mercoledì 14 agosto 2013

intervista a Bonanni : le lobby favoriscono lo spreco

Bonanni: c’è una lobby che difende lo spreco nella spesa

«Intanto, vorrei dare la massima solidarietà al ministro Cecile Kyenge. È una minoranza, ma non si può sottovalutare questa persistente denigrazione razzistica. Inaccettabile di per sé, e perché punta a bloccare la sacrosanta diffusione di diritti politici e amministrativi per tutti coloro che lavorano e pagano le tasse in Italia».
Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, passiamo alla situazione economica del paese. Usciremo dalla crisi? 
«Non lo so. Io concordo con un commentatore come Panebianco quando dice che c’è un sistema di potere che difende uno status quo basato sullo spreco e sulla spesa pubblica. Un sistema che ha incamerato, nonostante tutte le promesse, i recuperi di gettito dall’evasione fiscale. Una spesa pubblica che non è fatta di stipendi o di “fannulloni”, ma di prebende per i politici, di appalti, convenzioni e concessioni manovrate da gruppi politico-economici. È un grumo che non si giustifica. Finche questa storia non cambia saremo schiacciati dalle tasse. E finché le tasse saranno così alte non usciremo dalla crisi».
Un sistema di potere, dice. 
«Un esempio? Giustamente si stanno pagando alle imprese i soldi dei beni e servizi acquistati dalle pubbliche amministrazioni. Ma nessuno si chiede in che modo e a che prezzi si acquistano quei beni e servizi. Pur sapendo che anche se gli acquisti centralizzati dalla Consip sono molto più convenienti, solo l’8% delle amministrazioni vi aderisce. E invece ci dicono che bisogna vendere Eni, Enel e Finmeccanica, che invece fanno reddito e prestigio. O si fa saltare questo blocco di potere, altrimenti è inevitabile che ci saranno rivolte e movimenti sociali. C’è troppo divario tra questo spreco continuo e le tantissime famiglie che non ce la fanno più». 
Tagliare la spesa, però, è molto difficile. Ci vuole tempo. 
«Una volta pensavo che prima si dovevano trovare le risorse e poi si potevano tagliare le tasse. Ora ho capito che questo incentiva a non ridurre la spesa mai. La crisi ci ha stroncato; le tasse sono al top; la corruzione è diffusissima; la credibilità della politica è a zero. Siamo a un punto di rottura. Per questo dico che se vogliamo uscirne dobbiamo tagliare le tasse. E subito».
Ma le riduzioni fiscali non compensate da tagli sono incostituzionali, verrebbero bocciate dalla Consulta. 
«Invece è costituzionale che uno stessa risma di carta costi il doppio del normale se l’acquista una pubblica amministrazione? È costituzionale mettere all’angolo Equitalia perché è troppo aggressiva verso gli evasori, e dare la riscossione ai Comuni e ai privati, che costeranno di più e non faranno nulla contro chi non paga? È costituzionale restituire i soldi del prelievo di solidarietà del 10% ai grandi dirigenti pubblici, lasciando invece il personale senza rinnovi contrattuali? Bisogna tagliare la spesa, ma prima le tasse».
Ma il «blocco dello status quo» non taglierà mai la spesa, lei dice. 
«Preferiscono sprechi, dissipazione, consorterie. Un rovo di spine che strangola l’Italia, a cominciare da lavoratori e pensionati».
Ma cominciare da una riduzione delle tasse farà esplodere il deficit pubblico. Ue, Bce e mercati ci distruggeranno. 
«Gli diremo che abbiamo cominciato a rilanciare l’economia. E Letta gli dovrà spiegare che vuole tagliarla, questa spesa pubblica, in concreto».
E se non si riducono le tasse, che succederà quest’autunno? 
«Vorrà dire che faremo casino, che reagiremo. Letta ha tutte le possibilità per allestire una manovra di crescita, basata sugli sgravi fiscali. Per questo dobbiamo spingere fortemente, anche per dargli più coraggio. Ma se non lo fa saranno guai. Daremo voce alla protesta sociale».
La settimana scorsa avete incontrato il premier a pranzo. Che idea si è fatto? 
«La discussione è andata bene, ci ha detto che è d’accordo con noi. Ma capisco che tra quello che dice lui, che è in buona fede, e quello che gli consentiranno questi del blocco della spesa, ci può essere una grande differenza. La si può colmare con un grande coraggio del premier, se vorrà mettere il carro davanti ai buoi; oppure con la forza di un grande movimento di protesta. Su questo Cgil-Cisl-Uil sono molto unite e determinate La gente non ce la fa più e si ribellerà».





In tutti questi anni ci ha mangiato sopra anche lui con i sui altri 2 colleghi e si accorge adesso...

Ultima modifica di ceck78 : 29-07-13

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