giovedì 27 agosto 2009

“Non c’è vero sviluppo senza etica” , di Mario Draghi

da "Losservatore Romano" , luglio 09

La crisi che ha colpito l’economia mondiale è, per la prima volta, globale; quella del passato che le assomiglia di più – la grande depressione degli anni trenta, anch’essa originata negli Stati Uniti – interessò aree meno vaste del mondo e si propagò più lentamente anche se colpì le strutture produttive più in profondità. La globalità, l’interdipendenza, la questione sociale “che si fa globale” sono al centro della Caritas in veritate, così come lo erano state oltre quaranta anni fa nella Populorum progressio di Paolo VI, che costituisce il punto di riferimento di questa enciclica di Benedetto XVI: la Chiesa promuove lo sviluppo integrale dell’uomo; se non è di tutto l’uomo, di ogni uomo, lo sviluppo non è vero sviluppo. La crisi attuale conferma la necessità di un rapporto fra etica ed economia, mostra la fragilità di un modello prono a eccessi che ne hanno determinato il fallimento. Un modello in cui gli operatori considerano lecita ogni mossa, in cui si crede ciecamente nella capacità del mercato di autoregolamentarsi, in cui divengono comuni gravi malversazioni, in cui i regolatori dei mercati sono deboli o prede dei regolati, in cui i compensi degli alti dirigenti d’impresa sono ai più eticamente intollerabili, non può essere un modello per la crescita del mondo. L’enciclica ritorna sul tema antico del rapporto fra etica ed economia, rimasto saldo da Aristotele – per il quale l’economia si collegava naturalmente allo studio dell’etica – ad Adamo Smith, che riteneva indispensabile, per sprigionare le virtù del mercato, un “codice di moralità mercantile” basato sulla onestà, sulla fiducia e sulla empatia. L’enucleazione esplicita dell’economia come disciplina autonoma è relativamente recente, della seconda metà del XIX secolo. Essa comportò la rescissione del legame con le scienze morali, ritenuta necessaria dagli “economisti puri” se si voleva far nascere una scienza volta a determinare i principi del comportamento dell’homo oeconomicus, basati sull’assunto di razionalità e di massimizzazione del benessere individuale.......Negli ultimi decenni l’espulsione dell’etica dal campo d’indagine della scienza economica è stata messa in discussione, perché incapace di dar conto compiutamente degli atti umani in ambito economico e di spiegare l’esistenza delle istituzioni rilevanti per il mercato solo come risultato della mera interazione di agenti razionali ed egoisti. E’ una critica avanzata fra gli altri da Amartya Sen, che analizza gli effetti delle considerazioni di natura etica sui comportamenti economici, e da Akerlof, che sottolinea l’importanza delle valutazioni di equità nella determinazione dei salari. Si tratta di un filone della teoria economica privo del nitore logico-formale di quello neoclassico, ma pronto a cogliere aspetti altrimenti trascurati dell’agire individuale e dei riflessi sullo sviluppo macroeconomico. E’ chiaro che in futuro gli economisti che vogliano spiegare il funzionamento dei sistemi economici dovranno integrare queste e altre critiche simili in un paradigma più complesso ma ben più completo di quello che ha dominato il pensiero dell’ultimo secolo. Secondo la dottrina sociale della Chiesa, se l’autonomia della disciplina economica implica l’indifferenza all’etica, si spinge l’uomo ad abusare dello strumento economico; se non è più mezzo per il raggiungimento del fine ultimo – il bene comune – il profitto rischia di generare povertà. Lo sviluppo non è di per sé garantito da forze impersonali e automatiche (il mercato può tutto), ma necessita di persone che lo sospingano vivendo nelle loro coscienze il richiamo del bene comune. Ogni decisione economica ha conseguenze di carattere morale. Ciò è ancor più vero nell’epoca della globalizzazione, che indebolisce l’azione nazionale di governo dell’economia e insidia così l’utilità della distinzione scolastica fra produzione della ricchezza e sua redistribuzione operata dalla sfera pubblica per motivi di giustizia. E’ possibile “internalizzare” la dimensione etica già nella fase della produzione, come mostra l’ampio spettro di attività economiche che sfuggono a una meccanica classificazione in profit e non profit e che si pongono anche obiettivi di natura etica e di utilità sociale...........................Su un piano più immediato, l’interdipendenza mondiale esige urgentemente una riforma dell’architettura finanziaria internazionale, finalizzata a un miglior funzionamento dei mercati. In questo senso vanno le proposte volte a garantire una maggiore trasparenza dei bilanci delle società, a indurre gli operatori a una maggiore sobrietà nell’accumulazione del debito, a una maggiore consapevolezza dei rischi insiti nel perseguimento del profitto e più generalmente dell’accettabilità sociale di certi comportamenti. Ma al tempo stesso questi sono obiettivi indissolubilmente connessi con il profilo etico, perché volti in ultima analisi alla protezione dei più deboli. Uno sviluppo di lungo periodo non è possibile senza l’etica. Questa è una implicazione fondamentale, per l’economista, dell’amore nella verità – caritas in veritate – di cui scrive il Papa nella sua enciclica............................................

orso castano: il liberismo puro,  nell'era della globalizzazione , e quindi della necessita'  di governare a livello internazionale numerosi processi e sistemi (non solo economici, ma anche  di risorse naturali e  dell'ambiente  )  sta producendo  squilibri catastrofici e masse di poveri che si accalcano nelle aree suburbane dei paesi in via di sviluppo e che si spostano sempre in massa verso il mito di unliogodove un po' di benessere li affranchi dalla sofferenza e dalla miseria. L'intervento di Draghi e' molto serio. Andrebbe letto per intero.

Le locuste arrivano come orde, mangiano tutto quello che trovano sul loro cammino e lasciano solo desertificazione e povertà. Gian Marco Bachi e Andrea Di Stefano si addentrano nei meandri della finanza cercando di svelare paradisi fiscali, truffe e giochi borsistici in Italia e all’estero. Una cronaca diversa dell’economia e della finanza nell’era della globalizzazione e del mercato come icona assoluta. Ogni martedì alle 8.35 su Radio Popolare o in streaming da www.radiopopolare.it o in podcast su www.valori.it A cura di Gianmarco Bachi con Andrea Di Stefano locuste@radiopopolare.it

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