domenica 3 febbraio 2013

Alicino: “Mancano fondi a scuole di specializzazione. Così non c'è futuro"



.........................quali avvenimenti  hanno più direttamente influito sugli specializzandi e con quali risultati?
Il bilancio per i medici in formazione specialistica italiani non è certamente positivo. In primavera c’è stato il tentativo, fortunatamente fallito grazie ad una gigantesca mobilitazione della categoria, di tassare significativamente le borse di studio. A questo ha però fatto seguito, pochi giorni dopo, l’aumento dell’aliquota versata alla gestione separata Inps, che nei prossimi anni si innalzerà dal 18 al 24%. Ovviamente noi ci siamo opposti anche a questa manovra che determinerà nel corso degli anni una perdita ci circa 1.400 euri all’anno e da tempo proponiamo una riforma che individui nell’Enapm anziché nella gestione separata Inps, l’ente a cui i medici in formazione specialistica dovrebbero versare i contributi previdenziali.
In autunno c’è stato il tentativo, da noi contestato e anche questo non andato a buon fine, da parte del Ministro Balduzzi, di riproporre alcune norme contenute nel cosiddetto Decreto Fazio che di fatto consentivano di supplire alle gravi carenze di organico del Ssn attraverso i medici in formazione specialistica che, nell’ultimo anno di corso sarebbero andati a svolgere mansioni e responsabilità proprie del personale strutturato.
L’argomento caldo di questi giorni è, invece, il finanziamento dei contratti di formazione specialistica per il prossimo anno accademico. Ad oggi, per coprire gli attuali 5.000 contratti annui è necessario un aumento del finanziamento e non si riesce a capire se vi sia la disponibilità del Ministero dell’Economia in tal senso. Una riduzione del numero dei posti in specializzazione aprirebbe scenari preoccupanti: l’attuale numero è già largamente insufficiente a coprire i fabbisogni espressi dalle Regioni (8.000 vs 5.000) e la forbice fra i laureati in medicina e coloro che avranno accesso alla formazione post-laurea, attualmente prerequisito per poter lavorare nel Ssn, si sta aprendo pericolosamente.
Altra tematica all’ordine del giorno in queste settimane è la riforma del concorso di accesso alle Scuole di Specializzazione. Noi invochiamo da diversi anni una riforma che vada verso le modalità di concorso già attuate in Paesi come Francia, Spagna e Portogallo: graduatoria su scala nazionale e modalità di esame e di valutazione del curriculum che non consentano l’attuale discrezionalità. Nelle scorse settimane c’è stata un’accelerazione in questo senso dal parte del Ministro Profumo con la diffusione di una bozza di decreto ministeriale a cui noi abbiamo proposto alcune modifiche sostanziali. Speriamo che questa importantissima riforma venga portata a termine nel più breve tempo possibile.
Il bilancio per i medici in formazione specialistica italiani non è certamente positivo. In primavera c’è stato il tentativo, fortunatamente fallito grazie ad una gigantesca mobilitazione della categoria, di tassare significativamente le borse di studio. A questo ha però fatto seguito, pochi giorni dopo, l’aumento dell’aliquota versata alla gestione separata Inps, che nei prossimi anni si innalzerà dal 18 al 24%. Ovviamente noi ci siamo opposti anche a questa manovra che determinerà nel corso degli anni una perdita ci circa 1.400 euri all’anno e da tempo proponiamo una riforma che individui nell’Enapm anziché nella gestione separata Inps, l’ente a cui i medici in formazione specialistica dovrebbero versare i contributi previdenziali.
In autunno c’è stato il tentativo, da noi contestato e anche questo non andato a buon fine, da parte del Ministro Balduzzi, di riproporre alcune norme contenute nel cosiddetto Decreto Fazio che di fatto consentivano di supplire alle gravi carenze di organico del Ssn attraverso i medici in formazione specialistica che, nell’ultimo anno di corso sarebbero andati a svolgere mansioni e responsabilità proprie del personale strutturato.
L’argomento caldo di questi giorni è, invece, il finanziamento dei contratti di formazione specialistica per il prossimo anno accademico. Ad oggi, per coprire gli attuali 5.000 contratti annui è necessario un aumento del finanziamento e non si riesce a capire se vi sia la disponibilità del Ministero dell’Economia in tal senso. Una riduzione del numero dei posti in specializzazione aprirebbe scenari preoccupanti: l’attuale numero è già largamente insufficiente a coprire i fabbisogni espressi dalle Regioni (8.000 vs 5.000) e la forbice fra i laureati in medicina e coloro che avranno accesso alla formazione post-laurea, attualmente prerequisito per poter lavorare nel Ssn, si sta aprendo pericolosamente.
Altra tematica all’ordine del giorno in queste settimane è la riforma del concorso di accesso alle Scuole di Specializzazione. Noi invochiamo da diversi anni una riforma che vada verso le modalità di concorso già attuate in Paesi come Francia, Spagna e Portogallo: graduatoria su scala nazionale e modalità di esame e di valutazione del curriculum che non consentano l’attuale discrezionalità. Nelle scorse settimane c’è stata un’accelerazione in questo senso dal parte del Ministro Profumo con la diffusione di una bozza di decreto ministeriale a cui noi abbiamo proposto alcune modifiche sostanziali. Speriamo che questa importantissima riforma venga portata a termine nel più breve tempo possibile...............

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