martedì 20 novembre 2012

Piemonte : tagli lineari, ancora tagli , ed infine tagli....la stada al pprivato e' spianata


Piemonte :"Sanità, tutto quello che Cota elimina"

orso castano : la ormai quasi chiusura di un ospedale, piccolo e' vero , ma con piu' di un secolo di esperienza, come il Valdese significa  dispersione della professionalita',  meno laboratori pubblici attrezzati, meno specialisti con strumentazione adeguata nella citta'. Ancora una volta chiudere o disarticolare un piccolo ma superfunzionante  ospedale pubblico, non significa eliminare la domanda di assistenza sanitaria che c'era prima della chiusura. Questa resta e cerchera' altrove le soluzioni ai suoi problemi. Sarebbe curioso ma illuminante, se queste soluzioni tra un po' venissero proposte da un privato che magari chiede l'accreditamento. Chiudere senza discutere a fondo con sindacati e popolazione servizzi sanitari d'eccellenza significa creare ad arte un vuoto che qualcun altro si incarichera' di colmare. E' questo il disegno? Allora non e' fuori luogo pensare ad una macroregione (Veneto-Lombardia-Piemonte) con le stesse modalita' di erogazione dei servizi sanitari e con le stesse aziende private che la offrono. Non e' un caso che di Prevenzione secondaria non si parla piu' in Regione e non e' un caso che sono gia' li' belle e pronte agenzie private che erogherebbero servizi territoriali, con i prescrittori MMG , tenuti buoni con qualche soldo in piu', ma sostanzialmente irregimentati e  rinchiusi dentro strutture 24 h su 24. Questa e' la spending review di qualche destro politico in barba alla flessibilita' , utilizzando la scarsa chiarezza di idee e l'assenza approfondita di discussione nel centrosinistra , almeno su alcuni punti essenziali come la prevenzione secondaria, l'intervento di anzianita' attiva,  le malattie croniche , il cui peso assistenziale ricade gia' tuttoggi quasi totalmente sulle famiglie, la continuita' terapeutica ospedale/ territorio, sempre assente con Distretti malfunzionanti e clientelarizzati letteralmente militarizzati dai Direttori Generali che li comandano a bacchetta,  cure primarie e centri specialistici territoriali allo sbando culturale  e privi di un serio management di fronte alle problematiche sanitarie drammatiche di questi tempi.!!


di SARA STRIPPOLIRepubblica Torino

Opposizione all'attacco: l'allontanamento di Demicheli è solo un pretesto. Artesio: dietro le dichiarazioni populiste c'è un piano che riduce le prestazioni. Boeti il Valdese chiude

i"È cominciata l'epurazione". La reazione del centrosinistra al licenziamento del direttore della sanità Vittorio Demicheli e all'ipotesi che i deficit di Giulio Fornero (To2) e Marina Fresco (To4) costino la loro uscita di scena prematura, è durissima. Dal Pd a Rifondazione a Sinistra e Libertà (c'è anche il ritorno di Vincenzo Chieppa, pdci) piovono accuse sulla giunta Cota, criticata per aver "usato Demicheli per distogliere in realtà l'attenzione dai tagli ai servizi".Il responsabile della sanità per il Pd Nino Boeti bolla la scelta di silurare il direttore reigonale come una "decisione sbagliata che arriva ad un mese dalla scadenza dei contratti", mentre l'ex-assessore di Rc Eleonora Artesio commenta l'elenco delle misure di contenimento presentate a Roma il 29 luglio nel piano di rientro generale del Piemonte: "Le dichiarazioni populiste tese a catturare favori più che a difendere diritti come nel caso delle malattie rare e dei disabili - dice Artesio - sono in netta contraddizione con la lista degli interventi pianificati per gli anni futuri". 
La lista è lunga: la revisione della rete di emergenza con la trasformazione di un dipartimento di emergenza e urgenza in pronto soccorso e di 4 pronti in punti di primo intervento e una riduzione di personale di 30 medici per tre milioni di euro; la revisione dei laboratori di analisi con una riduzione di costi di personale di 2 milioni e 700 mila euro; la revisione della rete ospedaliera con la trasformazione dell'ospedale Valdese e parzialmente di altre due strutture in week hospital (aperto dal lunedì al venerdì), insieme con la riduzione di 20 direttori di struttura complessa. E ancora: il taglio di 300 operatori dell'assistenza, 12 milioni di euro. Poi ci sono le misure di blocco delle spese, degli incrementi per nuovi servizi (addio all'hospice di Chivasso, al centro per gli stati vegetativi di Carmagnola, al centro di procreazione assistita di Asti); il blocco del turn over; il taglio secco di personale interinale del cinquanta per cento nel 2010 e di un ulteriore dieci nel 2012.Al "pacchetto presentato in ministero", incalza la minoranza si devono aggiungere le conseguenze dei provvedimenti contenuti nei singoli piani di rientro delle aziende sanitarie, chiamate a recuperare complessivamente 130 milioni. Il Sant'Anna revoca i concorsi, le Molinette sacrifica posti letto, la To1 condanna il Valdese: "Di fatto - dice Boeti - il Valdese in questa condizione chiude, mentre Fornero paga il prezzo di servizi aperti sul territorio". I cittadini devono sapere cosa sta succedendo, si infervora Monica Cerutti: "Ad esempio, che i duemila posti letto aggiuntivi per gli anziani sono solo virtuali, visto che la Regione, come si legge nel piano "definirà i tetti per le singole aziende". 
Cota dice che non vengono tagliati i servizi: "Ma non si può pensare di offrire una sanità pubblica di livello in Piemonte risparmiando 330 milioni di euro in quattro anni come hanno annunciato. Altro che rimborsi per le cure odontontoiatriche", sintetizza Boeti.

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