giovedì 22 agosto 2013

"paradigma" epidemiologico/euristico :Associazione tra depressione e deficit cognitivo accelerato tra i pazienti affetti da diabete di tipo 2 nello studio ACCORD-MIND

univadis - un servizio offerto da MSD
The JAMA NetworkSullivan MD, Katon WJ, Lovato LC, et al. 
Pubblicato online: 14 agosto 2013. doi:10.1001/jamapsychiatry.2013.1965. 
Autore: Mark D. Sullivan, MD, PhD, commenti: 

Sono Mark Sullivan, professore di Psichiatria e scienze del comportamento presso l'Università di Washington. Oggi illustrerò lo studio che abbiamo svolto per analizzare il rischio di deficit 
cognitivo legato alla depressione nei pazienti diabetici. 
Lo studio fa parte dello studio ACCORD-MIND, a sua volta un sottostudio di ACCORD (Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes). Abbiamo analizzato circa 10.000 pazienti per verificare se il controllo dei livelli di glucosio, della 
pressione e dei lipidi può ridurre gli eventi cardiovascolari nei diabetici. L'ACCORD-MIND ha analizzato gli outcome cognitivi come risultati di questi stessi interventi. Oggi non illustrerò i risultati dello studio randomizzato, ma uno studio di coorte osservazionale 
integrato per capire se la depressione, misurata con il questionario PHQ-9, è associata al rischio di deficit cognitivo. Abbiamo rilevato che la depressione ha effettivamente accelerato il deficit cognitivo in tutte le aree analizzate per i sottogruppi di pazienti esaminati. 
Abbiamo utilizzato un test polivalente di velocità psicomotoria (Digit Symbol Substitution Test) e un test di apprendimento verbale (Rey Auditory Learning Test). Abbiamo poi analizzato una 
misura della funzione esecutiva (Stroop Interference Task) ed è emerso che in tutti i casi di depressione si verifica un deficit cognitivo accelerato. Sono diversi gli aspetti che questo studio arricchisce rispetto a quelli precedenti. Innanzitutto 
abbiamo misurato la cognizione in modo preciso non solo analizzando le cartelle cliniche che diagnosticavano la demenza. 
Abbiamo poi analizzato diversi sottogruppi, come ho detto, e tutti mostravano segni di deficit cognitivo. Non erano rilevanti la presenza di una precedente patologia cardiovascolare, la randomizzazione nel gruppo intensivo o standard per il glucosio, i lipidi o la pressione, l'età o la cognizione al 
baseline oppure la somministrazione di un trattamento con insulina. 
In tutti questi gruppi la depressione sembrava accelerare il deficit cognitivo. È importante sapere che questo studio ha dei limiti: non verifica se il trattamento della depressione può ridurre il rischio di deficit cognitivo. Tali aspetti infatti dovranno essere affrontati 
in uno studio futuro. Siamo riusciti a dimostrare che la depressione ha degli effetti propri, anche in un gruppo che è stato ben monitorato e ben gestito secondo tutti gli standard. Anche i gruppi più lievi o standard dell'ACCORD sono stati gestiti secondo le linee guida cliniche, quindi alcuni aspetti comportamentali della depressione, come la mancata osservanza delle prescrizioni mediche e lo scarso controllo del glucosio, non erano applicabili. Sembra che questo sia un effetto della depressione indipendente che abbiamo monitorato e documentato nello studio 
ACCORD-MIND. 
© 2013 American Medical Association

Nessun commento: