mercoledì 7 agosto 2013

paradigma bioingegneristico : nanoparticelle contro tumori e riparazione ossea

orso castano: la cosa che stupisce , e non poco,  e' che la creativita, la fantasia, lo sforzo per cercaerr soluzioni utili a debellare malattie terribili , e' incessante e, spesso, da luogo a scoperte semplici ma ingegnose. Paragonato alla politica questo movimento , cosi' dinamico, lascia impressionati. c'e' un cooperazione/competitivita', anche a fini di guadagno, che la politica puo' solo sognare. Bisognerebbe che i politici frequentassero i migliori laboratori di ricerca per qualche tempo , magari uno o due stage, per apprendere il metodo e la tensine innovativa che' c'e' dentro.

Nanoparticelle magnetiche per la rigenerazione del tessuto osseo. La nuova applicazione, nel campo della medicina rigenerativa, arriva dalla collaborazione tra l'Istituto di Scienza e tecnologia dei materiali ceramici Istec-Cnr e Finceramica.
Dispositivi impiantabili - Istec-Cnr e Finceramica hanno sviluppato e brevettato nuove nanoparticelle magnetiche, a base di idrossiapatite. Gli studi che hanno portato a questo risultato hanno l'obiettivo di sviluppare dispositivi medici innovativi, impiantabili, per la medicina rigenerativa, in grado di generare tessuto osseo e osteo-cartilagineo. La loro è un'azione di "imitazione" della componente ossea dei tessuti. Sono sicure e perfettamente tollerate perché l'organismo le riconosce come proprie, avendo la stessa composizione chimica dell'osso. 

Utili in oncologia - Queste nanoparticelle possono avere una applicazione anche in ambito oncologico, per l'individuazione precoce di tumori e per la somministrazione di terapie finalizzate alla distruzione delle cellule tumorali.Una volta iniettate nella massa cancerosa, infatti, queste nanoparticelle sottoposte a campo magnetico raggiungono una temperatura compresa tra i 42 e i 46°C colpendo in maniera selettiva le cellule tumorali senza danneggiare quelle sane e minimizzando gli effetti collaterali. 

Necessari ulteriori studi - Finceramica ha dato il via all'iter medico-scientifico, caratterizzato da passaggi fondamentali come la valutazione di fattibilità del progetto, la presa in carico del brevetto e la fase pre-clinica (studi di tossicologia, verifica della biocompatibilità), per poi procedere alla sperimentazione clinica, in ottemperanza allo specifico percorso regolatorio presso il ministero della Salute.

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