domenica 28 aprile 2013

le promesse dell'IBM : vedremo. Si disegna un nuovo modo divivere. L'essere umano come reagira', setutto cio' e'vero?


Se provate a chiedere quale sia il business principale dell’Ibm, probabilmente vi sentirete sempre rispondere che è un produttore di computer. Invece no, il colosso americano i pc domestici nemmeno li costruisce più. Ha ceduto tutta la divisione alla cinese Lenovo nel dicembre 2004 per 1,25 miliardi di dollari. Un affare colossale che le ha permesso di focalizzarsi su un settore molto più redditizio: offrire la propria consulenza tecnologica ad aziende e istituzioni per rendere «intelligente» la nostra quotidianità. Scelta che le ha permesso di avere fatturati sempre in crescita (l’anno scorso ha chiuso a 104,5 miliardi di dollari) e che oggi sembra non risentire della crisi, come testimoniano i 18,2 miliardi di dollari di liquidità. Il segreto del successo è «inventare il futuro» spiega a PanoramaNicola Ciniero, presidente e amministratore delegato della Ibm in Italia. «Non è un caso che Ibm, negli ultimi vent’anni, 2012 compreso, sia stata la società con il più alto numero di brevetti depositati».
Nel 2012 le invenzioni targate «Big Blue» sono state 6.478. Al secondo posto di questa classifica delle invenzioni c’è la Samsung con 5.081. La Apple, considerata altamente innovativa, si è piazzata solo al 22°posto. «L’Ibm crede che l’intelligenza, ossia la capacità di calcolo e razionalizzazione dei computer abbinata a soluzioni software all’avanguardia, entrerà in tutte le cose. Persino in dispositivi che normalmente non consideriamo computer, come auto, elettrodomestici, autostrade, reti elettriche, abiti, perfino sistemi integrati con la natura come agricoltura e reti idriche» spiega Ciniero. A questo proposito, per capire l’ampio spettro di ambiti in cui l’Ibm è attiva, è utile un esempio. «Nel 2009, nei nostri laboratori dell’Almaden research center in California» racconta Ciniero «abbiamo inventato una speciale membrana che è in grado non solo di desalinizzare l’acqua di mare, ma di filtrare veleni letali come l’arsenico in modo rapido e affidabile. Siamo gli unici in grado di farlo».
Secondo le previsioni dell’Ibm, stiamo per entrare in una nuova era informatica in cui computer e software guadagneranno nuove, incredibili capacità. La nuova generazione di macchine non si limiterà ad automatizzare processi e a organizzare i dati, ma sarà in grado di apprendere, adattarsi, percepire e fare esperienza interpretando il mondo che le circonda. «Nei prossimi cinque anni le macchine diventeranno intelligenti e saranno dotate di ricettori sensoriali. Potranno toccare, vedere, udire, gustare e annusare» prevede Ciniero.
Toccare a distanza. Gli scienziati della Ibm stanno sviluppando soluzioni per simulare la sensazione fisica del tatto mentre si sfiora con le dita l’immagine di un prodotto sullo schermo di un dispositivo. «Sfruttando le funzionalità di vibrazione del telefono» spiega Ciniero «a ogni oggetto sarà associata una serie esclusiva di modelli di vibrazione che rappresentano, appunto, l’esperienza tattile: modelli brevi e rapidi o serie di vibrazioni più lunghe e intense. La sfida ora è rendere tale tecnologia onnipresente nella nostra quotidianità». I telefoni cellulari si trasformeranno, quindi, in strumenti per l’interazione naturale e intuitiva con il mondo che ci circonda.
Un pixel varrà mille parole. Solo lo scorso anno, nel mondo, sono state scattate oltre 500 miliardi di foto. Ogni minuto vengono caricate su Youtube 72 ore di filmati. Immagini che i computer archiviano ma che non sono in grado di interpretare se non attraverso il testo che è stato utilizzato per intitolarle o «taggarle». La maggior parte delle informazioni, ossia l’effettivo contenuto dell’immagine stessa, resta un mistero per ora.
«Nei prossimi cinque anni, i computer saranno in grado non solo di guardare e riconoscere il contenuto delle immagini, ma di trasformare i pixel in significato, così come avviene quando un essere umano vede e interpreta una fotografia» ritiene Ciniero. L’innovazione avrà un impatto profondo su molti settori come per esempio la medicina: «Entro cinque anni le macchine potranno interpretare risonanze magnetiche, tac, radiografie e immagini ecografiche. Gli elementi critici in queste immagini possono essere impercettibili o invisibili all’occhio umano e richiedono una misurazione attenta. Essendo addestrati a discriminare che cosa cercare nelle immagini, per esempio distinguendo il tessuto sano da quello malato, e mettendolo in correlazione con la cartella clinica del paziente e la letteratura scientifica, i sistemi saranno in grado di diagnosticare aiutando perciò i medici a rilevare i problemi con maggiore velocità e accuratezza».
Udire ciò che conta. Entro il prossimo quinquennio un sistema distribuito di sensori intelligenti sarà in grado di rilevare elementi sonori come onde, pressione e vibrazioni a diverse frequenze. I computer potranno interpretare queste informazioni per predire quando cadranno gli alberi in una foresta o quanto imminente è una frana o uno tsunami. «Un po’ come avviene nel cervello umano» dice Ciniero «i suoni grezzi saranno rilevati dai sensori. Il sistema che riceverà questi dati terrà conto di altre informazioni visive o tattili, e classificherà e interpreterà i suoni sulla base di quanto ha appreso. Una volta rilevati i suoni nuovi, il sistema trarrà conclusioni sulla base della conoscenza precedente e della capacità di riconoscere i modelli. Un altro esempio: il linguaggio dei neonatipotrà essere compreso come una lingua, indicando a genitori e medici che cosa i bimbi stanno cercando di comunicare.
Papille gustative digitali. I ricercatori dell’Ibm stanno sviluppando un sistema di calcolo che percepisce il sapore. «Sarà in grado di scomporre gli ingredienti a livello molecolare» secondo Ciniero «unirà la chimica dei composti alimentari alla psicologia che sta dietro i sapori e gli odori preferiti dagli esseri umani. Confrontando questi dati con milioni di ricette, il sistema potrà creare nuove combinazioni di sapori, frutto di abbinamenti diversi degli ingredienti, aiutandoci anche a mangiare in modo più sano». Il computer sarà in grado, quindi, di utilizzare algoritmi per determinare la precisa struttura chimica del cibo e il motivo per cui le persone prediligono alcuni gusti piuttosto che altri.
Naso elettronico. «Nel corso dei prossimi cinque anni, minuscoli sensori incorporati nel computer o nel cellulare rileveranno se state per prendervi un raffreddore o un’altra malattia» anticipa Ciniero. «Analizzando odori, biomarcatori e migliaia di molecole nel respiro di una persona, i medici avranno un aiuto per la diagnosi e il monitoraggio dell’insorgenza di disturbi, quali malattie renali ed epatiche, asma, diabete ed epilessia, rilevando quali odori sono normali e quali no». Ma gli utilizzi del naso elettronico saranno molteplici. Come, per esempio, quelli nel campo dell’antiterrorismo.«Grazie a questa tecnologia i sensori attivi nelle città e nelle gallerie delle metropolitane potranno accorgersi prima di tutti della presenza di un gas nocivo nell’aria e dare l’allarme. Evitando così pericolosi attentati». Roba da fantascienza? «No, avverrà tutto nei prossimi cinque anni» conclude Ciniero

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