lunedì 24 giugno 2013

Disoccupazione giovanile? Basta! La misura è colma! : l'ass. lavoro-over40.it ricorda che i disoccupati sono di tutte le eta' e che perdere il lavoro a 50 anni e' drammatico

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Al presidente
Commissione Lavoro del Senato
Sen. Maurizio Sacconi
Al Presidente
Commissione Lavoro della Camera
On. Cesare Damiano
Merate 23 giugno 2013
Disoccupazione giovanile? Basta! La misura è colma!
Da quando il Governo Letta si è insediato si parla sempre e solo di disoccupazione con l’enfasi dell’aggettivo “giovanile” (15/24 anni): una comunicazione insistente che ad ogni occasione, e a piè sospinto, preme su questo tasto. L’incessante martellamento comunicativo dei parlamentari, del Presidente della Repubblica e dello stesso Presidente del Consiglio evidenziano questa criticità come se fosse l’unica da curare e che, risolta questa, si risolvono tutti i problemi del mondo del lavoro. Anche nel recente incontro con le delegazioni straniere è emersa questa enfasi sulla disoccupazione giovanile con particolare insistenza.
Che il problema della disoccupazione giovanile esista è fuori di dubbio. Che le sue ripercussioni abbiano un effetto dirompente sul futuro dei giovani, sulla possibilità di costruirsi una famiglia è altrettanto innegabile. Ed è forse questa la vera molla che fa allarmare i nostri politici e guardare solo in questa direzione, trascurando altri direzioni.
Riteniamo che le affermazioni pressanti e la insistenza sul tema della disoccupazione giovanile sia una distorsione della realtà, frutto di pura demagogia adottata per calmare le giuste esigenze di circa 800 mila giovani tra i 15 e 24 anni , che sono quelli che più facilmente scendono in piazza a dimostrare. Ma tale insistenza fa andare su tutte le furie, e non poco, oltre 1,9 milioni di altri lavoratori maturi disoccupati e scoraggiati (over 40/50/60 anni) che con maggiore difficoltà, faticano a trovare un dignitoso reinserimento lavorativo. Senza contare un altro 1,5 milioni disoccupati e scoraggiati tra i 25-40 anni, anche loro alla ricerca di una soluzione lavorativa soddisfacente. E' una maggioranza preoccupata del presente, che vive il problema della disoccupazione in modo silenzioso, senza tanto chiasso o dimostrazioni di forza, e proprio per questo trascurata dai politici.
La Associazione Lavoro Over 40 si occupa da circa 10 anni di questa triste realtà e si batte per rivendicare la dignità di queste persone aiutandole, dove possibile, al reinserimento lavorativo e combattendo pregiudizi e stereotipi che esistono su questa classe di lavoratori, dimenticata ed ignorata da tutti e relegata a “zavorra” e soggetta spesso a pesanti azioni discriminatorie.
E’ mai possibile che i nostri parlamentari, Governo Letta e Presidente della Repubblica in testa, non riescano a leggere le statistiche che ISTAT produce e si fidino solamente di alcuni dati che gli vengono sottoposti?
E mai possibile non rendersi conto che:
1) I giovani (15-24 anni) disoccupati e scoraggiati sono 800 mila, con un tasso di disoccupazione allarmante (attorno al 40%), ma rappresentano circa il 18,5% della forza lavoro disoccupata e scoraggiata (vedere tabella 2).
2) La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è sempre stata strutturalmente elevata già a partire dagli anni 70, toccando il 35% sul finire degli anni 80 (vedere tabella 1). E’ quindi un elemento contingente del mercato del lavoro del quale purtroppo non se ne può fare a meno.
3) Le fasce di età superiore 25-34 anni, 35-44 anni, 45-54 anni, e 55-64 anni, pur avendo un tasso di disoccupazione molto più basso (attorno al 10%), rappresentano il 81,5% dei disoccupati e scoraggiati, con circa 3,5 milioni di persone (vedere tabella 2), raggiungendo, per ogni singola fascia, livelli numerici assoluti superiori a quella giovanile (15-24 ani). In particolare i lavoratori maturi (over 40/50/60) rappresentano circa il 44% per un totale di circa 1,9 milioni di persone. Una città intera grande come Milano ed Hinterland!!!
E’ mai possibile non rendersi conto che la disoccupazione in età matura comporta gravi conseguenze sociali? Basterebbe ascoltare le lamentele del lavoratori, come facciamo noi tutti i giorni, per rendersene conto. Ma questo è un esercizio che difficilmente viene fatto da coloro che suggeriscono e/o prendono delle decisioni, abituati come sono a ragionare spesso esclusivamente in termini partitici o peggio elettoralistici (se li aiuto cosa ci guadagno io o il partito?) Se al contrario si facesse l’esercizio di ascoltare ci si accorgerebbe che:
1) La disoccupazione giovanile (15-24 anni) pur riflettendo le sue conseguenze sul futuro delle giovani generazioni, colpisce le singole persone e relativamente pochi nuclei familiari (ipotizziamo un 20%). Quindi l’entità numerica si incrementa di poco rispetto alle statistiche.
2) La disoccupazione in età matura ha effetti sulle singole persone, che già sono numericamente più elevate dei giovani (tabella 2), ma essendo per la maggior parte coniugate con prole (ipotizziamo l’80%), le conseguenze si riflettono su tutto il nucleo familiare e quindi fa sentire gli effetti sociali negativi su almeno il triplo delle persone disoccupate.
3) La disoccupazione in età matura produce effetti negativi sulla disoccupazione giovanile. Infatti se i lavoratori maturi (over40/50/60) perdono il lavoro anche i giovani risentono delle conseguenze in quanto non possono più contare su un "salvagente" a cui ancorare le loro speranze future. E se poi la occupazione non la trovano perché c'è una incombente crisi, non si fa altro che andare ad aumentare la disoccupazione giovanile, quella stessa disoccupazione che si tende a combattere e ridimensionare.
4) La disoccupazione in età matura produce effetti negativi sulla generazione precedente, sui genitori dei quali spesso sono il punto di riferimento e di sostegno. La loro disoccupazione infatti toglie energie che consentono di aiutare l'anziano genitore affiancando una persona di cura, ma anche a distogliere mezzi economici utilizzati per aiutare la persona anziana, per destinarli alla propria sopravvivenza.
5) La disoccupazione in età matura (over40/50/60) produce devastanti effetti personali. Oltre alla perdita di dignità e identità, si accompagnano grandi difficoltà nel sostenere gli impegni economici presi in tempi precedenti, come ad esempio un mutuo. E ciò potrebbe produrre la riduzione sensibile del proprio patrimonio fino alla perdita dello stesso, vanificando tutti i sacrifici fatti fino a quel momento. Oppure ancora difficoltà ad arrivare a fine mese, e percorrere la china verso una strisciante povertà. Di questo le cronache recenti ci segnalano tanti esempi spesso tragici.
In definitiva possiamo affermare che mentre la disoccupazione giovanile è certamente seria e pesante ma è un problema che colpisce spesso persone singole e pochi nuclei familiari e riguarda il futuro delle generazioni, la disoccupazione in età matura (over40/50/60) oltre ad essere di dimensione più elevata di quella giovanile, colpisce moltissimi nuclei familiari e riguarda il presente con un preoccupante effetto moltiplicatore.
Provare per credere!
Spesso i politici ed altri dicono di comprendere la situazione critica dei lavoratori maturi disoccupati, le loro preoccupazioni e difficoltà, ma che la situazione economica non consente di trovare soluzioni adeguate. A queste persone domandiamo di provare nella realtà questa situazione drammatica.
Perché non provate a rimanere per un mese, un anno o più anni senza lavoro, o, se va bene, con lavori precari perché costretti a raggranellare qualche soldo?
Perché non provate a rivolgervi ai Centri per l’Impiego, Agenzie per il lavoro od Aziende e sentirsi dire che “siete vecchi”, oppure che avete “troppa esperienza per la mansione ricercata” e che non ci sono speranze di reinserimento? Oppure a non ricevere risposte dalle centinaia di annunci a cui ci si propone anche se richiedono professionalità perfettamente aderenti alle esperienze maturate?
Perché non provate a sentirvi dire dalla vostra Banca che dovete “rientrare dal fido” oppure che se non pagate le ultime rate di mutuo saranno costretti ad agire per vie legali?
Perché non provate a dire ai vostri figli che non potete più mantenerli agli studi a causa delle entrate che non ci sono più? E che anzi devono aiutare a tirare avanti la famiglia, interrompendo i loro sogni e speranze?
Se provate tutte queste sensazioni adrenaliniche vi renderete conto della criticità e della drammaticità del problema della disoccupazione in età matura. Altro che il semplice comprendere a parole!
Non vogliamo la guerra generazionale, anzi vogliamo aiutare i giovani !
Spesso si sente dire che gli anziani tolgono il posto ai giovani. E’ uno stereotipo mal riposto generato da una storia passata che vedeva nel prepensionamento degli anziani un atto per lasciare il posto alle giovani generazioni!
La protesta sollevata non intende minimamente essere il fronte di una guerra generazionale tra lavoratori maturi/anziani e giovani: ci mancherebbe altro di voler il male dei nostri figli e rendere critico il loro futuro. E’ proprio il contrario !
Da che mondo è mondo i genitori cercano di aiutare i propri figli ed i giovani a realizzare i loro sogni e le aspirazioni, a vivere meglio, a cercare con serenità e calma la loro strada senza l’assillo della quotidianità. Pertanto aiutare il reinserimento dei lavoratori maturi e valutare attentamente gli effetti sociali legati alla loro disoccupazione ha un effetto moltiplicatore sui giovani e consente a questi ultimi di affrontare il futuro con maggiore serenità.
Le speranze.
Cosa si intende fare per questi lavoratori in età matura (over 40/50/60) disoccupati, che allo stato attuale sono totalmente dimenticati, emarginati, relegati a zavorra da buttare a mare?
Cosa si intende fare per queste persone che non riescono a reinserirsi a causa di stereotipi adottati dalle aziende o dalle agenzie per il lavoro e dagli intermediari, che li escludono a causa dell’età, nonostante una chiara normativa (DLGS 216/03) che vieta la discriminazione?
Quali provvedimenti adottare per coloro che vedono più lontana la pensione per effetto della riforma Fornero, oppure “esodati” e che più di altri si trovano nella difficile condizione di essere rifiutati dal mondo del lavoro sempre a causa della età non certamente giovane?
Una cosa è certa. Queste persone non vogliono andare in pensione ma vogliono lavoro!
Le conseguenze.
La Associazione Lavoro Over 40 forte della sua dimensione ed esperienza decennale, della profonda conoscenza del problema della disoccupazione in età matura e della quotidiana vicinanza a chi soffre di questa difficoltà, si rende conto che il non prendere in considerazione tale problema, il non affrontarlo con la dovuta determinazione e priorità potrebbe portare a conseguenze dettate dalla esasperazione. Da sempre diciamo di essere su una “bomba ad orologeria” che non si sa quando innescherà (si spera mai). Questa è una razionale deduzione dettata dai fatti che viviamo tutti i giorni.
L’auspicio.
Vorremmo poter esprimere più ampiamente queste nostre valutazioni, nell'ottica di rendere maggiormente equilibrato il mercato del lavoro senza farsi influenzare da fenomeni di moda o forzature di convenienza politica per l'una o per l'altra categoria di lavoratori, ma rispettando e valutando le giuste priorità compatibilmente con le conseguenze sociali.
Rimaniamo a disposizione per i chiarimenti che vorrete prendere in esame.
Giuseppe Zaffarano Allegati: Tabella 1 Serie storica disoccupazione giovanile
Presidente Associazione Lavoro Over 40 Tabella 2 Disoccupazione e scoraggiati per fasce di età
Cell. 348-0791530
presidente@lavoro-over40.it

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