venerdì 9 agosto 2013

il PD e la Riforma della Giustizia

orso castano: il PD e' per la non separazione delle carriere, temendo un'eccessia influenza del Guardasigilli sulle decisioni della Procura ed insiste sull'autonomia della giustizia. Ma separazione delle carriere non vuol dire automaticamente influenza del guardiasigilli sulle Procure. La eccessiva contiguita' tra Procuratori e Giudici genera diseguaglianza tra difesa e procura , questo problema va risolto ,(e non si capisce la paura del PD del Referendum radicale, infatti sostenendo la necessita' di "un'iniziativa parlamentare" si sottrae ai cittadini il sacrosanto diritto di esprimersi su un argomento cosi' importante , quasi non ne fossero capaci. E' una posizione che lascia fortemente perplessi e che rischiA di favorire le pressionin delle caste giudiziarie , cosi' numerose ed agguerrite in Parlamento. Non dovrebbe funzionare cosi' la democrazia!!) cosi'come si dovra' andare ad un superamento della legge Vassalli , sulla responsabilita' civile del Giudice , oggi contradditoria ed inattuabile. Vedremo cosa ne verra' fuori. Certamente un dibattito che non si puo' piu' evitare.
............“Noi – dice a Lindro.it Donato Leva deputato, 35 anni, responsabile Giustizia del Partito Democratico che sta preparando un pacchetto complessivo che verrà presentato il 7 settembre nell’ambito della Festa Nazionale del Pd – non vogliamo la riforma del titolo IV della Costituzione, ma siamo favorevoli a procedere per alcuni questioni con leggi ordinarie. Non ci nascondiamo dietro a un dito. Siamo – aggiunge Leva – per riformare la giustizia nel merito su alcuni temi a patto e a condizione che ciò su cui si discute non sia un’appendice delle questioni giudiziarie di Berlusconi”. E accenna ad alcune leggi già in discussine alla Commissione Giustizia della Camera, come quelle sulla “decarcerizzazione” o sulla “riforma della custodia cautelare”.
“Per noi – aggiunge Leva – la giustizia non è un tabù”. Una delle questioni più spinose e di divergenza tra i due schieramenti appare ancora oggi quello della separazione delle carriere dei giudici. Sposando la proposta referendaria dei radicali il Pdl infatti sostiene la previsione di “un giudice “terzo”, ossia realmente equidistante – come commentano i Radicali - tra il Pubblico Ministero e il difensore. Al riguardo la posizione del Pd è chiara. No – ribadisce Leva – alla separazione delle carriere, sì a norme che vadano a precisare le funzioni e le incompatibilità in materia. Un no deciso arriva anche sui referendum radicali. “In materie così complesse – sottolinea Leva – ci vogliono iniziative legislative”.
Tra le idee pi diessine in campo e di cui parla Leva c’è inoltre la questione dell’azione disciplinare “per trovare una soluzione che l’affidi ad un giudice terzo esterno al Csm”. Leva inoltre parla inoltre, in fatto di responsabilità civile dei giudici – oggetto di un quesito referendario dei radicali – di flop della Legge Vassalli sul “Risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati” che “va cambiata senza attentare all’autonomia della Magistratura”. Altro tema sul quale il Pd si dice pronto a discutere è quello di una “rimodulazione dell’obbligatorietà dell’azione penale” anche per considerare le priorità in fatto di reati da perseguire. Al riguardo uno specifico disegno di legge costituzionale di modifica dell’articolo 112 della Costituzione italiana, di un solo articolo, è stato presentato al Senato da Lucio Barani del gruppo parlamentare Grandi Autonomie e Libertà. “Ciascun procuratore generale – è la proposta di Barani per un nuovo articolo 112 della Costituzione  – presso la corte d'appello stabilisce di anno in anno, per il proprio distretto di competenza, le priorità nell'esercizio dell'azione penale, in attuazione delle linee guida definite a livelli nazionale dal Ministro della giustizia, che le illustra, entro il 30 novembre di ciascun anno, in una relazione annuale alle Camere”.
Allo stato attuale del dibattito si potrebbe osservare che se si sgombrasse il campo da questioni personalistiche la via per procedere ad una riforma della giustizia, senza intaccare il titolo IV della Costituzione, potrebbe essere intrapresa avviando qua e là alcuni piccoli e grandi aggiustamenti.
Più liscia appare la strada che riguarda la giustizia civile. Entrambi gli schieramenti si dicono propensi a trovare soluzioni che accelerino i processi visto il forte impatto sull’economia reale. Non a caso la giustizia civile è stata indicata come una maggiori criticità anche dal guardasigilli Cancellieri in occasione della presentazione delle linee programmatiche del Governo Letta al Parlamento.
Efficienza del sistema della giustizia civile e competitività del Paese sono elementi tra loro strettamente legati” ha detto Cancellieri. Ed ancora “l’Italia è uno dei Paesi, europei e non, in cui la durata del processo civile è maggiore, come testimoniato dalla comparazione operata dalla Commissione Europea per l’efficienza della giustizia (Cepej) e dalla Banca Mondiale. A ciò deve aggiungersi il tasso di litigiosità  che in Italia è pari a 3,5 volte quello della Germania e quasi due volte quello di Francia e Spagna”.
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