giovedì 22 novembre 2012

attacchi alla liberta' di pensiero













orso castano: soffia a tratti, sia a livello delle comunicazioni internazionali come  di quelle  nazionali un'aria repressiva , un bisogno di mettere sotto controllo la liberta' di espressione, un bisogno di  non far trapelare quello che accade dietro le quinte di un mondo ormai globalizzato, dove le notizie piu' scottanti e problematiche non si vogliono diffondere. L'attacco ai giornalisti e' molto forte. Con cio' non si vogliono difendere le diffamazioni o le pubblicazioni di notizie false: Chi le pubblica se ne assume la responsabilita' compresa quella della rettifica e della riparazione del danno arrecato......Ma il carcere e' l'estremo limite. La negazione assoluta della libberta' di espressione, certe posizioni, compresa quella del PD con Ambrosoli sbilanciato su posizioni forcaiole pur di non perdere i voti dei benpensanti potrebbero esserci risparmiate. Sono la solita minestra riscaldata di un modo di fare politica sbagliato. Peccato!. Ma qui si parla di carcere e di liberta' di pensiero......Caro Ambrosoli!!    




di CLAUDIO LEONARDI
Google è già sulle barricate per opporsi alla revisione dei trattati di regolamentazione di internet prevista da una agenzia Onu, l’International Telecommunication Union (Itu), che potrebbe ottenere la ratifica degli Stati membri tra il 3 e il 14 dicembre a Dubai. 
Il motore di ricerca sta raccogliendo firme per una petizione battezzata Take Action , con cui denuncia, in particolare, il rischio che sia introdotto, per siti quali Facebook, Skype e YouTube, l’obbligo di pagamento di un pedaggio per raggiungere gli utenti, e sostiene che l’Itu, “ha in programma di rinegoziare un trattato vecchio di decenni” e “alcune proposte potrebbero permettere ai governi di censurare siti legittimi, o anche consentire di bloccare l’accesso a internet“. Il gigante di Mountain View, inoltre, contesta alla radice l’autorità dell’agenzia Onu, dal momento che “solamente i governi hanno una voce” e non le società o le persone che hanno contribuito alla nascita e crescita della Rete. In pratica, la Conferenza Mondiale sulle telecomunicazioni internazionali (Wcit) sarebbe “il posto sbagliato” per prendere decisioni sul futuro del Web. L’Itu ha respinto le accuse al mittente, sottolineando che ogni Paese può invitare chi vuole per far parte della propria delegazione alla riunione. Inoltre, ha ribadito che un nuovo trattato era necessario per garantire “il libero flusso di informazioni in tutto il mondo, promuovendo l’accesso alla Rete a prezzi accessibili ed equi per tutti e gettando le basi per l’innovazione e la crescita del mercato”. In realtà, i contenuti del nuovo trattato, che sostituirebbe il precedente siglato nel 1998, non sono ufficialmente noti. Il sito Wcitleaks, tuttavia, gestito da ricercatori della George Mason University, ha rivelato i dettagli di alcune delle proposte avanzate. La Russia , per esempio, vorrebbe sottrarre agli Stati Uniti alcuni strumenti di controllo sul funzionamento di Internet. 
 Il riferimento è all’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’autorità incaricata di distribuire in tutto il mondo gli indirizzi Internet. In passato, l’organizzazione rispondeva al dipartimento per il commercio statunitense, ma alcune recenti riforme le hanno dato parziale autonomia. Troppo poco per Cina, Russia e India, che, secondo i documenti trapelati, vorrebbero attribuirne i poteri direttamente all’Itu............. Per quanto riguarda l’introduzione di pedaggi sul traffico online, il problema ruota attorno alla necessità di recuperare i soldi che, in passato, provenivano dalla telefonia, oggi bypassata da strumenti di teleconferenza come quello di Skype o quelli integrati all’interno di social network quali Facebook e Google+. Il segretario generale dell’Itu, Hamadoun Toure , ha spiegato senza mezzi termini che il dibattito dovrà “affrontare la disconnessione in corso tra le fonti di reddito e le fonti di costi e decidere il modo più appropriato per farlo”............... Il rischio, naturalmente, è quello di una frammentazione dell’accessibilità al web, che restituirebbe non più una mappa omogenea, ma diversificata in base al territorio. A questo si aggiunge la concreta possibilità di interventi di censura mascherati da gabelle, soprattutto nei Paesi con minori garanzie democratiche.

22 NOV 2012
(AGI) - Roma, 22 nov. - Con 122 si', 111 voti contrari e 6 astenuti e' passato l'emendamento messo a punto dal presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli, che esclude il carcere per i direttori ed i vice direttori responsabili di quotidiani e periodici in caso di condanna per diffamazione.
  L'emendamento e' passato con "l'assoluta contrarieta'" del Pd perche', ha detto la capogruppo in commissione Giustizia, Silvia Della Monica, e' un "testo con errori di carattere tecnico e con violazioni di carattere costituzionale". Il ddl ha perso sempre di piu' il suo carattere di legge generale ed astratta ed e' diventato un ddl ad personam". "Leggi ad personam di cui - ha aggiunto - avevamo perso le tracce col governo tecnico e che vediamo risorgere in coda di legislatura".
Contro si sono espressi anche Idv, Udc e Api, astenuti tre senatori radicali eletti nel Pd. Non ha partecipato al voto l'ex procuratore Gerardo D'Ambrosio, che ha detto chiaro in aula: "mi rifiuto di partecipare ad un modo di legiferare come questo. Mi rifiuto nella maniera piu' assoluta di partecipare a questa che sta diventando una sceneggiata incredibile"......................


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