domenica 11 ottobre 2009

a caccia di un'identita':la pubblicità del futuro sarà molto breve, anche molto personalizzata.

Ma in questo gioco del farsi notare vinceranno gli sms che arrivano dalle aziende, o gli status update che partono dalle persone? Di un fenomeno, quello della pubblicità sui cellulari, ci sono i numeri. Vittorio Rangone, responsabile dell'Osservatorio sui nuovi servizi a valore aggiunto sui telefonini del Politecnico di Milano, qualche mese fa affermava che le aziende italiane, lo scorso hanno, avevano investito ben 67 milioni di euro per inviare messaggi ai loro clienti. Perché grazie a questi servizi, che dal 2000 le compagnie telefoniche hanno attivato in abbondanza, si arriva prima a colpire l'obiettivo: in modo personalizzato, preciso, efficace. Degli status update, invece, ancora niente numeri. E tuttavia, milioni di persone a scrivere sempre, costantemente, dei fatti propri, e rendersi target appetibile di qualsiasi messaggio software, collegato al contenuto delle proprie esternazioni digitali. A detta di tutti gli esperti del settore, è il cellulare la frontiera. Ma cosa accadrebbe se al cellulare si unisse la domanda «che cosa stai facendo»? Se lo sono chiesto indirettamente i creativi del gruppo Arilo Navi, che avendo capito l'importanza del tema status update si sono inventati un'iniziativa parecchio nuova, tutta incentrata sul «chi siamo, oggi». Se la città non va su Facebook, allora Facebook invade la città. Questa l'idea portante di un'invasione urbana partita a Milano il 20 settembre scorso con l'obiettivo di coinvolgere i cittadini (non target, non consumatori). Un'operazione di veri status di massa, di persone iscritte a social networks che diventano veri e propri cartelli affissi per la città. Nome in codice: IS. Identità Sociale. Significato: tutti possono diventare status update fisico, compilando cartelli volutamente lasciati vuoti, scrivendo per strada il tuo nome e status. Un progetto che servendosi delle strade, delle piazze, delle mostre, delle università, dei mezzi pubblici ha usato il dilagante fenomeno «a che cosa stai pensando?» come strumento di ribellione, come manifesto di identità non solo digitali, e che però ha fatto sorgere due ulteriori domande. Se le persone smaniano così tanto per dire che cosa stanno facendo, perché non usare tutto ciò per capire cosa vogliono consumare? E se lepersone oggi si sentono persone in quanto - anche - consumano, e se i gruppi si sentono gruppi a seconda - anche -dei consumi comuni (esempio, moda, libri, computer eccetera) e non più delle ideologie, allora perché non seguirle in questo comparsismo a fini autoprómozionali? È diffìcile ricucire in un'unica persona (target?) l'identità internet del lettore, l'identità mobile del parlatore, l'identità chat del digitatore folle, l'identità radiofonica dell'ascoltatore, l'identità visiva del telespettatore. Figuriamoci l'identità social-media del commentatore! Anche perché ognuno, a seconda di cosa sta facendo diventa un consumatore differente. Incomprensibile ai diagrammi, incontrollabile anche con la più perfida persuasione occulta, il consumatore si divincola. In questo lo status update davvero rispecchia, la contemporaneità del consumatore, oggi. «Tentiamo di sviluppare una sensibilità nei confronti di quello che rappresenta la società - spiegano i creativi di Alilo Navi-, Siamo affascinati dal rapporto con i media, dalle dinamiche relazionali, dalle credenze popolari, dagli usi e costumi variegati, dai trend di massa (e da quelli di nicchia). Per comunicare, ci appropriamo degli spazi che ci offre la città: strade, parchi, università, marciapiedi; gli spazi in cui vìviamo giorno dopo giorno e che ci appartengono». Avevano appeso falsi "affittasi" sui portoni, qualche mese fa. Chissà cosa s'inventeranno la prossima volta. Cristìna Tagliabile , da noo'va del 8 ott. 09 per saperne di piu' : clicca qui'

Queste le tre domande (Cosa stai facendo? Cosa pensi? Cosa dici?) che il progetto Identità Sociale intende porre a tutti noi, ma non nei luoghi oramai legittimati come i social network, bensì per le strade di Milano. La città verrà invasa da centinaia di cartelli da compilare con il vostro nome e status e con il quele i passanti potranno interagire. Ma è possibile anche inviare il tutto sul sito del progetto e con tutto il materiale raccolto verranno realizzati altri manifesti.

L’obiettivo del progetto, come si legge sulla pagina fan di facebook dedicata a IS, è stimolare una riflessione collettiva sullo stravolgimento identitario in atto.

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