attualmente 
tra un gran numero dei nostri lavoratori statali sono apparse
pericolose tendenze: la ripugnanza a condividere con le masse gioie e  dolori e la
preoccupazione per la carriera e per il guadagno personale.

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