A PISA, DAL 5 AL 7 OTTOBRE 2009, IL SECONDO INTERNET GOVERNANCE FORUM ITALIA........."Costruiamo insieme il futuro della Rete!" Pisa, 5-7 Ottobre 2009 Auditorium del Centro Congressi dell'Area della Ricerca CNR Programma preliminare del Forum L'evento sara' trasmesso in diretta video, per la visualizzazione per la visualizzazione seguire http://reti4.iit.cnr.it/live/live.jsp In seguito all'evento sarà disponibile sul sito tutta la documentazione audio-visiva.
LUNEDI' 5 OTTOBRE 2009 10:00 Registrazione 11:00 Saluti di benvenuto al Forum Claudio Montani, Presidente dell'Area della Ricerca CNR di Pisa Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa 11:10 Saluti istituzionali e relazioni di apertura dei lavori Introduce Francesco Beltrame, Direttore del Dipartimento ICT del CNR Luciano Maiani, Presidente del CNR Renato Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione [in attesa di conferma] Paolo Romani, Viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico [in attesa di conferma] Giovanni Biondi, Capo Dipartimento per la Programmazione del Ministero dell'Istruzione, Universita' e Ricerca Relazioni di apertura: Markus Kummer, Coordinatore Esecutivo del Segretariato ONU per l'Internet Governance Forum Tarek Mohamed Kamel, Ministro delle Comunicazioni del Governo della Repubblica Araba di Egitto, Paese che ospitera' l'Internet Governance Forum 2009 [videomessaggio] Bertrand de La Chapelle, Rappresentante del Governo francese nell'High Level Group UE sull'Internet Governance Stefano Trumpy, Rappresentante del Governo italiano nel Governmental Advisory Committee di ICANN Domenico Laforenza, Direttore dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR 13:00 - 14:00 Pranzo (Chiostro 1° piano e sala 29) 14:00 - 16:00 Sessione tematica N.1: Sicurezza e liberta' di espressione: quale equilibrio? Presiede Guido Scorza, Docente di Diritto dell'Informatica, Universita' di Bologna 16:00 - 16:30 Pausa caffe' (Chiostro 1° piano e sala 29) 16:30 - 18:30 Sessione tematica N.2: Reti sociali: cosa e' pubblico, cosa e' privato Presiede Davide Bennato, Docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, Universita' di Catania 18:30 Chiusura dei lavori MARTEDI' 6 OTTOBRE 2009 08:30 - 10:30 Sessione tematica N.3: Diritto d'autore: tra tutela e diffusione del sapere Presiede Juan Carlos De Martin, Co-Direttore del Centro NEXA su Internet & Societa' del Politecnico di Torino 10:30 - 11:00 Pausa caffe' (Chiostro 1° piano e sala 29) 11:00 - 13:00 Sessione tematica N.4: Identita' in Rete: anonimato o riconoscibilita'? Presiede Andrea Monti, Presidente dell'Associazione per la Liberta' nella Comunicazione Elettronica Interattiva 13:00 - 14:00 Pranzo (Chiostro 1° piano e sala 29) 14:00 - 16:00 Sessione tematica N.5: Diritti in Rete e principi: tra globalizzazione e nuove minacce Presiede Beatrice Magnolfi, Sottosegretario nella XV Leg. 16:00 - 16:30 Pausa caffe' (Chiostro 1° piano e sala 29) 16:30 - 18:30 Sessione tematica N.6: Gestione della Rete: verso quale futuro? Presiede Rita Forsi, Direttore dell’Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell'Informazione 18:30 Ricordo del Professore Giuseppe Biorci MERCOLEDI' 7 OTTOBRE 2009 8:30 - 11:00 Confronto di esperienze (in parallelo) Internet e tecnologie del futuro Modera: Flavia Marzano, Presidente UnaRete Internet e nuove forme di impresa Modera: Sergio Bellucci, Consigliere di Amministrazione di LAit Internet e nuove forme di intervento amministrativo e politico Modera: Carlo Mochi Sismondi, Direttore Generale del FORUM PA Internet, arte e cultura Modera: Arturo di Corinto, Cattid - Universita' Sapienza di Roma 11:00 - 13:30 Sessione plenaria di chiusura del Forum Contributi al prossimo IGF globale di Sharm El Sheikh 2009 Introduce Laura Abba, Dirigente dell'Istituto IIT del CNR Intervengono i presidenti delle sessioni tematiche e i moderatori dei confronti di esperienze, con una breve relazione di rapporto sui principali argomenti emersi. Conclusione dei lavori dell’Internet Governance Forum Italia 2009 Introduce Domenico Laforenza, Direttore dell’Istituto IIT del CNR Intervengono: Angelo Raffaele Meo, Professore del Politecnico di Torino Tullio Gregory, Direttore del Dipartimento Identita' Culturale del CNR Fabio Pistella, Presidente del CNIPA Federico Gelli, Vicepresidente della Regione Toscana
"L'evento ha lo scopo di riunire gli attori della Rete italiana, provenienti da differenti settori: Amministrazioni Pubbliche, Universita' e Ricerca, comunita' tecniche, industrie e organizzazioni non governative. Tra i temi affrontati, alcuni nodi di grande attualita': la liberta' di espressione, la sicurezza, l'anonimato in Rete, il diritto d'autore, i diritti e doveri degli utenti e le reti sociali. Al Forum sono stati invitati, tra gli altri, i Ministri Mariastella Gelmini, Renato Brunetta e Giulio Tremonti, il Viceministro Paolo Romani e alcuni dei parlamentari piu' impegnati su questi temi, tra i quali Antonio Palmieri, Luigi Vimercati e Vincenzo Vita..........L'evento e' organizzato dall'Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del CNR di Pisa in collaborazione con la sezione italiana della Internet SOCiety (ISOC Italia) e con l'Ufficio italiano del W3C (W3C Italy). La partecipazione sara' aperta a tutte le organizzazioni, le istituzioni e le singole persone. I risultati dei lavori di Pisa saranno presentati alla prossima riunione dell'IGF globale che si terra' a Sharm El Sheikh, nel Novembre 2009, ospitata dal governo egiziano. I partecipanti al Forum di Pisa sono invitati a proporsi per contribuire nelle sessioni tematiche e nei confronti di esperienze previsti nel programma. "


Ed è qui il punto. Un Trattato col potere di ribaltare tutta la nostra vita di comunità di cittadini, viene scritto in modo da essere illeggibile ed è stato già ratificato (manca solo la firma dell’Irlanda, che terrà un referendum il 2 ottobre) dai nostri governi completamente di nascosto da noi, e volutamente di nascosto. Questo poiché una versione simile di questo Trattato (la Costituzione Europea) e con simili scopi fu bocciato da Francia e Olanda nel 2005, proprio perché scandalosamente sbilanciato a favore delle lobby di potere europee e negligente verso i cittadini. Scottati da quell’umiliante esperienza, i pochi politici europei che contano (il 90% non ne sa nulla e firma senza capirci nulla) hanno architettato una riedizione di quelle Costituzione bocciata chiamandola Trattato di Lisbona, e la stanno facendo passare in segreto dietro le nostre spalle
incrementi decrescenti; tra le famiglie di tre componenti la spesa per abitazione è superiore a quella
osservata tra le famiglie di quattro; le famiglie di cinque e più componenti mostrano livelli di spesa
per sanità, per tempo libero, cultura e giochi e per altri beni e servizi inferiori a quelli delle famiglie di
quattro componenti. Oltre ai maggiori vincoli di bilancio che caratterizzano le famiglie numerose,
l’apparente paradosso è dovuto anche al fatto che tali famiglie si collocano principalmente nel Sud e
nelle Isole, cioè in quelle porzioni di territorio dove i livelli di consumo sono più contenuti rispetto
alla media e la spesa più orientata verso quei beni e servizi non comprimibili.
Nelle famiglie formate da un solo componente, la quota di spesa totale più consistente è
quella destinata all’abitazione (34,8 per cento), seguita dal 18,3 per cento degli alimentari. Sono
gli anziani soli (con 65 anni e più), che rappresentano oltre la metà (il 51,9 per cento) delle
famiglie di un solo componente, a far registrare la spesa media mensile più bassa (circa 1.356
euro) e il livello più contenuto di spesa per consumi alimentari (289 euro), ciononostante proprio
per queste famiglie si registra l’incidenza più alta della spesa alimentare (21,3 per cento della
spesa totale) (Prospetto 1.5). Inoltre, gli anziani soli spendono per l’abitazione ben il 40 per
cento del loro budget mensile, a fronte del 30 per cento circa osservato tra i single giovani-adulti.
Tra gli anziani soli si registra anche la massima incidenza, rispetto a tutte le tipologie familiari,
della spesa per combustibili ed energia (6,7 per cento), mentre quella per sanità rappresenta il 5,3
per cento della spesa totale, a fronte del 2,1 per cento osservata tra i single giovani (con meno di
35 anni). Fra questi si riscontra, invece, l’incidenza massima della spesa non alimentare (84,5
per cento), in particolare di quella per altri beni e servizi (14,4 per cento).
Nelle famiglie monocomponente, infine, si registra un’accentuata variabilità delle spese per
trasporti, che passano dai 264 euro mensili (13,5 per cento della spesa totale) dei single adulti
(con un’età compresa tra 35 e 64 anni) ai 73 euro degli anziani soli (appena il 5,4 per cento): un
livello di spesa così basso, oltre che a una più limitata esigenza di muoversi sul territorio, si lega
anche alle riduzioni e/o esenzioni dal pagamento del servizio di trasporto pubblico di cui spesso
gli anziani beneficiano.
Le quote di spesa totale più consistenti anche per le famiglie di due componenti sono quelle
destinate all’abitazione (29,1 per cento, quasi 6 punti percentuali in meno delle famiglie
monocomponente) e agli alimentari (18,8 per cento), che tra le coppie con persona di riferimento con
65 anni e più (il 40,7 per cento di tutte le famiglie di due componenti) raggiungono rispettivamente il
32,9 e il 21,7 per cento. Elevata è la quota di spesa totale destinata ai trasporti (14 per cento), che, tra
le coppie giovani senza figli incide più della spesa alimentare (19,6 per cento contro 14,1 per cento).
Tra le famiglie di due componenti si registra infine anche l’incidenza più elevata della spesa per
sanità (4,7 per cento), in particolare fra le coppie anziane (5,7 per cento).
Le famiglie di tre componenti (l’83 per cento delle quali sono coppie con un figlio)
destinano quote di spesa totale elevate ad abitazione, alimentari e trasporti, e, riservano ben
l’11,1 per cento del loro budget agli altri beni e servizi.
Le famiglie di quattro componenti (formate per circa il 92 per cento da coppie con due
figli), presentano, invece, il più alto livello di spesa mensile per consumi non alimentari (ben
2.582 euro, circa il doppio della spesa delle famiglie monocomponente) e fanno registrare
l’incidenza più alta delle spese per abbigliamento e calzature (7,7 per cento della spesa totale che
sale al 7,9 per cento tra le coppie con due figli), per tempo libero, cultura e giochi (4,8 per cento)
e per istruzione (1,9 per cento). Le famiglie con almeno cinque componenti sono quelle che
spendono di più per alimentari e bevande (circa 680 euro al mese) e per trasporti (550 euro),
spese che crescono all’aumentare del numero di componenti; in particolare, le coppie con tre o
più figli (che rappresentano circa il 74 per cento di queste famiglie) sono quelle che, tra tutte le
coppie con figli, destinano più risorse agli alimentari (21,1 per cento della spesa totale), ai
trasporti (17,3 per cento) e all’istruzione (2 per cento). Inoltre, tale tipologia familiare è quella
che, dal 2006 al 2007, ha fatto registrare il maggior incremento della spesa media mensile, pari
al +4,9 per cento.Le famiglie di monogenitori mostrano l’incidenza più elevata, rispetto a tutte le altre
tipologie familiari, della spesa per comunicazioni (2,3 per cento della spesa totale). Nel
complesso, i monogenitori destinano il 26,2 per cento del loro budget mensile all’abitazione,
seguita da alimentari e bevande (19 per cento), trasporti (14,7 per cento) e altri beni e servizi (9,9
per cento).
Per quanto concerne, infine, le famiglie di altra tipologia, si osserva che il 25 per cento del
loro budget mensile è assorbito dall’abitazione, il 20,2 per cento dagli alimentari, il 16,9 per
cento dai trasporti.Il livello e la struttura della spesa per consumi di una famiglia sono direttamente associati
anche alla condizione professionale della persona di riferimento (Prospetto 1.6).
Il livello di spesa media mensile più alto si riscontra tra le famiglie di imprenditori e liberi
professionisti: circa 3.624 euro (-6 per cento rispetto al 2006), oltre mille euro in più rispetto alle
famiglie con a capo un operaio o assimilato. Questa differenza si riferisce quasi esclusivamente
all’acquisto di beni e servizi non alimentari, per i quali le seconde spendono oltre un terzo in
meno delle prime (1.987 contro 3.099 euro mensili).
Le famiglie con persona di riferimento non occupata sono, invece, quelle che mostrano i
livelli di spesa media mensile più bassi: 2.101 se ritirato dal lavoro, 1.822 euro se si tratta di una
persona in altra condizione non professionale (rispettivamente, +2,1 e +1,6 per cento rispetto al
2006). Queste ultime famiglie presentano anche la spesa per beni non alimentari più contenuta:
1.434 euro al mese.
La spesa per l’abitazione rappresenta un quarto del budget mensile sia delle famiglie di
imprenditori e liberi professionisti sia di quelle di dirigenti e impiegati. Le prime sono anche
quelle che spendono di più per questa voce (921 euro), ma l’incidenza massima si riscontra
laddove la persona di riferimento è ritirata dal lavoro (31 per cento) o in altra condizione non
professionale (30,2 per cento).
A spendere di più per l’acquisto di alimentari e bevande sono le famiglie di lavoratori in
proprio (534 euro mensili), ma l’incidenza più elevata sul budget mensile interessa di nuovo le
famiglie con persona di riferimento non occupata: il 20,9 per cento se è un ritirato dal lavoro, il
21,3 per cento se è in altra condizione non professionale.Le famiglie di imprenditori e liberi professionisti destinano alle spese alimentari la quota più bassa della spesa totale, pari al 14,5 per cento, mentre spendono molto più delle altre per i trasporti (610 euro al mese). La quota destinata a questa voce è tuttavia massima tra le famiglie di operai e assimilati (17,9 per cento della spesa totale) ed è minima tra le famiglie con persona di riferimento non occupata (11,7) per cento se è un ritirato dal lavoro, 11,8 per cento se in altra condizione non professionale). La spesa per sanità, il cui livello è più elevato nelle famiglie di imprenditori e liberi
professionisti (110,98 euro), incide massimamente sul budget mensile delle famiglie di
pensionati (5,2 per cento).
La spesa per abbigliamento e calzature è invece più alta nelle famiglie di imprenditori e
liberi professionisti sia come livello (286 euro mensili) che come incidenza (7,9 per cento); il
suo peso è al contrario minimo nelle famiglie di ritirati dal lavoro (4,6 per cento).
Le famiglie di imprenditori e liberi professionisti sono quelle che spendono di più anche per
tempo libero, cultura e giochi (172,65 euro al mese); questa voce incide soprattutto sulla spesa
delle famiglie di dirigenti e impiegati (5,l per cento) mentre ha rilevanza minima se la persona di
riferimento è in condizione non professionale (3,6 per cento).
Il livello e l’incidenza della spesa per altri beni e servizi sono più elevati, ancora una volta,
nelle famiglie di imprenditori e liberi professionisti (474,37 euro, pari al 13,1 per cento della
spesa totale); il peso di questa voce è invece minimo nelle famiglie dove la persona di
riferimento è in condizione non professionale (8,1 per cento).La quota di spesa totale destinata alle comunicazioni, infine, è maggiore nelle famiglie dove
la persona di riferimento è in condizione non professionale (2,3 per cento), mentre è minima
tanto in quelle di imprenditori e liberi professionisti quanto in quelle di dirigenti e impiegati (1,9
per cento). In sintesi, le famiglie con persona di riferimento occupata e con profilo professionale medioalto presentano i livelli di spesa totale più elevati e, rispetto alle altre, destinano quote maggiori del loro budget allo svago e ad abbigliamento e calzature. Laddove, al contrario, il capofamiglia è occupato ma con un basso profilo professionale, la spesa media mensile è più contenuta. A spendere ancora meno sono, infine, le famiglie con persona di riferimento non occupata, che destinano quote di spesa superiori alla media ad alimentari e bevande, abitazione, combustibili ed energia e sanità.











LA RITIRATA DELLO STATO – Un modello ideologico, perché non è supportato da dati di fatto: il documento non contiene un dato che è uno. E allora, partiamo noi da un dato: in Italia la spesa per il welfare non è affatto superiore a quella degli altri paesi europei, caso mai il contrario. Non lo dice Giornalettismo, ma l’Eurostat: è il 26,4% del Pil contro il 27,8% della media Ue, il 29,4% della Germania, il 31,5% della Francia. Il nostro problema, da sempre, è casomai lo squilibrio esistente tra tutelati ed esclusi: ad esempio, il peso eccessivo della spesa per le pensioni, che il ministro Sacconi ha sempre detto di non voler riformare nonostante le ripetute dichiarazioni dei ministri Brunetta e Tremonti. Il nostro problema è casomai nella tutela di alcune categorie di lavoratori a spese degli altri, ma di fronte alle continue richieste di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali il ministro ha sempre fatto spallucce. Mentre nel libro bianco parla esplicitamente di welfare occupazionale, che però significa - guarda caso – che i lavoratori più forti possono assicurarsi più tutele, mentre ignora le condizioni dei lavoratori più deboli. Proprio mentre l’attuale flessibilità (che a Sacconi tra l’altro piace assai) comporta soprattutto per giovani e donne continui passaggi da occupazione a disoccupazione e a ri-occupazione.
Garantire all'Italia "energia elettrica a prezzi allineati con quelli degli altri Paesi europei nel pieno rispetto dell'ambiente è un bene primario per i cittadini e per la tutela dell'unità economica del Paese" e dato che "quest'obiettivo si può raggiungere solo con una quota di energia nucleare, crediamo che il potere sostitutivo del governo sia non solo legittimo ma necessario. Speriamo che la Corte Costituzionale confermi quest'orientamento". Così, in un'intervista a Libero, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, intervie sul ricorso che sei Regioni hanno presentato alla Consulta in materia di politica nucleare. Secondo il ministro "il processo di rientro nel nucleare è trasparente e motivato".

In futuro immaginabile sara' possibile check up completo con unico esame sangue
Venezia , 21 set. (Apcom) - La ricerca sul Dna porterà a migliorare "la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie". La sintesi della tre-giorni su 'Il Futuro della scienza' dedicata quest'anno alla 'Rivoluzione del Dna' e del segretario generale della Conferenza Chiara Tonelli. "L'obiettivo - spiega ancora - non è un ulteriore allungamento della durata della vita", che ha già quasi raggiunto il suo tetto, "ma far sì che si possa vivere bene, in salute, tutto il tempo", possibilmente fino all'ultimo. In un futuro forse non troppo lontano, si potrà così immaginare di controllarsi con un unico esame del sangue che fotograferà tutto il nostro stato di salute,
indicando per esempio anche il principio di un tumore. "La maggior parte delle malattie - riassume ancora Chiara Tonelli - se diagnosticata precocemente può essere non solo curata ma guarita". In tema di prevenzione, per esempio, con la genetica si può pensare di creare alimenti non solo mirati ad alleviare la fame nel mondo ma anche che aiutino a prevenire l'obesità, come il pomodoro viola come una melanzana, ottenuto aggiungendo antociani, pigmenti presenti , per esempio, in fragole, mirtilli e ciliegie, che la ricerca condotta fino ad ora solo su topolini, con gli umani si sta iniziando, sta identificando come armi anti-obesità oltre che come potenti antiossidanti in grado di combattere le infiammazioni alla base di alcune malattie croniche. E per la cura? La domanda che alleggia è quando la ricerca sul Dna sarà in grado di curare i diversi tumori. "I tumori - sottolinea il genetista Edoardo Boncinelli - non sono le uniche malattie esistenti, anche se la la loro probabilità cresce con l'aumentare dell'età. Certamente il genoma ha spianato la strada ed ha aumentato la velocità per la ricerca su questa malattia, tenendo presente che non si tratta di una patologia unica ma di almeno duecento tipi: saremo in grado di
affrontarne alcuni presto, altri tra qualche anno, altri ancora ci faranno penare. Non se ne può parlare - mette in rilievo - come si trattasse di un unico problema. la ricerca sui tumori - sottolinea - è comunque ben finanziata persino in Italia". Anche l'oncologo Umberto Veronesi, presidente della Conferenza e fondatore dell'Istituto europeo di oncologia, racconta come nella sua creatura ci siano cinquecento persone al lavoro sul tema.Quando si avranno dei risultati? Il Dna, sintetizza, ha fatto fare notevoli balzi in avanti. Ma è presto per sbilanciarsi su tempi precisi.

Il genetista americano Craig Venter ha fatto un altro passo avanti nel processo della creazione della “vita sintetica”. Dietro questa espressione, che suona un po’ oscura, c’è la realizzazione - dopo un lungo lavoro di laboratorio - di una nuova specie di batterio mai esistita prima. Il dna di un microrganismo è stato prelevato, modificato e inserito in un altro microrganismo, dando così origine a nuova forma di vita........Certo, la scoperta del “codice della Vita” - così si può definire la mappatura del genoma umano e lo studio della funzione dei geni – ha prodotto la più grande rivoluzione culturale della storia recente dell’uomo. E oggi pone dei nuovi interrogativi al nostro pensiero.Nel dna abbiamo trovato l’alfabeto per leggere il libro della biologia sulla Terra e ci troviamo a dover elaborare un nuova etica che tenga conto di un fatto inedito: la biologia umana non differisce molto da quella degli altri esseri viventi, ma l’uomo è l’unico in grado di intervenire su ogni forma di vita. Anche la sua.Purtroppo non è abbastanza diffusa la convinzione che la scienza non lavora per ciò che non è utile all’uomo e, dunque, processi tecnicamente fattibili, come la creazione di un dna artificiale o la clonazione, non saranno mai sviluppati se non in casi di provato vantaggio per il bene dell’umanità.
Proprio per questa riflessione, la prossima Conferenza mondiale sul futuro della scienza, che si terrà a Venezia dal 20 al 22 settembre, ha per titolo “La Rivoluzione del dna”. L’obiettivo è, prima di tutto, quello di spiegare alla gente le straordinarie potenzialità di questa nuova conoscenza attraverso le testimonianze di Craig Venter e dei Premi Nobel Renato Dulbecco e James Watson.
Si parlerà di genomica e della speranza di sconfiggere, grazie al trasferimento di geni, malattie degenerative (come il Parkinson e l’Alzheimer) ed evolutive (come il cancro). I geni sono anche la piattaforma per gli studi sulla longevità e sulle cure personalizzate, la chiave - applicati in agricoltura - per combattere la fame e la sete.


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Entrambi questi aspetti fanno sì che in Rete vi sia un inesauribile flusso di dati personali (talora sensibili) , alcuni volutamente condivisi, altri ingenuamente creduti al sicuro, che ne fanno un interessantissimo laboratorio perle indagini statistiche.
La possibilità di reperire dati personali in Réte non si esaurisce con i social network: come spiega Davide Bennato (docente di Sociologia della ricerca e innovazione all'Università La Sapienza di Roma) sono sempre di più i portali che chiedono agli utenti pareri e previsioni in merito a qualcosa (film, attore, presidente, governo) con l'obiettivo di aggregare le loro risposte e dar vita a previsioni e indagini culturali. Per indurre gli utenti a partecipare al meccanismo vengono sfruttati i più articolati stratagemmi: da premi virtuali a coloro le quali previsioni si rivelano veritiere, a vere e proprie ricompense in denaro; tra questi fece scalpore il portale che chiedeva agli iscritti di scommettere denaro sulla zona del Medio Oriente che nei mesi a venire sarebbe stata colpita da un attentato. Un servizio dietro il quale non si celava sadismo, bensì la volontà di comprendere quali fossero le zone più a rischio secondo il parere popolare, per poi prendere le dovute precauzioni.
All'obiezione secondo la quale indagini statistiche incentrate su dati raccolti in Rete non abbiano valore universale risponde Chris Anderson, direttore di Wired: con il trascorrere del
tempo la coda lunga della Rete sarà in grado di fornire quantità di dati tali da poter essere definite universali. Ciò sancirà la scomparsa del metodo sdentitico di campionatura che tuttora sta alla base degli studi statistici, sostituito dal data mining di queste gigantesche quantità di informazioni.
Oggi la tendenza è di riconoscere l'aspetto "social" della Rete come un valore aggiunto per le indagini statìstiche, sebbene centri di statìstica tradizionali (Istat, Eurostat, National Statìstics), per loro stessa ammissione, non facciano diretto utilizzo di questa tipolpgia di dati, dal
momento che richiedono una tecnica di reperimento che esula dai rigidi standard ai quali da tempo sono soliti fare affidamento. Questa, sempre secondo Bennato, si articola in diretta o indiretta. 
