venerdì 19 aprile 2013

Il welfare rigenerativo

orso castano: forse ripartira' dalle campagne un nuovo modello di welfare rigenerativo , cioe' capace di far rinascere e recuperare energie innovative , metterle in rete, coinvolgere in gruppi di autoaiuto diversi soggetti. Chissa' se lo stessom modello potra' essere trasporto nelle citta' diventati luoghi di falsa aggregazione su modelli consumistici,  disperdenti le energie e non in grado di sviluppare autoaiuto e reti rigenerative



Scritto da Presidente   
Wednesday 31 October 2007
Il quadro che emerge per l’organizzazione del sistema dei servizi nelle aree rurali è, a dir poco, contraddittoria. Da una parte la riqualificazione del capitale sociale assume connotati strategici per lo sviluppo e lascia pensare all’organizzazione di un’estesa rete di servizi alla popolazione – quella anziana, le nuove famiglie, i nuovi residenti – d’altra parte si assiste ad una crisi di risorse pubbliche da destinare ad una migliore organizzazione di servizi e a un innalzamento della capacità di operare bene – da parte degli attori – tecnici  e politici – locali.
Proprio a partire dai motivi appena ricordati le aree rurali sono chiamate a lavorare attivamente sui propri sistemi di welfare, anche cercando di ridefinire a livello locale nuovi patti capaci di integrare il funzionamento di quello nazionale. Così, se la prima fase di azione dei Patronati agricoli è stata ispirata alla possibilità di estendere dei  modelli di servizio alle campagne, il nuovo scenario spinge verso la ricerca partecipata a livello locale di soluzioni innovative e coerenti con il nuovo quadro venutosi a determinare.
Partendo dalle specificità della domanda di servizi nelle aree rurali è utile pensare all’introduzione di un concetto, quello del welfare rigenerativo, capace di:
- Stimolare la realizzazione di una rete di servizi che abbia alla base della sua logica di azione, allo stesso tempo, l’intervento sulle risorse umane e sui sistemi di relazione delle comunità rurali;
- Creare sistemi e tipologie di servizio appropriate ai bisogni esistenti e alla necessità di rigenerare i tratti caratteristici delle comunità rurali;
- Rivitalizzare le reti di reciprocità, di mutuo- aiuto e, in definitiva, il dialogo sociale;
- Assicurare nelle campagne l’accesso ai livelli minimi essenziali di servizio e assicurare il concetto di universalità delle prestazioni in un’ottica di qualità.
Pasqua in ToscanaL’idea centrale del welfare rigenerativo è legata alla capacità di costruire delle campagne luoghi capaci di accogliere, non solo i fruitori esterni della ruralità ma anche, e forse in primo luogo, gli abitanti locali, vecchi e nuovi che siano.
Il concetto di accoglienza invoca immediatamente l’organizzazione di strutture civili pubbliche, oppure, in parallelo, di reti di relazioni tra privati cittadini, capaci di assicurare un adeguato sostegno alla qualità e alle specificità delle caratteristiche di vita degli abitanti delle comunità rurali. Non solo servizi di cura, quindi, ma strutture di supporto capillari e minute, basate su una forte integrazione tra soggetti pubblici e intervento dei privati, dal volontariato alle imprese, dalle famiglie al mondo della cooperazione sociale, con un mix capace di legare insieme professionalità e responsabilità, procedure e attenzione/presa in carico da parte della collettività e tra generazioni. Il concetto di welfare rigenerativo trova la sua base teorica ed applicativa nel concetto di welfare municipale o comunitario. Secondo tale idea le comunità locali diventano nuovamente principali attori dei processi di promozione e regolazione dello sviluppo economico e sociale, attraverso l’adozione di adeguati meccanismi di “governance”. L’esigenza del welfare municipale è quello di generare coerenza tra bisogni e risorse evitando l’applicazione di modelli di intervento standardizzati. Partendo da questo presupposto è utile che le sedi di decisione siano in grado di assumere approcci sistemici ed integrati e siano finalizzati a ricercare la reciproca intesa tra gli attori coinvolti nelle politiche sociali. In modo da :
- Facilitare l’individuazione delle esigenze;
- Favorire il coinvolgimento nelle decisioni;
- Allargare la possibilità di generare innovazione;
- Promuovere la responsabilizzazione dei risultati agli interventi.
Come in passato il concetto di partecipazione è stato invocato per estendere i diritti degli abitanti delle campagne e, in primo luogo, delle famiglie dei coltivatori; il principio di responsabilità associato a quello di partecipazione è stato invocato per estendere i diritti degli abitanti delle campagne e, in primo luogo, delle famiglie dei coltivatori, il principio di responsabilità associato a quello di partecipazione, implica la necessità di ridiscutere, anche nel caso degli abitanti delle campagne, le garanzie assegnate. In questo quadro gli elementi di welfare municipale impongono una rinnovata attenzione da parte delle organizzazioni degli operatori, non solo e non tanto nella gestione dei sistemi di servizio esistenti quanto, piuttosto, nell’operare attivamente per ridisegnarne di più coerenti alle specificità delle aree rurali.

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