giovedì 25 luglio 2013

Decreto del fare, passa la fiducia ma Camera bloccata: riforme a rischio

di Ettore Colombo
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ROMA - La Camera dei deputati vota la fiducia sul decreto del Fare e Letta (il cui primo commento è: «Il voto dI Montecitorio è un segnale molto importante») incassa il via libera dell’aula con 427 sì (Pdl, Pdl, Sc) e 167 no (M5S, Sel, Lega e FdI), ma l’ostruzionismo messo in atto dai Cinquestelle fa slittare di giorno in giorno la conversione in legge del decreto, che dovrà poi andare al Senato per l’approvazione definitiva.
Prima conseguenza, il rinvio a cascata di tutti gli altri disegni di legge che attendono l’esame della Camera e il cui esame è fermo: riforme, soldi ai partiti e omofobia. Impossibilitati a presentare e discutere emendamenti in Aula sul decreto del Fare, a causa della questione di fiducia posta dal governo, i grillini ripiegano su un escamotage antico quanto micidiale: la presentazione di ordini del giorno a raffica (ben 251, ma ve ne sono anche di Sel e Lega) che vanno tutti, e inesorabilmente, discussi.
LAVORI A RILENTO
I grillini sono 106 e nessuno rinuncia ai tempi a disposizione previsti dal Regolamento: cinque minuti per illustrare l’odg e cinque minuti per la dichiarazione di voto più dieci minuti a testa per il voto finale. Fanno almeno 40 ore. L’ufficio di presidenza della Camera convoca prima una seduta notturna e poi – a tarda serata – si diffonde la voce di una seduta fiume, cioè a oltranza, per oggi il che vuol dire costringere i deputati a lavorare tutto il giorno in modo ininterrotto fino alla serata di oggi e, probabilmente, fino a venerdì mattina per il voto finale. Il vero obiettivo politico dei grillini è in realtà quello di far saltare il ddl sulle riforme ed evitare che venga approvato «in piena estate» rimandandolo a settembre.
Di fatto, però, l’ostruzionismo dei grillini mette a rischio provvedimenti importanti su cui vuole qualificarsi l’azione del governo. A cominciare dalla legge sul finanziamento ai partiti, che slitta al primo agosto e il cui iter rischia di essere interrotto dalle vacanze estive. Con ovvie ricadute (negative) presso la pubblica opinione così sensibile a questi temi. E ancora: lo slittamento, a causa ostruzionismo grillino, riguarda un’altra legge di alto rilievo su cui si è raggiunto un difficile accordo tra le forze politiche e dentro i partiti: quella contro l’omofobia. Il filibustering pentastellato sta intanto provocando nel Pd una mobilitazione particolare. Tutti i deputati democrat dovranno stare in aula per tutto il fine settimana e anche oltre, in modo da approvare i decreti in scadenza: oltre a quello del Fare, anche quelli su ecobonus, Ilva, lavoro e svuotacarceri. Per approvarli in tempo, l’esecutivo potrebbe anche procedere a colpi di fiducia.

GLI ARTICOLI
Intanto, l’articolato del decreto del Fare prevede diverse misure volte a sostenere il flusso del credito alle imprese, semplificazioni burocratiche, durata dei processi civili, e tra le ultime modifiche inserite, wi-fi libero, azionariato diffuso, tagli alla banda larga e un diverso regime di incompatibilità tra la carica di parlamentare o ministro e sindaco mentre la norma che eliminava il tetto degli stipendi ai manager pubblici verrà cancellata al Senato.

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