domenica 8 aprile 2012

ITALIETTA: lobbismo, corruzione diffusa, conflitti di interesse, sottobosco imperante, familismo amorale ed immorale, caste, partitocrazie, niente ricerca, niente investimenti innovativi >> 1 milione di giovani disoccupati in tre anni

la sconfitta di "Mani Pulite"

“Ricordano un condannato
è la sconfitta di Mani pulite”

L’ex pm Gerardo D’Ambrosio: "Con questo clima non mi stupisco più di niente. Ormai non c’è più forte biasimo per la corruzione"
di Emilio Randacio
Gerardo DAmbrosio
Gerardo D'Ambrosio
«CON questo clima, non mi meraviglio più di nulla». La prima reazione di Gerardo D’Ambrosio è di amarezza. Oggi occupa uno scranno in Senato per il Pd. Per più di 30 anni, dall’osservatorio della procura di Milano, si è occupato di delicate inchieste (su tutte la strage di piazza Fontana), per concludere la sua carriera in toga come coordinatore del pool di Mani pulite.
Senatore, il sindaco Letizia Moratti ha annunciato che intitolerà una strada a Bettino Craxi.

Visto quanto hanno accertato le vostre inchieste e poi le sentenze definitive, cosa ne pensa?

«Non posso approvare una cosa del genere. La realtà è che l’attuale maggioranza di governo ha deciso di fare quello che vuole, senza nessuna limitazione. Con il sistema elettorale vigente, la maggioranza ha numeri enormi, che gli consentono di fare approvare quello che vogliono nei due rami del Parlamento. Oggi dicono che vogliono la nostra collaborazione per fare le riforme. Ma solo formalmente, perché alla fine votano quello che vogliono. Hanno deciso di intitolare una via a Bettino Craxi? Vuol dire che saranno giudicati dai posteri anche per questo».

Ritiene immorale questo gesto?
«Craxi ha subito tre gradi di giudizio come ogni cittadino davanti alla legge, ed è stato condannato con delle sentenze definitive passate in giudicato. Come statista non nego che abbia anche avuto dei meriti. Evidentemente, però, si è deciso di intitolargli una via perché molti craxiani sono confluiti nel partito dell’attuale maggioranza. E la cosa non mi stupisce».

Non ritiene che questo sia anche un segnale che dimostra come Mani pulite sia stata sconfitta?
«Che sia stata sconfitta ce ne siamo accorti tutti. Ormai non c’è più neanche una forte condanna per la corruzione. Non vengono nemmeno ratificati gli accordi internazionali sulla lotta alla corruzione. Il nostro, con Tangentopoli, è stato un tentativo di debellare forme di corruzione che hanno comportato cose terribili, modifiche che ci portiamo ancora dietro. Abbiamo impedito l’e marginazione delle migliori imprese, a discapito di aziende che lavoravano solo grazie a un padrino politico. Facciano pure». 2009

 Servizio Pubblico di venerdì 23 marzo 2012 , di Mario Santoro
Di Pietro non parla di sconfitta, dopo Mani Pulite: per lui Mani Pulite è stato un centro diagnostico di un cancro ampio che ha colpito il paese, e sottolinea che la sola interdizione dalle cariche pubbliche degli imprenditori corrotti e delle persone sotto inchiesta sarebbe una soluzione al paese e alla perdita di competitività del sistema.  
A questo punto Francesca Fagnani intervista Vittorio Sgarbi, che sostiene che la conseguenza più importante di Mani Pulite è stata la distruzione dei partiti come contenitori di idee. Sgarbi afferma la necessità di ritornare ai partiti che siano capaci di raccogliere persone per le loro idee, per le ideologie, per i programmi, laddove oggi si presentano come contenitori neutri, in cui destra e sinistra sono praticamente uguali e incapaci di esprimere differenze sostanziali.
Davigo parla delle novità nella corruzione di oggi; osserva che alcuni politici, pur essendo sotto inchiesta, continuano a mantenere le loro posizioni, come se gli accertamenti da parte della magistratura non dovessero implicare alcuna revisione delle cariche. Il problema poi è rappresentato dalla prescrizione, che viene spesso messa in atto anche dopo la condanna avvenuta in primo grado; e osserva come non ci siano dei meccanismi di controllo all'interno degli stessi partiti, ovvero meccanismi che impongano l'espulsione dagli incarichi, o la responsabilità nei confronti dei cittadini e della carica che viene ricoperta. Colombo afferma che la giustizia è cambiata, e che oggi i reati di abuso d'ufficio e di falso il bilancio, che all'epoca si potevano individuare, non sono più individuabili.






Il Sole 24 Ore

25 febnbraio 2012 da  

La cultura ci libera dalla corruzione. Le adesioni illustri al nostro Manifesto

La corruzione è meno diffusa nei Paesi in cui vi sia un più alto livello di prestazioni intellettuali: i risultati di un recente studio tedesco, come racconterà domani sul supplemento culturale del Sole 24 Ore Gilberto Corbellini, offrono ulteriore sostegno alle tesi avanzate dal Manifesto per una Costituente della cultura lanciato la scorsa settimana dalla "Domenica": Niente cultura, niente sviluppo , che in pochi giorni ha raccolto più di mille adesioni convogliando un forte consenso sia istituzionale sia nella società civile (tra i primi firmatari, Claudio Abbado, John Banville, Daniel Barenboim, Lorenzo Bini Smaghi, Andrea Carandini, Antonio Damasio, Stephane Lissner, Renato Mannheimer, Ermanno Olmi, Luca Ronconi, Toni Servillo, Salvatore Settis, i fratelli Taviani, Bob Wilson).
E di una solida diffusione della conoscenza nel nostro Paese c'è drammatico e urgente bisogno se, come ricorda nel numero di domani il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, l'ottanta per cento degli italiani di età compresa tra i 16 e i 64 anni ha un'insufficiente padronanza della propria lingua.
Dalla nuova collana del Sole 24 Ore sui Premi Nobel (I Grandi della Scienza, espressamente curata e introdotta dal responsabile della Domenica, Armando Massarenti, che parte con Einstein), all'importanza di fare propria una cultura quanto possibile oggettiva della valutazione della ricerca e delle università, fino al metodo scientifico applicato alle dispute sull'attribuzione delle opere d'arte (con il processo al presunto Caravaggio), l'impegno della Domenica a favore di un nuovo impulso politico e sociale per la promozione della cultura e del capitale umano nel nostro Paese punteggia tutto il supplemento, che propone la consueta ricchissima carrellata di contenuti e di firme: Elisabetta Rasy, Tim Parks, Sandro Veronesi, Carlo Rovelli, Renato Dulbecco, Umberto Bottazzini, Gianfranco Ravasi, Alvar Gonzalez-Palacios, Paolo Matthiae, Marinella Guatterini, Goffredo Fofi, Vincenzo Cerami.
orso castano : ma se il valore materiale della cultura e' oggi pari a zero, se il valore dell'informazione seria sta scadendo e vale materialmente sempre meno, se un diploma di laurea o di dottorato paradossalmente ti costringe a fuggire all'estero, se i partiti continua tranquillamente a rubare , se non c'e' rinnovamento nei servizi pubblici dove continuano a comandare sempre i soliti saltimbanche culi di pietra (vedi i primari della saanita' che hanno la faccia di bronzo...per altro non dire...di chiedere pubblicamente piu' potere , loro che hanno portato ad uno stato comatoso la sanita' pubblica ormai piena di ruberie e scandali) , se un'opera d'arte, se Pompei , viene lasciata cadere a pezzi , se i quadri degli Uffizi marciscono nelle cantine ed i musei sono chiusi la domenica........come si recuperera' questo paese. Forse , come per la Grecia, solo una caduta rovinosa costringera' ad un rovesciamento, anche se non c'e' da augurarselo!!

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