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Cosa avete chiesto ai manager di Google?
Fino a che punto Google ha collaborato con voi, fino ad oggi?
"Poco. Alle perplessità dei Garanti europei risponde dicendo di rispettare i principi degli ordinamenti, ma di attenersi alla sola normativa americana. Tant'è che non possiamo fare ispezioni sui loro server. Quando ha collaborato per rimuovere dei contenuti, lo ha fatto quasi per "spirito di cortesia", non perché si sentissero costretti".
Quali disposizioni del nostro Codice della privacy le sembra che siano violate?
"Google ha da poco adottato una nuova privacy policy, con un'informativa opaca, in cui spiega in maniera troppo generica di incrociare tutti i dati che raccoglie con gmail, il motore di ricerca, google +, android e gli altri servizi per creare dei profili. E questo non va bene. Il trattamento dei dati può essere fatto per una finalità precisa, magari commerciale. Ma Google possiede dei pezzi interi della nostra vita: sa cosa ci piace, dove andiamo in vacanza, dove ci troviamo, il nostro orientamento politico e i nostri gusti sessuali, cosa cerchiamo in Rete, chi sono i nostri contatti. E con gli account associano al profilo un nome e un cognome, senza che gli utenti ne siano consapevoli. Questo il nostro ordinamento lo vieta. Così come è una violazione non sapere in quali server siano conservati i nostri dati".
Cosa ci fanno con questi profili, siete riusciti a capirlo?
"Ufficialmente li usano per fini pubblicitari e commerciali, ma quali reali garanzie abbiamo che non vengano usati per altre finalità? Google ormai è una potenza economica che dialoga con i capi di Stato. In Cina, ad esempio, ci risulta che abbia abbassato la testa e collaborato con le autorità cinesi. Quella massa di dati sugli orientamenti politici dei cittadini fa gola a tutti, naturalmente".
Se non vi rispondono entro il 30 giugno, termine ultimo da voi fissato, cosa succederà?
"Apriremo una procedura che potrebbe portare a una sanzione milionaria. I soldi per Google non sono certo un problema, infatti la vera sanzione sarebbe la perdita di fiducia da parte dei consumatori. Una ferita alla privacy significa limitare la libertà di tutti".
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