venerdì 29 giugno 2012

stress psicosociale :parametri ematici , diabete


STRESS OSSIDATIVO NELLA PROGRESSIONE DEL DANNO VASCOLARE NEL DIABETE MELLITO TIPO 2: NUOVI APPROCCI TERAPEUTICI

Università degli Studi di Torino              AbstractL'aumentata produzione di specie reattive dell'ossigeno sembra essere la principale causa dello stato pro-infiammatorio e della disfunzione endoteliale che è all'origine del danno macro- e microangiopatico presente nel diabete mellito. 
Viene proposto uno studio pilota condotto in due centri ampiamente integrati su pazienti con diagnosi certa di diabete mellito di tipo 2 (American Diabetes Association, 2004), in esclusivo trattamento dietetico, con l'obiettivo di:
1) definire, nell'uomo, l'utilizzo di markers ematici -plasma e mononucleati circolanti (PBMC)- di squilibrio ossido/riduttivo, di flogosi e di danno endoteliale sensibili e specifici che permettano la corretta stratificazione del rischio cardiovascolare individuale nel paziente diabetico; 
2) valutare l'efficacia del trattamento con il deidroepiandrosterone (DHEA), e confrontarlo con quello di una molecola dotata di attività antiossidante (n-acetilcisteina), nel modificare i parametri ematici di stress ossidativo, i dati funzionali dell'endotelio, lo stato infiammatorio ed il grado di insulino-resistenza. Gli antiossidanti, interrompendo il segnale centrale che induce l'amplificazione e l'auto-mantenimento del danno ossidativo, sono stati perciò considerati fra i candidati all'impiego nella prevenzione delle complicanze diabetiche. Tuttavia a fronte di risultati sperimentali molto convincenti, i trials clinici che hanno impiegato gli antiossidanti tradizionali hanno ottenuto risultati >>>
Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca
Giuseppe BOCCUZZI Università degli Studi di TORINO
Obiettivo del Programma di Ricerca
La letteratura più recente ha definitivamente dimostrato che l'iperproduzione di specie reattive dell'ossigeno indotta dall'iperglicemia cronica è il meccanismo comune attraverso cui vengono attivate le principali vie metaboliche che portano all'insorgenza ed alla progressione delle complicanze croniche del diabete. L'aumentata produzione di specie reattive dell'ossigeno sembra essere la principale causa dello stato pro-infiammatorio e della disfunzione endoteliale che è all'origine del danno macro- e microangiopatico presente nel diabete mellito. Gli antiossidanti, interrompendo il segnale centrale che induce l'amplificazione e l'auto-mantenimento del danno ossidativo, sono stati perciò considerati fra i candidati all'impiego nella prevenzione delle complicanze diabetiche. Tuttavia a fronte di risultati sperimentali molto convincenti, i trials clinici che hanno impiegato gli antiossidanti tradizionali hanno ottenuto risultati inferiori alle attese. La complessità delle interazioni fra i vari fattori che contribuiscono al danno vascolare nel diabetico giustifica gli scarsi risultati riportati dai trials con antiossidanti classici ed induce ad effettuare, prima di disegnare trials clinici che arruolino un numero elevato di pazienti, studi pilota che abbiano sia la possibilità di definire il quadro dello stato di attivazione e/o disfunzione endoteliale e/o flogistico locale, sia di monitorare l'effetto di un approccio terapeutico di tipo preventivo.
Il nostro gruppo >>>
Durata
24 mesi
Base di partenza scientifica nazionale o internazionale
Nel corso degli ultimi anni la prevalenza del diabete mellito è andata progressivamente aumentando (Mokdad et al., 2001), e si stima che nel 2025 ci saranno al mondo circa 300 milioni di pazienti diabetici (King et al., 1998). Si stima inoltre che circa 1/3 della popolazione nata nel 2000 svilupperà il diabete, con una riduzione dell'aspettativa di vita del 30% (Narayan et al., 2003) causata principalmente dall'aumento del rischio aterosclerotico. Benché le malattie cardiovascolari costituiscano indubbiamente la principale causa di morbilità e mortalità nel paziente diabetico (Lotufo et al., 2001; Beckman et al., 2002), il preciso meccanismo che lega il diabete all'aumento del rischio cardiovascolare non è del tutto definito. Osservazioni recenti valorizzano il ruolo dell'infiammazione nella comparsa e nella progressione delle complicanze macroangiopatiche del paziente diabetico (Libby et al., 2002). In effetti, vi è sempre maggiore evidenza che l'aterogenesi rappresenti la conseguenza di uno stato infiammatorio cronico, sia nel paziente diabetico sia nel non diabetico (Moreno & Fuster, 2004; Devaraj et al., 2005). Un aumento della produzione di alcune citochine pro-infiammatorie (IL-6, TNFalfa ed IL-1) è stato documentato nel paziente diabetico (Tuttle et al., 2004) e sembra anche correlato con lo sviluppo dell'insulinoresistenza, alterazione metabolica fondamentale nella patogenesi della sindrome metabolica, che costituisce uno dei principali fattori di rischio per diabete >>>

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