sabato 3 agosto 2013


segui quotidianosanita.itl PD e presidente della Fnomceo.  Che riconosce al testo del ministro una “ supremazia” istituzionale rispetto ai testi presentati in Senato in materia di riforma degli ordini. Questo può significare che il Ddl della Ministra godrà di una corsia preferenziale in Parlamento


Ddl Lorenzin. Bianco (PD):Ottimo.  corsiapreprepreferenziale. In forse testo unico parlamentare"
01 AGO - Il giudizio, sia nel complesso dell’iniziativa, che nello specifico, ovvero con riguardo alla riforma degli ordini, che il senatore del PD e presidente della Fnomceo Amedeo Bianco, dà della Ddl omnibus Lorenzin è sostanzialmente positivo. Positivo per una serie di motivi a partire dal fatto che il lavoro di Lorenzin insiste su un percorso fin qui svolto dallo stesso ministero della Salute, riprendendo quanto già fatto da Fazio e successivamente da Balduzzi. In più la proposta della ministra individua soluzioni, in materia di riordino delle professioni, rimaste “appese” dalla scorsa legislatura e che meritano l’attenzione del Parlamento.

Presidente Bianco, la ministra Lorenzin ha presentato un ddl omnibus che ricomprende anche la riforma degli ordini professionali. Che sarà delle quattro proposte su cui state lavorando in Commissione Sanità al Senato per trasformarle in un testo unico?
L’intervento del Ministro ha un po’ cambiato il contesto per cui credo che da un punto di vista strettamente procedurale il problema è capire come si può raccordare l’iniziativa parlamentare con quella del governo che ha una sorta di supremazia. Problemi nel merito non ce ne sono perché la proposta Lorenzin è all’interno di un percorso di individuazione di soluzioni sul riordino delle professioni che atteneva al percorso legislativo precedente.

Dunque niente più Testo unificato?
Il lavoro che adesso può fare la Commissione Sanità del Senato è verificare le distanze e le differenze, modeste, che ci sono sui testi e quindi verificare la possibilità di una proposta largamente condivisa.

Quali sono le differenze tra la sua proposta e quello della ministra Lorenzin?
Essenzialmente sono tre. La prima, nella mia proposta vengono identificati gli ordini territoriali, prefigurando l’abolizione delle province, dicendo che gli ordini territoriali insistono sulle stesse circoscrizioni geografiche delle province al 31 dicembre 2012.
La seconda differenza è che nel mio testo vengono ulteriormente specificate le funzioni autonome degli albi presenti in più ordini, in modo specifico quello più antico dei medici e degli odontoiatri, prevedendo in modo più analitico le funzioni di commissioni a livello territoriale e a livello nazionale. La terza variazione è che nelle commissioni inquirenti, in caso di procedimenti disciplinari, su base regionale viene introdotto un componente nominato dal ministero della Salute, preferibilmente un giudice di pace. Questo nel Ddl Lorenzin non c’è

Nel complesso del provvedimento come valuta l’iniziativa della Ministra? 
Nel complesso il giudizio è sostanzialmente positivo. Interviene su moltissime materie, è piuttosto complesso e cerca di compiere uno sforzo nel mettere ordine in più punti del sistema. Penso per esempio ai medici ministeriali, alla sperimentazione, ai nuovi Lea con il parto indolore, gli stili di vita sono più materie. Insomma tiene insieme veramente tante cose e per questo gli riconosco un suo peso e una sua complessità.

E nello specifico delle norme che riformano gli ordini, se lei non avesse presentato un suo testo, voterebbe convinto quello della Ministra?
Certamente perché non fa altro che raccogliere il percorso, fin qui svolto anche dallo stesso ministero della Salute. Questa della riforma è una storia iniziata con l’ex ministro Fazio, portata avanti dal suo successore Balduzzi e che si è interrotta per la fine della legislatura. Ma era ad un passo dall’essere approvata. Quindi il lavoro di Lorenzin si inserisce in un solco già profondamente segnato. Il ministro con il suo disegno di legge porta all’attenzione tutti i problemi aperti e le soluzioni ad alcune criticità di sistema. Sono tutte questioni che stavano lì e che meritano l’attenzione del Parlamento.

Stefano Simoni

01 agosto 2013

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