martedì 27 ottobre 2009

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................Il contesto terapeutico più idoneo, in questi casi, è la psicoterapia familiare. Gli obiettivi di tale intervento si concentrano in diverse direzioni, in particolare il lavoro è orientato: a sostenere i genitori nell’aiutare i propri figli in questo particolare momento della loro crescita; l’immagine di sé del ragazzo in questi casi può non corrispondere alla realtà: come in uno specchio deformante, il ragazzo può vedersi più o meno forte, efficace o degno di stima. I genitori, se adeguatamente incoraggiati, possono restituirgli un’ immagine più realistica di quella percepita. Inoltre i ragazzi tendono ad utilizzare i genitori come modello quindi, grazie all’intervento dei genitori come risorsa terapeutica, è possibile fornire modelli di comportamento adeguati, soprattutto rispetto ad una buona gestione dei conflitti, a lavorare sul riconoscimento delle emozioni proprie ed altrui: poiché sia nelle vittime che nei prevaricatori sembra esserci una difficoltà nel distinguere le emozioni. - Per le vittime, ad esempio, è difficile riconoscere gli specifici segnali emotivi relativi alla rabbia; da un lato tali difficoltà potrebbero impedire al bambino di riconoscere l’altro come potenziale aggressore e quindi di difendersi e, dall’altro, non leggere tale emozione nell’interlocutore, potrebbe favorire l’utilizzo di modalità relazionali che finiscono con il provocarlo ulteriormente in modo involontario. - Per i bulli, invece, si riscontra una generale immaturità nel riconoscimento delle emozioni, soprattutto per quanto riguarda la felicità. In altre parole sembrano soggetti carenti di empatia. In terapia si può favorire il riconoscimento di tali emozioni, in particolare della rabbia propria ed altrui, e nuove modalità per esprimerle. -ad aiutare il ragazzo vittima di prevaricazioni ad elaborare i propri vissuti portandolo a raccontare con chiarezza, fermezza e senza timore le situazioni di cui è stato protagonista, recuperando il controllo della situazione, imparando a proteggersi da solo, riacquistando la fiducia in sé stesso, superando i sentimenti di vergogna, frustrazione ed impotenza che, se espressi e condivisi con altre persone in grado di accogliere e comprendere, possono liberare il malcapitato da un grande peso . I risultati di questo lavoro si ripercuoteranno positivamente anche sull’autostima poiché un contesto terapeutico attento, è in grado di aiutare il ragazzo o la famiglia a trarre beneficio dalle esperienze negative e spiacevoli, attraverso una nuova forza e nuove risorse personali.

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