venerdì 16 marzo 2012

Censis. Sanità: boom della spesa privata. Cala quella pubblica da Quotidianosanita'.it


(stralci dall'articolo)"....................Poche risorse pubbliche rispetto ai bisogni reali, con tagli inevitabili ai servizi. È quindi questo lo scenario della sanità in Italia se i trend attuali troveranno conferma. Intanto sottolinea il Censis - già oggi i cittadini spendono molto di tasca propria per la salute: 30,6 miliardi di euro, +8% nel periodo di crisi 2007-2010. Emblematico è il caso della spesa per i farmaci, con un taglio del 3,5% della spesa pubblica e un incremento della spesa privata del 10,7% nel triennio 2007-2010. Per le famiglie aumenta il peso dei ticket sui farmaci (a fine anno si supererà di molto il miliardo di euro) e, se non verranno aboliti, arriverà presto la stangata dai ticket su diagnostica, specialistica e pronto soccorso, che unita a quella sui farmaci sarà un nuovo salasso stimabile in 4 miliardi di euro.
Peggiora la qualità della sanità, soprattutto nelle Regioni dove i tagli sono maggiori. Per il 31,7% degli italiani il Servizio sanitario della propria Regione è peggiorato negli ultimi due anni (lo pensava il 21,7% nel 2009), per il 55,3% tutto è rimasto uguale a prima, e solo per il 13% c’è stato invece un miglioramento (ne era convinto il 20,3% nel 2009). I cittadini che parlano di un peggioramento sono il 18,7% in più di quelli che avvertono un miglioramento. Nel Mezzogiorno (38,5%) e al Centro (34,2%) sono più alte le percentuali di persone che lamentano un peggioramento della sanità. Nelle Regioni con Piano di rientro, più del 38% degli intervistati afferma che la sanità è peggiorata nei due anni precedenti e solo meno dell’8% dichiara che è migliorata (con un saldo tra miglioramento e peggioramento molto negativo, pari a -31%). Nelle Regioni senza Piani di rientro i cittadini che parlano di un peggioramento sono il 23,3%, mentre per il 19,4% c’è stato un miglioramento. La sanità peggiora dunque nelle Regioni in cui i Piani di rientro hanno imposto controlli rigidi della spesa e tagli a servizi e prestazioni: in queste Regioni si spende meno rispetto al passato, ma per ora non si spende meglio.
Perché gli italiani spendono di più per la salute. La spesa sanitaria privata è cresciuta del 25,5% in dieci anni. L’aumento non dipende solo dalle recenti manovre di bilancio. Ci sono settori dalla copertura pubblica da sempre giudicata inadeguata, come l’odontoiatria, con il 95% della spesa a carico dei privati, quasi 12 miliardi di euro l’anno. Al moltiplicarsi dei piccoli disturbi, le persone cercano risposte rapide, molto spesso a spese proprie, per continuare a svolgere le funzioni quotidiane in famiglia e al lavoro. Sono milioni gli italiani afflitti da piccole patologie: 19,3 milioni soffrono di ricorrenti dolori muscolari, articolari o di altro tipo (1,4 milioni di giovani, con meno di 30 anni, e 7,6 milioni di anziani), 18,7 milioni hanno problemi alla vista (dalla miopia alla presbiopia, all’astigmatismo: 2,4 milioni sono giovani), 10,7 milioni di persone soffrono di allergie (2,3 milioni sono giovani), 10,6 milioni tendono a ingrassare troppo, 9,1 milioni hanno emicranie frequenti, 9 milioni hanno difficoltà a prendere sonno o soffrono di insonnia. Di fronte ai tanti piccoli disturbi e a sintomi non gravi, il 39% degli italiani consulta subito il medico di base, il 31% tenta di curarsi stando a casa (con riposo, alimentazione corretta, ecc.) e il 15% assume qualche farmaco che in altre occasioni si è rivelato efficace. Un altro esempio di spesa privata è quella per i medicinali non convenzionali, pari a 1,7 miliardi di euro l’anno.
Decolla il «low cost» sanitario, con qualche preoccupazione. Anche nella sanità è partita la caccia alle offerte. Si cercano prestazioni a prezzi più bassi, di qualità accettabile, con buoni tempi di accesso. È stimato in 10 miliardi di euro il valore della sanità «low cost». Questo segmento di mercato crescerà del 25% l’anno. I tagli dei prezzi delle prestazioni sono di solito non inferiori al 30%, ma possono arrivare al 60% e sul web si moltiplicano le offerte (dall’odontoiatria ai servizi di prevenzione) con sconti fino all’85% rispetto ai comuni prezzi di mercato............ "15 marzo 2012

La risposta di Troise ANAAO : (stralci da art.)  
15 MAR - “La ricerca del Censis fotografa una Italia dove il diritto alla salute è sempre meno esigibile e dove la sanità diventa un mercato a basso costo, una grande ‘porta portese’ dilatata dal web, dove la qualità e la sicurezza diventano beni difficilmente controllabili. Ecco cosa succede se si tagliano i servizi e si riducono le prestazioni”...... “i tagli al Fondo sanitario nazionale e ai finanziamenti alle Regioni, i piani di rientro dal deficit che obbligano nove Regioni ad ulteriori sacrifici, non fanno che trasferire sulle spalle dei cittadini il costo di bisogni sanitari che non possono essere compressi o rinviati. Si alimenta in tal modo un mercato privato di 30 miliardi di euro ed una sanità low cost facilmente fruibile, centrata sul basso costo della prestazione, che diventa un qualsiasi prodotto da consumare, anche se il più delle volte di incerta provenienza e di scarsa affidabilità”......... “una spesa sanitaria  pubblica sempre più contratta, la introduzione dei ticket sanitari spinge i cittadini a risolvere da soli i problemi di salute che il Ssn non è più in grado di soddisfare ed incoraggia – conclude il segretario nazionale dell’Anaao - una sanità privata colorata ed accattivante che non ci piace, la cui continua espansione deve preoccupare coloro che hanno il dovere di garantire, sempre e a tutti, la qualità dei servizi e delle prestazioni”.

orso castano : Le addizionali regionali ,ovviamente caricate sempre, innanzitutto, sullo stipendio dei soliti noti , sono ormai diventati onerosi pannicelli caldi per una spesa sanitaria che si dilata sempre di piu'. O si cambia ottica e si  rinuncia ad usare  la sanita' come "osso" politico da spolpare e si avvia una seria riforma per la gestione "sanitaria" della Sanita' pubblica, portando avanti decisamente programmi per la prevenzione secondaria , coinvolgendo , come in Inghilterra, gli "utenti" del servizio, oppure le cose piano piano scivoleranno sempre piu' in basso mettendo in crisi il sistema. La piramidalizzazione del servizio e l'assoluta (ormai) politicizzazione del sistema , diventato uno snodo welf-politico, saranno comunque veri e propri "muri" da abbatterer. Ci riusciremo ?..... 

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