sabato 12 settembre 2009

la lettera di Ted Kennedy ad Obama

da La Stampa del 11/9/2009

Ecco la lettera sulla riforma sanitaria negli Stati Uniti che il senatore Ted Kennedy ha inviato a maggio al presidente e che Obama ha letto ieri durante la sessione congiunta del Congresso. Il senatore Kennedy è morto il 25 agosto scorso. Eletto per la prima volta nel novembre 1962, ha servito per 46 anni nel Senato americano...........................Caro Presidente..............Ho voluto scrivere alcune parole conclusive per esprimerti la mia gratitudine personale, sia per la gentilezza dimostrata nei miei confronti, sia per celebrare ancora una volta la tua leadership che sta restituendo al nostro Paese il suo futuro e la sua autenticità. A livello personale tu e Michelle avete fatto così tanto, sotto ogni punto di vista, per Vichi, per la nostra famiglia e per me. Avete fatto di questi mesi così difficili un periodo felice della mia vita. E ne avete fatto anche un tempo di speranza per me e per l’America.Ripensando a tutti questi anni, a tutte le battaglie, a tutti i ricordi di questa mia lunga carriera pubblica, io ho fiducia, in questi ultimi giorni della mia vita che, anche se io non sarò qui a vederlo, tu sarai il presidente che infine tradurrà in legge quella riforma sanitaria che è la grande opera incompiuta della nostra società. Per me è stata la battaglia di una vita. Mi ha riservato delle delusioni ma non ho mai pensato di essere stato definitivamente sconfitto. E in questo ultimo anno la prospettiva della vittoria mi ha dato coraggio e il lavoro necessario per sostenerla ha catalizzato le mie energie e la mia determinazione. Ci saranno delle battaglie, ce ne sono sempre state, e stanno già ricominciando. Ma in questi mesi di lavoro comune ho capito che tu non darai mai il segnale della ritirata, che non abbandonerai il campo fino alla vittoria. Ho visto la tua determinazione nel pensare che il momento sia arrivato, posso testimoniare la tua dedizione senza compromessi, la tua convinzione che la tutela della salute sia un caposaldo per la nostra futura prosperità. Ma hai anche ricordato a tutti noi che si tratta di qualcosa che va ben oltre gli aspetti pratici, che abbiamo davanti a noi una questione morale; che in ballo non ci sono solo dettagli politici ma i principi fondanti della giustizia sociale e dell’essenza ultima del nostro Paese. E così, grazie alla tua visione e alla tua risolutezza, io sono pronto a credere che presto, molto presto tutti avranno un’assistenza sanitaria decente in un America dove la salute di una famiglia non dipenderà mai più dall’ammontare del conto in banca. E anche se non vedrò quel giorno so che noi, sì noi, adempiremo questa promessa: l’assistenza sanitaria in America sarà un diritto e non un privilegio. In conclusione, permettimi di ripetere quanto sia orgoglioso di aver partecipato alla tua campagna, di aver avuto un ruolo nei primi mesi di una nuova era di ideali e di obiettivi raggiunti. Iniziai la mia vita pubblica con un giovane presidente che ispirò una generazione e il mondo intero. Mi dà speranza sapere che, nel momento in cui la lascio, un altro giovane presidente ispira un’altra generazione, facendo di nuovo dell’America un esempio per il mondo intero. Così, ho scritto questa lettera per dirti ancora grazie come amico e per essere al tuo fianco ancora una volta, l’ultima, per il cambiamento e per l’America che sapremo diventare. Alla convenzione di Denver dove hai ottenuto la nomination avevo detto che il sogno è ancora vivo. Ora, concludo con l’incrollabile convinzione che il sogno si avvererà in questa generazione e sarà consegnato più forte e più grande alle generazioni che verranno.Con profondo rispetto ed eterno affetto. Ted 

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