lunedì 19 ottobre 2009
come si sviluppa internet in Cina, alla scoperta del più grande popolo della rete: che sperimenta, innova e cambia il mondo online
da no'ova , aprile 09 , di Gabriele Barbati . La freddezza dei numeri fa del ragazzo che chatta e abbatte alieni qua accanto, mentre scrolla la cenere tra le ciabatte, uno dei 2 milioni di internanti cinesi. Qualche suo coetaneo se ne sta due piani più su, connesso wireless nei caffè alla moda, a sbrigare al portatile le faccende di lavoro dopo gli acquisti del fine settimana. Ma è nella penembra deiwangba, di internet caffè come questo in un centrò commerciale di Pechino, che un esercito di giovani strizzati nelle cuffie sta spostando, centimetro dopo centimetro, le frontiere della Ci-na. «Senza i giochi e gli amici online -ammette Yang Jing, uno studente di 19 anni - non avrei granché da fare». E allora musica, informazione e instant mes-sagging: secondo una ricerca lo scorso luglio del China Internet Network Information Center, sono le tre ragioni principali per connettersi. Seguono video, e-mail, giochi, blog e forum. Guardando tra i dati, con la rilevante eccezione delle notizie, ormai un cinese su cinque - sempre più under 18, senza distinzioni di sesso e in misura crescente nelle campagne - usa internet come un enorme spazio di intrattenimento. La prima conseguenza è per il business. Il modello da imitare è localissi-mo e si chiama Taobao, un sito d'aste che in cinque anni ha raccolto i tre quarti dello shopping online cinese. Potrebbe essere lo stesso per altri settori? Prendiamo la musica, prima nella lista delle preferènze e forse delle difficoltà. Realtà vuole che il wangmin sia un po' navigatore e un po' pirata, bontà sua. Se oltre P8o% delle canzoni in Cina viene scaricato illegalmente, infatti, è anche perché il maggiore motore di ricerca, Baidu, mette il download di mp3 nella sua finestra principale. Ecco che Google e il sito cinese Topioo.cn non hanno potuto fare altro che firmare di recente un accordo con le principali etichette musicali per distribuire gratuitamente un milione di brani, puntando sulla pubblicità. Nell'Oriente della civiltà, dove un dvd falso sotto casa costa meno di un euro, le necessità si fanno virtù anche per i film. I siti cinesi di video-sharing hanno due segreti per il loro successo. Il primo è che su Tudou.com o Youku. coni si trovano le clip delle pop-star locali, i film di Hollywood sot-. totìtolati e le serie tv coreane. Il secondo è che è tutto scaricabile, e in versione integrale, mentre YouTube è alle prese con il copyright. Una contraddizione che la Chiana invece superato nell'editoria, forte ormai dicono i sondaggi di 59 milioni dilettori online. «Internet offre modalità di fruizione e di pagamento sempre più attraenti per un pubbli-co giovane», spiega Hou Xiaoqiang, \ amministratore delegato della casa editrice Qidian.com. Così dei successi di libreria si comprano diritti per la pubblicazione su internet e viceversa. L'e-book "Xingchen Bian" (letteralmente Cambiamenti stellari) ad esempio, pò statodueannifadalEatTomatoes, sta per diventare un videogame dopo essere già finito sugli scaffali. " La lettura non sembra roba da wang ba, eppure è probabile che presto il mio vicino voglia perlomeno dire la propria. Ma avendo solo una piazza a Pechino e abbastanza infelice, Tianan-men, potrebbe vagare di forum in blog e ritrovarsi parte della bellicosa webgenesi della società civile cinese. Laddove agiscono i "50 cents" blogger, come sono additati gli internauti prezzolati del Governo? oppure, all'opposto, quanti cercano di rintracciare colpevoli e corrotti attraverso cacce all'uomo nline, spesso di successo, conosciute come human flesh search engine. In fon-do è grazie a internet che l'anno scorso si è saputo di diverse rivolte locali e di scandali che hanno coinvolto personaggi di primo piano. È proprio dall'idea di una rivoluzione mouse in pugno, latente nelle classe media, che è nata l'iniziativa di una vecchia conoscenza della blogosfera cinese, Yetaai, fondatore di Cuihua.org. «È una specie di Wikipedia dei diritti, in modo che la gente si faccia un opinione. Intanto sul sito - ci scrive dagli Stati Uniti - proviamo a radunare chi ha subito dei-torti per avviare delle class action». L'obiettivo è scardinare il regime cinese passando alle vie legali. Quelle di internet, infatti, non sono infinite. Nel 2009, nel corso di campagne ufficialmente per la moralità, la censura cinese ha chiuso 726 siti. Di fatto qui, con il Grande Firewall attivo, lo stradario di internet non porta oltre un grande mondo cinese, autosufficiente, dove la messaggistica istantanea è dominata da QQj i giochi sono in mano a Shanda, i video non vanno su Youtube e le news passano tutte da Sina.com e Sohu.com. Altro che World Wide Web, la Cina ha creato un impero parallelo tutto in mandarino. Con i suo cloni, i suoi eroi e i suoi problemi. !
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