martedì 3 aprile 2012

Il Piano Energetico Nazionale non esiste ancora!! Il Governo dei tecnici ha fatto flop , restiamo dipendenti dal fossile!!!


.............vedi anche una interessante ricerca di Italiadecide :

Gruppo di ricerca diretto da Alessandro Campi
(Ricercatori: A. Damonte, L. Di Gregorio)
QUESTIONI DI GOVERNANCE (stralcio : le conclusioni)

4. Sintesi ed indicazioni 
L’analisi della  governance delle infrastrutture strategiche restituisce così 
l’immagine di un sistema istituzionale frammentato e conflittuale, contrapposto ad 
un sistema industriale dotato invece in alcuni suoi segmenti di una progettualità 
di ampio respiro. In un simile contesto, le regole pensate per favorire l’efficienza 
finiscono per far coincidere i progetti di sviluppo del paese con i progetti delle 
imprese incaricate dell’opera. Nulla di male in sé –se non che queste imprese per 
prime lamentano come la loro azione soffra, non a caso, di un forte deficit di 
legittimità.  
La via d’uscita immediatamente praticabile, e quindi modesta, si ritiene vada 
cercata in un diverso aggancio delle soluzioni prodotte dai privati alla dimensione 
pubblica –un aggancio che, nello spirito della legge obiettivo, non passi per 
nuove procedure amministrative ma permetta egualmente una legittimazione 
dell’opera, restituendo agli “affected interests” diritto di incidere sulla decisione. 
Questa modalità viene individuata nell’istituzione di una valutazione ex-ante ed 
argomentativa di progetti che abbiano già trovato sponsor istituzionali, e si basa 
su due elementi:  
1) l’onere della prova di utilità, a carico del progetto e dei suoi proponenti pubblici 
e privati; e  
2) la pubblicità e contestabilità del progetto stesso. 
− Onere della prova. Utilizzando dati attendibili e specificando i metodi usati, il 
progetto dovrebbe rendere espliciti e comparabili i costi ed i benefici diretti ed 
indiretti dell’opera, e della rete che ne risulta, nonché dei rischi ad essa 
associati entro un orizzonte temporale significativo, rispetto ai problemi di 
crescita e competitività, di valorizzazione del territorio, e di diseguaglianza 
sociale. Per essere credibile, dovrebbe anche indicare tempi di realizzazione e 
le modalità di copertura finanziaria, e giustificare la necessità di spesa 
pubblica come il rapporto tra spesa pubblica e privata. 
− Pubblicità e contestabilità. Il progetto preliminare, corredato dalle informazioni 
sui suoi costi, benefici, rischi e copertura finanziaria, dovrebbe essere reso 
accessibile per via elettronica e per alcune settimane dai siti delle istituzioni 
promotrici, del Ministero, e dei privati coinvolti. Il sito del progetto dovrebbe 
contenere un applicativo che permetta di raccogliere on-line le obiezioni 
sollevate da soggetti pubblici e privati, da lasciare altrettanto visibili. Le 
obiezioni sollevate dovrebbero poi pubblicamente trovare una risposta nel 
progetto definitivo –attraverso un rifiuto argomentato, o indicando come i 
cambiamenti introdotti nel progetto risolvono le obiezioni. Il progetto definitivo 
dovrebbe essere pubblicato a sua volta on-line e, possibilmente, fornire la 
base del monitoraggio. Tanto la costruzione della valutazione ex-ante quando
 la fase di argomentazione dovrebbe rappresentare un incentivo per progetti
 più ancorati tanto alle programmazioni regionali già esistenti quanto alle preoccupazioni del 
territorio, oltre a promuovere l’internalizzazione dei costi. La documentazione 
così prodotta potrebbe inoltre essere utilizzata per restituire al CIPE la centralità 
nella programmazione economica e nella valutazione delle infrastrutture –
supportandolo nelle decisioni allocative, che a quel punto diventerebbero 
possibili sulla base di un criterio di utilità. Perciò il CIPE dovrebbe essere dotato 
di una struttura tecnica, autonoma rispetto ai Ministero delle infrastrutture e dello 
sviluppo, in grado di definire le linee guida ed i criteri minimi della valutazione exante, 
e di verificare se il progetto definitivo risolve in modo convincente le 
obiezioni o è irricevibile e quindi non può essere cofinanziato. Il CIPE avrebbe 
inoltre l’obbligo di pubblicare il progetto  definitivo e la sua versione esecutiva. 
Ancora, il progetto così definito potrebbe essere l’oggetto di accordo vincolante 
tra i finanziatori. 
La convinzione non è che questa innovazione possa risolvere i molti conflitti e 
giochi strategici che le infrastrutture generano inevitabilmente, o davvero dare 
ordine al pluralismo istituzionale. Piuttosto, si ritiene che essa possa migliorare la 
qualità dei progetti, restituire carattere pubblico all’opera dimostrandone e 
promuovendone la capacità di risolvere problemi rilevanti, ed aumentare 
l’accountability democratica dell’intervento e della spesa relativa –tre elementi 
senza i quali qualunque efficienza perde di significato.  
Il progetto così definito, quindi, non è garantito dai giochi ‘post-legislativi’ che 
comunque si realizzano nell’implementazione. La raccomandazione al proposito 
non è però di comprimerli o di eliminarli, magari facendo seguire la revisione 
argomentata del progetto da un improbabile  enforcement coercitivo. Nessun 
contratto o accordo può mai essere considerato perfetto e chiuso, soprattutto nel 
momento in cui gli obblighi prendono corpo in un arco significativo di tempo come 
nel caso dei progetti infrastrutturali –quantomeno perché il contesto evolve, ed il 
contratto richiede un adattamento delle condizioni pattuite ai cambiamenti 
ambientali per mantenersi efficace. Inoltre, nonostante la segmentazione di fatto 
del mercato delle infrastrutture per livelli di governo (o ‘interessi preminenti’) 
introdotta via decreto, i progetti infrastrutturali per loro natura coinvolgono 
inevitabilmente governi diversi a tutti i livelli, sia per impatto territoriale che per 
connessione con progettualità e reti già presenti.  
Di fronte a queste condizioni, non è possibile imputare ai giochi post-legislativi 
un carattere meramente negativo, poiché permettono anche gli aggiustamenti 
necessari a mantenere la soluzione infrastrutturale efficace rispetto al problema 
originario e alle sue evoluzioni.  
L’implementazione ha dunque bisogno di conservare una flessibilità 
regolativa. L’istituzione di una struttura amministrativa nodale, ‘di proprietà’ dei 
diversi governi coinvolti, e da questi intitolata della capacità di adeguare in 25 
maniera trasparente i termini istituzionali del progetto esecutivo ai cambiamenti di 
contesto senza perdere di vista gli obiettivi di  policy, potrebbe completare il 
nuovo disegno di  governance anche sulla ‘fase discendente’ del progetto, e 
rappresentare un partner ed un contrappeso efficace agli stakeholders privati. 

orso castano:  l'autonomia energetica dell'Italia, non sembra essere l'impegno
determinante del "Governo Tecnico" , mentre negli USA , Obama, ne fa un obiettivo 
prioritario. Eppure un disegno strategico di queso tipo farebbe risparmiare molti soldi
La ricerca poi sulla fusione fredda , la energia di fusione , l'energia geotermica e le 
cosiddette rinnovabili da Passera non viene neppure nominata.
Riporto qualche commento tratto dal video sulla fusione fredda:

  •  vorrei sapere se la Tesla Motors che sviluppa motori elettrici con ingegneri della Silicon VAlley, ha avuto il "benestare" per la produzione di auto a motore elettrico direttamente da Obama e solo per lobbisti e massoni che saranno gli unici a beneficiare di queste innovazioni (finché la gente non si incazza per bene)... oppure com'è andata... ?!?
  • : vorrei tanto che Rubbia rilasciasse un bel commento su questa fantastica forma di energia... invece di farla sminuire dai massoni che vogliono il petrolio e con esso il dominio delle masse... per la migliore regola dell'economia: dai alla gente quello che la gente VUOLE -> se la gente realizza l'importanza di una scoperta scentifica per il bene di tutti e la vuole, non potrai mai negargliela... ;)
    La questione a questo punto diventa un'altra: i poteri forti, quelli che controllano petrolio e nucleare, staranno solo a guardare? O cercheranno di far fuori fisicamente Rossi e tutti gli altri? In passato se ne sono dimostrati capacissimi, e per molto meno (Mattei, Kennedy, ecc.). Speriamo bene...

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