giovedì 6 giugno 2013

Caso Cucchi. Ingroia: “Eppure c’è un dato sicuro: è entrato vivo ed è uscito morto”

lurlodimunch


orso castano : Sapete quante furono le vittime della guerra al brigantaggio meridionale fra il 1861 e il 1871?”......La verità è un’altra. Secondo lo storico inglese Denis Mack Smith, l’esercito italiano perse complessivamente 23.013 uomini (contro i circa 6.000 caduti nelle tre Guerre d’Indipendenza) mentre, come documentano le ricerche archivistiche di Alessandro Romano, ben 266.370 furono le vittime tra i “Briganti” (tali erano considerati anche vecchi, donne e bambini residenti nei paesi semplicemente sospettati di fornire loro appoggio). Altri autori, meno attendibili, arrivano a un milione (nel 1861 la popolazione del Regno delle Due Sicilie è stimata intorno ai nove milioni di abitanti). Comunque stiano le cose, ciò che risulta evidente è che la vera guerra d’indipendenza non fu combattuta contro l’Austria, ma contro il popolo del Regno delle Due Sicilie che, contrariamente a quanto è stato propagandato dalla retorica patriottarda, non accolse i soldati italiani come liberatori ma come invasori.E come tali essi si comportarono, rendendosi responsabili di quello che potremmo definire un vero genocidio.Così scrive Antonio Gramsci: “Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti”.L’esercito italiano distrusse 51 paesi e ne massacrò la popolazione. I casi più tragici furono quelli di Pontelandolfo e Casalduni che, all’alba del 14 agosto del 1861, furono circondati da due colonne di bersaglieri, al comando del colonnello Negri e del maggiore Melegari (il “mandante” era il generale Cialdini, Cavaliere dell’Ordine della Santissima Annunziata e Gran Croce dell’Ordine Militare di Savoia).I paesi furono dati alle fiamme ed ebbero inizio il massacro, il  Foscolo nei Sepolcri ricorda anche due vittime illustri della protervia del potere :Machiavelli e Galileo . 
Io quando il monumento
vidi ove posa il corpo di quel grande
che temprando lo scettro a’ regnatori
gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela
di che lagrime grondi e di che sangue;
.........e di chi vide
sotto l’etereo padiglion rotarsi
piú mondi, e il Sole irradïarli immoto,
........................
- Te beata, gridai,
Quindi  non ci stupiamo : quanti altri CUCCHI ci sono stati nei Manicomi ed oggi, probabilmente in alcune Case di Cura, gonfi di farmaci nefasti, obbligati dallo stato  (e...purtroppo da alcuni medici) ad assumerli, senza che prima siano sperimentate cure mediche alternative? La battaglia su CUCCHI riguarda anche loro! 

L’ex pm di Palermo Antonio Ingroia
di Malcom Pagani - 6 giugno 2013
Si dice sempre che le sentenze non si commentano, ma si impugnano. Questa volta, in attesa delle decisioni della procura, è difficile non commentare perché alla base della tragedia di Stefano Cucchi c’è un dato inconfutabile. Il ragazzo è entrato in carcere vivo e ne è uscito morto”. Della vicenda del geometra romano piegato nell’ottobre 2009 da una piccola storia ignobile di angherie gratuite, volontari occultamenti della verità e sottovalutazione del quadro clinico, Antonio Ingroia, conosce quasi ogni dettaglio. A Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il pubblico ministero aveva offerto un posto da capolista nel Lazio e una candidatura in Parlamento nel suo movimento. Rivoluzione Civile non ce l’ha fatta. Tra i Cucchi e Ingroia sono rimaste stima ed amicizia. “Per Ilaria e per la sua famiglia provo un sincero dispiacere. Oggi a Rebibbia non c’è stata una vittoria della giustizia, ma abbiamo assistito a una sua lampante sconfitta”. Andranno lette le motivazioni. Ovviamente, come sempre. Ma uno Stato di diritto che sia tale, ha il dovere di giudicare senza indulgenza anche se stesso. Restituire giustizia a chi la chiede. Non dare l’impressione di sfere intangibili o peggio, di opacità. Non voglio buttare la croce addosso ai magistrati e non ho chiaro il quadro probatorio che il giudice ha dovuto esaminare, ma certamente c’è stata una ferita. Una mancanza di giustizia complessiva. Un vuoto di senso e di chiarezza. È stato smentito anche il lavoro dei pm Barba e Loy, pur aspramente contestati dai Cucchi. Si è andati al di là della peggiore previsione. Per la famiglia un’ulteriore ferita. In effetti la sentenza si allontana sostanzialmente anche dalla richiesta dei pubblici ministeri. I pm avevano chiesto condanne per tutti gli imputati. Mi pare che l’impostazione del giudice sia andata in tutt’altra direzione. E adesso? Adesso, non diversamente da ieri, continueremo con Ilaria una battaglia che abbiamo fatto nostra fin dal princìpio. Ilaria Cucchi è una ragazza fragile solo all’apparenza. In realtà è forte e straordianariamente tenace, quasi ai limiti dell’ostinazione. La gente in aula protestava. Una commozione rabbiosa. Continueremo ad appoggiare Ilaria nella sua sacrosanta richiesta di giustizia e rispetto del diritto. Lo merita. Glielo dobbiamo.
Tratto da: Il Fatto Quotidiano

Nessun commento: