di MARIA TERESA MARTINENGO da La Stampa del 23 ott. 09 «Vent'anni fa, alla mia prima supplenza, un giorno ho cercato di far capire ai bambini perché non si deve gettare la carta per terra. Quando siamo usciti, un padre, davanti a noi, ha appallottolato un pacchetto di sigarette e l'ha lasciato cadere sull'asfalto. Lo ricordo ancora come esempio di mancata collaborazione scuola-famiglia». Vent'anni dopo il professor Umberto Lucia, esperto di bullismo presso la Direzione Scolastica Regionale, ha verificato che agli Sos educativi che le scuole lanciano alle famiglie, risponde poco più di una famiglia su due. Il dato è contenuto nello studio sulla «Partecipazione delle famiglie al percorso educativo scolastico», curato da Lucia con la dottoressa Anna Alessandra Massa, collegato all'attuata dell'Osservatorio regionale sul Bullismo. Dal questionario, al quale hanno risposto 534 scuole piemontesi (il 78,8% del totale degli istituti di ogni ordine e grado), è emerso che in media solo nel 59% dei casi la famiglia «sostiene la scuola» quando il figlio è protagonista di comportamenti che violano le regole. Alle medie, poi, il dato crolla al 52,9%: praticamente una famiglia su due fa finta di niente di fronte ad un figlio è aggressivo nei confronti dei compagni, maleducato, oppure che arriva regolarmente in ritardo o non porta i libri e il materiale necessario per le lezioni. O, ancora, giocherella con il cellulare o l'iPod. «Il livello minimo di attenzione dei genitori è negli anni in cui i ragazzi avrebbero più bisogno di essere seguiti, quando vivono una modificazione biologica che li stravolge e cambiano la percezione di se stessi. Anche in fatto di bullismo - osserva il docente - è nei primi anni dell'adolescenza che si verificano i maggiori problemi. Eppure i genitori, che fino alla quinta elementare vedevano "piccoli" i figli, alle medie li considerano grandi, autonomi». L'indagine - punto di partenza per uno studio più ampio, finalizzato alla prevenzione, in cui il direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale Francesco De Sanctis ha coinvolto Scienze dell'educazione dell'Università e Ingegneria gestionale del Politecnico - è mirata a comprendere quanto le famiglie siano sensibilizzate sul fenomeno del bullismo, e quanto siano disponibili a fare la loro parte per prevenirlo. «Alle superiori -prosegue Umberto Lucia - l'attenzione dei genitori risale al 58%. Probabilmente perché la scuola ha più strumenti da mettere in campo. Per esempio, se un ragazzo viene sospeso per una settimana, la famiglia se ne accorge per forza e reagisce». ; Va meglio - ma queste percentuali sono davvero consolatorie? - alla materna e alle elementari, dove i genitori rispondono rispettivamente nel81,2% e nel 69,8% dei casi. «Ci sono situazioni che richiedono vera sinergia - dice il preside dell'Itis Avogadro Alfonso Lupo - e che a volte si possono risolvere solo con il coinvolgimento di specialisti come psicologi e a volte anche psichiatri. Da noi è solo il 20% delle famiglie a disinteressarsi dei figli. I casi più eclatanti sono nei primi anni e riguardano ragazzi già problematici alle medie». | Un esempio è recente: due compagni di classe sorpresi a rubare in un supermercato. «Ciò che avviene immediatamente fuori non può essere ignorato dalla -; scuola. Di solito chi fa azioni del genere, a scuola non si comporta meglio». Il punto è che spesso sono proprio le famiglie di , questo genere di ragazzi a non i dare segni di vita.
...........................I dati del monitoraggio , clicca x documento intero In base a quanto riassunto, il problema della relazione scuola-famiglia si esplicita in particolare nella partecipazione consapevole dei rappresentanti dei genitori agli organi collegiali. Per comprendere quanto sia correttamente realizzata questa condivisione di responsabilità tra genitori e scuola all’interno della gestione delle istituzioni scolastiche, si è avviato un monitoraggio sulla Partecipazione delle famiglie al percorso educativo scolastico. Le informazioni richieste riguardano: il numero dei consigli di classe, il numero totale di rappresentanti dei genitori previsti nei consigli di classe, il numero totale di rappresentanti dei genitori eletti nei consigli di classe, il numero totale di rappresentanti dei genitori previsti nel consiglio di istituto della scuola, il numero totale di rappresentanti dei genitori eletti nel consiglio di istituto della scuola, il numero di riunioni dei Consigli di Classe allargate ai genitori, il numero di rappresentanti dei genitori presenti a questi Consigli di Classe allargati, il numero di riunioni del Consiglio di Istituto con i genitori, il numero di rappresentanti dei genitori presenti al Consiglio di Istituto, il numero di patti di corresponsabilità consegnati e restituiti, la tipologia di contatto con le famiglie. I dati sono inerenti all’anno scolastico in corso (2008/2009). Hanno risposto 534 scuole pari al 78,8% delle istituzioni scolastiche del Piemonte. Nella Tabella 1 si riportano il numero dei consigli di classe ed il numero di famiglie per grado di istruzione in Piemonte. Nelle Tabelle 2 e 3 si riassumono i dati per il numero di rappresentati dei genitori previsti dalla normativa per i differenti gradi di istruzione. Nella Tabella 4 si indica l’impegno, espresso in numero di riunioni, previsto per i differenti organi collegiali per grado di istruzione. Infine, la Tabella 5 riporta i dati inerenti i patti di corresponsabilità. Nelle Tabelle 8, 9, 10 e 11 si riportano gli stessi dati per Provincia. Nella Tabella 6 si verifica la disponibilità delle famiglie in relazioni al non rispetto delle regole da parte degli alunni e nella Tabella 7 il supporto delle famiglie in relazione alle problematiche comportamentali dei figli. Nella Tabella 12 si riportano gli stessi dati per Ufficio Scolastico Provinciale. In particolare emerge che: 1. nel 21% dei consigli di classe della scuola secondaria di II grado non sono stati eletti rappresentanti dei genitori, 2. si rileva una diminuzione di partecipazione dalla scuola primaria alla secondaria di II grado; 3. la partecipazione alle attività del Consiglio di Istituto risulta maggiore rispetto a quella degli altri organi collegiali; 4. in media i patti di corresponsabilità non restituiti dalle famiglie risultano circa il 10%; 5. circa il 60% delle famiglie sostiene la scuola in interventi connessi con il comportamento dei propri figli.
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