lunedì 16 aprile 2012

fitoterapia in ospedale


Un'erborista a Careggi

Un'erborista a Careggi, non come paziente, non come turista, ma semplicemente come erborista...non certo per iniziare a curare in modo "alternativo", quanto piuttosto per seguire da vicino quel 20% della popolazione che abitualmente si rivolge alle erbe, anche tra i ricoverati e il personale sanitario, e spesso senza consapevolezza o senza un'informazione adeguata. Il progetto semestrale, a costo zero per l'AOU Careggi, è appena partito. Vi partecipa una giovane laureata in Tecniche erboristiche che, prima della laurea, ha prestato il tirocinio obbligatorio nella nostra struttura, per poi laurearsi all'Università di Padova con una tesi sul potenziale ruolo dell'erborista in un ospedale pubblico. Gli obiettivi: 
Ascoltare: l'erborista ascolta e accoglie le esperienze personali e popolari di uso delle piante medicinali, quelle provenienti dalla tradizione e che più difficilmente sono citate nei testi scientifici, salvo le ricerche di etnobotanica ed etnomedicina.
Educare: in una struttura pubblica non può mancare l'aspetto educativo: come e quando ci si può rivolgere alle erbe o al fai da te e quando invece occorre passare alla fitoterapia o alla medicina convenzionale.
Informare l'informazione obiettiva sulle opportunità terapeutiche delle erbe, sui loro limiti e rischi è la più attesa dalla popolazione, non solo dai pazienti di Careggi. 
Ricercare: l'erborista è già inserita in ricerche epidemiologiche applicate alla fitoterapia e alla fitovigilanza.
Collaborare: auspicabile la collaborazione con il personale sanitario quando ad esempio si trovino di fronte a un paziente che utilizza prodotti erboristici. 
Nelle nuove strutture ospedaliere è previsto un apposito luogo chiamato "Tisaneria", e la logica vuole che in ospedale sia possibile ricevere anche le tisane, ad esempio durante gli incontri educativi sull'uso e sui rischi delle erbe, che stiamo preparando per i degenti e i loro familiari. 

Fabio FirenzuoliCentro di Medicina IntegrativaAUO Careggi, Università di Firenze

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