giovedì 10 settembre 2009

il pensiero ed il presente , sempre piu' veloce

DI ALESSANDRO LANNI , da Nova' del 10/9/09La nuova frontiera del pensiero è riflettere su un presente che si trasforma velocemente La filosofia è come la nottola di Minerva, diceva Hegel: per pensare il suo tempo si alza al tramonto. Ma in un'epoca di passaggio come la nostra che si trasforma attraverso gli scossoni delle tecnologie della comunicazione, quando il sole del cambiamento è sempre alto, può il filosofo farsi carico di pensare questo continuo presente tecnologico? Carlo Sini, uno dei più importanti pensatori italiani, ci ha provato col suo ultimo libro, «L'uomo, la macchina, l'automa» (Bollati Boringhieri) nel quale scandaglia l'antico sogno della macchina pensante per vedere come le radici del futuro prossimo affondino nel passato remoto. Computer, web, cellulari: Sini ragiona senza patteggiare per gli apocalittici o per gli integrati («che senso ha schierarsi? Come dirsi a favore o contro l'alfabeto o il linguaggio», dice). Piuttosto, ad alcune domande mirate, risponde "controvento", rifiutando lo stereotipo del filosofo avverso alla tecnologia e scavando sotto la crosta di quel che sembra a prima vista indubitabile. Primo pensiero controvento: la memoria è trasformazione, non conservazione. La facoltà di trattenere nella mente sarebbe in pericolo a causa dei supporti digitali che la surrogano e dello stile di lettura che monitor e derivati impongono. Google ci starebbe rendendo stupidi e anche distratti. «I computer, le macchine in generale -spiega Sini - non dimenticano e per questo motivo non ricordano. Non hanno memoria in senso stretto. Non bisogna confondere la memoria come trasformazione "esosomatica", una banca dati o un archivio con l'atto del ricordare che ha come suo corrispondente, come suo cuore, la capacità di dimenticare». La memoria sceglie, seleziona, informazioni in funzioni di interessi, non è un contenitore da riempire. I computer non hanno memoria perché non trasformano i ricordi, non li rielaborano. Niente isterismi, ci vuole serenità difronte alla trasformazione tecnologica in corso. Secondo pensiero controvento: l'uomo è figlio della tecnica. I filosofi fin dai tempi di Platone sono ostili alla tecnica. Un certo snobismo intellettuale che dura fino a oggi. Addirittura c'è chi (Martin Heidegger) l'ha considerata un rischio supremo per l'uomo. Sini risponde così alla tradizione: «La tecnica è l'uomo, l'uomo è un essere tecnico per definizione, per essenza, e il timore che l'umanità vada a ridursi nella macchina è fuori luogo. Perché la macchina è quanto c'è di più umano nell'uomo». Uomo e tecnologia, prosegue Sini, sono parte l'uno dell'altra, fin dallaprima strumentazione che il neonato sì trova a disposizione - la mano e la voce - che in una collaborazione di decine di migliaia di anni hanno dato luogo alla scrittura alfabetica. Terzo pensiero controvento: internet ed i pc non sono la morte della cultura. Carlo Sini si è occupato dell'alfabeto da filosofo fin da quando vocali e consonanti erano studiati solo da linguisti o antropologi. È nella scrittura che ha luogo e sede la razionalità occidentale, spiega Sini. Ma che succede quando le modalità alfabetiche della nostra cultura subiscono uno shock come quello che hanno inferto digitalizzazione dell'informazione e avvento della rete? Siamo entrati nell'epoca del «lutto per la scrittura», come annunciava preoccupato «Time» qualche settimana fa? No. «Sebbene tutto il sapere occidentale sarebbe impensabile senza la scrittura alfabetica, internet è un luogo non dì morte ma di grande rilancio della potenzialità di diffusione per la libertà della cultura». «E - prosegue il filosofo - se le nuove modalità di scrittura si trasferiscono su supporti nuovi ciò non potrà non avere una conseguenza grandiosa sulle nostre anime».orso castano : condivisibili, convincenti i "pensieri controvento di Sini. La macchina , che condensa in se' il sapere produttivo dell'uomo , lo costringe a cambiare la sua cultura . Una situazione dialettica inevitabile ma superabile, anzi doverosamente superabile. A sua volta questa dialetticita' sara' portatrice di nuova cultura.

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