domenica 15 aprile 2012

art.18 e 19 : no al giustizialismo inconcludente


osservazione sensata , ma sui diritti di chi lavora non si puo' discutere, e' il Parlamento che deve legiferare e chiarire. Il giustizialismo non ha mai portato cose positive.


"Leggere non tanto delle cause, quanto dei tempi infiniti e soprattutto della totale incertezza delle norme, conferma uno dei loro peggiori incubi rispetto agli investimenti in Italia. Paola Severino, ministro della Giustizia, potrà fare tutti i road show possibili: buttar giù quest' immagine sarà complicato anche al suo «tribunale delle imprese»."


Corriere della Sera

Fiat-Fiom, sentenze incrociate Il rebus consulta

Bologna aveva dato ragione alla Fiom. Milano alla Fiat. Ora, una settimana dopo, Napoli dà ragione alle tute blu Cgil. Lecce agli uomini del Lingotto. L' unica differenza è che questa volta il copione - con i due tribunali, i due verdetti antitetici, le due letture diametralmente opposte delle stesse norme e per la stessa contesa - va in onda a distanza non di giorni e nemmeno di ore. Va in onda in simultanea. Il che rende ancora più evidenti gli aspetti kafkiani della questione. E la sua emblematicità a livello di sistema-Paese. Proprio quando, alla disperata ricerca di «crescita», molto dibattiamo sulla nostra quasi inesistente attrattività per gli investitori esteri. O - alla fine fa lo stesso - sulla voglia di delocalizzazione di quelli italiani. Non è mai stata davvero circoscritta, la guerra Fiat-Fiom, un affaire soltanto tra il «sindacato antagonista» e il primo gruppo industriale del Paese. Se fa tanto rumore è per la sua oggettiva simbolicità. E per il carico ideologico che ci è stato buttato sopra dall' inizio. Solo che il tutto, ormai, va ben oltre lo scontro tra Maurizio Landini - che ieri ha inneggiato alla vittoria di Napoli ma tranquillamente ignorato la sconfitta di Lecce - e Sergio Marchionne. Lo stillicidio di cause avviate dai metalmeccanici Cgil per ottenere la rappresentanza sindacale, nonostante non abbiano firmato il contratto aziendale e ad escluderli sia dunque direttamente lo Statuto dei lavoratori (articolo 19, voluto a suo tempo proprio dalla Fiom e già più volte passato all' esame di costituzionalità), è ovviamente un grosso problema per il Lingotto. Se la vedranno i suoi avvocati. Ma se per una stessa controversia ci sono 61 processi aperti, se i quattro già discussi sono finiti con due sentenze e due interpretazioni opposte,

se si deve evocare (legali Fiat) l' ennesimo intervento della Consulta per uscire dal labirinto, è la Fiom che dovrebbe temere comunque il boomerang. Non è solo la minaccia di Marchionne di andarsene dal Paese. La Fiat fa notizia anche sui giornali stranieri. Gli industriali esteri quelli comprano. Leggere non tanto delle cause, quanto dei tempi infiniti e soprattutto della totale incertezza delle norme, conferma uno dei loro peggiori incubi rispetto agli investimenti in Italia. Paola Severino, ministro della Giustizia, potrà fare tutti i road show possibili: buttar giù quest' immagine sarà complicato anche al suo «tribunale delle imprese». RIPRODUZIONE RISERVATA
Polato Raffaella
Pagina 54
(14 aprile 2012) - Corriere della Sera

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