dal blog GIORNALETTISSIMO , clicca
.................UN LIBRO DEI SOGNI SENZA SOGNI – Un libro dei sogni che parte, a dispetto dei continui richiami al pragmatismo di cui il documento è infarcito, da un assunto davvero “ideologico“: l’idea che, in questi tempi di crisi e di ristrettezze, occorre ridimensionare uno stato sociale ormai insostenibile, che non ci possiamo più permettere. E che va sostituito con un modello “alternativo” in cui lo stato tira i remi in barca e lascia il campo ad altri soggetti. Come si dice qui, “un nuovo modello sociale basato sul concetto di stato minimo e diversificato per settori e realtà territoriali, sull’individualismo e su una bilateralità unicamente sostitutiva dell’intervento pubblico. Un progetto in cui i più deboli sono destinati a diventare ancora più indifesi e con il quale si sostituisce il welfare universale con un modello neocorporativo“. Insomma, un sogno senza sogni, un volo con ali ipotetiche, l’ideologia dello stato minimo che affida le politiche sociali al privato sociale, la tutela della salute alla sanità privata mentre si disconoscono gli impegni presi con le regioni e si delineano risorse finanziarie palesemente insufficienti per il Sistema sanitario nazionale, il sistema pensionistico alle “soluzioni individuali” e le relazioni industriali alla bilateralità “anestetizzata” a-conflittuale e a-sindacale. Un sogno senza sogni. Che poi muoiono all’alba. LA RITIRATA DELLO STATO – Un modello ideologico, perché non è supportato da dati di fatto: il documento non contiene un dato che è uno. E allora, partiamo noi da un dato: in Italia la spesa per il welfare non è affatto superiore a quella degli altri paesi europei, caso mai il contrario. Non lo dice Giornalettismo, ma l’Eurostat: è il 26,4% del Pil contro il 27,8% della media Ue, il 29,4% della Germania, il 31,5% della Francia. Il nostro problema, da sempre, è casomai lo squilibrio esistente tra tutelati ed esclusi: ad esempio, il peso eccessivo della spesa per le pensioni, che il ministro Sacconi ha sempre detto di non voler riformare nonostante le ripetute dichiarazioni dei ministri Brunetta e Tremonti. Il nostro problema è casomai nella tutela di alcune categorie di lavoratori a spese degli altri, ma di fronte alle continue richieste di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali il ministro ha sempre fatto spallucce. Mentre nel libro bianco parla esplicitamente di welfare occupazionale, che però significa - guarda caso – che i lavoratori più forti possono assicurarsi più tutele, mentre ignora le condizioni dei lavoratori più deboli. Proprio mentre l’attuale flessibilità (che a Sacconi tra l’altro piace assai) comporta soprattutto per giovani e donne continui passaggi da occupazione a disoccupazione e a ri-occupazione.
link : prefazione : http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/7494E9D8-980B-4B82-9ECD-17DE4D368B52/0/PaginedalibroverdeDEF25luglio_presentezione.pdf
libro verde : http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/B8453482-9DD3-474E-BA13-08D248430849/0/libroverdeDEF25luglio.pdf
Presidenza del Consiglio dei Ministri :http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/libro_verde_welfare/
Nessun commento:
Posta un commento