lunedì 3 giugno 2013


orso castano : senza peli sulla lingua , come sempre, Lucio Caracciolo , mette in guardia dallo strapotere della Germania . Ma , da profani di geopolitica, ma cittadini dellEuropa, riteniamo che se la Germania ha raggiunto tutto questo potere, e' successo perche' la Germania ha una cultura dell'organizzazione e dell'efficienza di tutto rispetto. In Italia sono sotto gli occhi di tutti l'inefficienza, la raccomandazione, i clan, le caste, la mafia, un mercato illiberale, il familismo amorale, un diffuso Machiavellismo e Guicciardinismo, un0incuria del patrimonio artistico ed ambientale spaventoso, un consociativismo politico da far paura che si esprime attraverso una partitocrazia che non vuol perire e che usa tutti i trucchi per sopravvivere continuamente bleffando il popolo italiano.......C'e' poco da stare allegri : queste "caratteristiche del popolo e della politica italiana difficilmente cambieranno. Forse qualche drastico cambiamento potrebbe essere possibile , vista la gravita' della crisi, ma fino a che punto ?


La moneta unica sta distruggendo il tessuto politico, economico e sociale del continente. In questo momento, il vero governo europeo non è a Bruxelles ma a Francoforte: è la Bce. Dalla Germania non possiamo aspettarci molto, dall'Italia sì.
Il sogno della “moneta unica” ha generato l’incubo della mutua distruzione assicurata.
Vige la dottrina della deterrenza atomica: se Berlino e aggregati portassero disciplinatamente l’austerità alle conseguenze estreme, fino a distruggere il tessuto economico, politico e sociale del continente, Roma e resto del Sud potrebbero replicare mettendo sul tavolo l’opzione di far saltare il banco consolidando il debito e tornando alle valute nazionali.
Dalla Pax Europaea alla Finis Europae. Sarebbe poi la storia a statuire se fu doppio suicidio o mutuo assassinio. Siamo al cuore del dilemma. Dobbiamo scegliere fra euro ed Europa. Dopo aver sacrificato per vent’anni, soprattutto noi italiani, all’idolo dell’euro come genitore dell’unità europea, scopriamo che vale il contrario. La moneta che volle farsi re ha prodotto un’Europa alla rovescia.


L’euro ha quasi azzerato lo spazio della politica nei paesi che l’hanno prodotto. A trarne provvisorio beneficio, formazioni estremiste che predicano scorciatoie iperdemocratiche - ovvero antidemocratiche - mentre vellicano gli istinti sovversivi di cittadini esasperati perché usi alla bonaccia di certezze ormai inservibili.

Possiamo sperare che la Germania, per una volta nella storia, si assuma le responsabilità geopolitiche che le derivano dalle dimensioni economiche e si sveli egemone in Europa per il bene proprio e altrui? Improbabile. In ogni caso, non decidiamo per i tedeschi.

Possiamo credere che l’Italia, per una volta nella storia, decida di decidere, non di essere decisa dal Grande Fratello di turno? Utopico, forse. Ma necessario e urgente. In ogni caso, lo decidiamo noi. Stavolta però, qualsiasi (non) decisione italiana deciderà per buona quota del futuro prossimo dell’Europa - e in non trascurabile misura del mondo. Piaccia o meno, l’Europa alla rovescia significa anche affidare a un paese vocazionalmente irresponsabile la responsabilità di scegliere per tutti.

Varcare la soglia della responsabilità implica recuperare la percezione della realtà: la nave Italia non è inaffondabile. Tutti gli indicatori segnalano che il dislivello con la Germania sta diventando un fossato, ma anche la Francia in stallo e altri rilevanti europartner ci lasciano indietro.

Se non invertiamo la rotta, fra poco vivremo in continenti diversi. Euro o non euro.

Il nuovo numero di Limes, "L'Italia di nessuno", è dedicato a questi temi. In edicola e in libreria, presto su iPad.
(10/05/2013)

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