lunedì 18 giugno 2012


«Gli investitori ci sono, ma vogliono qualità»

L’INGEGNER Massimo Capuano, per anni al vertice di Borsa Italiana e oggi ad di Centrobanca, è fra gli uomini che meglio conoscono le logiche con cui si muovono i grandi capitali e le loro preferenze tra i migliaia di prodotti finanziari offerti sul mercato. Ieri, per esempio, Centrobanca e Bocconi ...
L’INGEGNER Massimo Capuano, per anni al vertice di Borsa Italiana e oggi ad di Centrobanca, è fra gli uomini che meglio conoscono le logiche con cui si muovono i grandi capitali e le loro preferenze tra i migliaia di prodotti finanziari offerti sul mercato. Ieri, per esempio, Centrobanca e Bocconi hanno dedicato un convegno ai project bond, strumenti che dovrebbero giocare un ruolo di spicco nel decreto di sviluppo oggi al vaglio del governo.
Intanto, ingegnere, la notizia di oggi è il piano di dismissioni del patrimonio pubblico. Condivide l’idea di creare veicoli finanziari specifici, attraverso una Sgr del Demanio, in cui far confluire i beni mobiliari e immobiliari dello Stato?
«Tecnicamente la via è percorribile e ormai sperimentata anche in altri Paesi. Importante sarà porre attenzione alla selezione degli asset, cioè dei beni, in maniera da assicurare portafogli omogenei e adeguati agli investitori potenziali. Ma su questo fronte le dichiarazioni del premier nella loro sintesi sono state chiare e additano proprio a una pluralità di forme specializzate in funzione delle attività». 
A suo giudizio fondi di questo genere sarebbero in grado di raccogliere capitali così ingenti sul mercato?
«Guardando ai mercati finanziari internazionali osserverei che se in Europa, come noto, veniamo da un paio di anni di maggiore razionamento della liquidità, questo non è universalmente vero. Importante è creare strumenti dalle caratteristiche tecniche immediatamente riconoscibili e molto trasparenti per quanto concerne il portafoglio di beni che rappresentano, così da attrarre investitori stranieri, superando eventuali dubbi degli stessi».
Che ruolo potrebbero avere istituti come Centrobanca in un piano di questo tipo?
«Il tipico ruolo di una Investment Bank: strutturare le operazioni, cioè partecipare alla creazione degli strumenti e promuoverne la distribuzione presso gli investitori istituzionali italiani e internazionali».
Anche i project bond, di cui avete discusso ieri mattina, sono in fondo uno strumento per mobilitare capitali privati. È esatto?
«Corretto. I project bond sono lo strumento destinato ad avere un ruolo importante nel finanziamento delle infrastrutture: sia delle nuove infrastrutture, sia nel rifinanziamento di quelle esistenti. La novità sta nell’avere ideato uno strumento che grazie all’intervento di soggetti come BEI SACE e Cassa Depositi e Prestiti, gode delle garanzie necessarie a rendere i bond interessanti per gli investitori istituzionali».
A quali condizioni potrebbero avere successo?
«Che finanzino progetti validi, cioè in grado di generare reddito e che godano di un rating sufficientemente elevato: si parla di rating investment grade, ovvero BBB o più elevato».
Non crede che in questo momento manchi la liquidità sufficiente sui mercati finanziari per realizzare progetti che valgono migliaia di miliardi?
«I project bond sono uno strumento molto adatto a investitori come i fondi pensione, i gestori di riserve tecniche assicurative o gestori del patrimonio di fondazioni. La dimensione delle emissioni a oggi prevedibili non pone problemi di assorbimento da parte dei mercati. Basti pensare che, per esempio, i 230 milioni stanziati dall’Unione Europea per i prossimi due anni, potranno contribuire a finanziare progetti per circa 4,6 miliardi: in pratica l’equivalente di un’asta BTP».

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