domenica 18 marzo 2012

documento SUMAI (specialisti degli ambulatori) sulla primary care


(clicca sull'immagine per il documento intero)
Medicina & Territorioorso castano : Il modello dell'Assistenza Territoriale Integrata e' realmente uno sforzo per riaggregare sul territorio una pluralita' eccessiva di servizi  e doppioni di servizi . Interessante, oltre che il modello riorganizzativo, perche' rappresenta un tentativo (teorico) ben studiato  di razionalizzazione, senza ulteriori spese ne nuove architetture piramidali territoriali  (inutili sprechi) . Da parte del SUMAI non risultano sul documento sforzi per un modello di intervento sull'esordio dei disturbi e patologie , ne' alcun accenno a quella che dovrebbe essere la prevenzione secondaria, neppure un coivolgimento dell'ospedale che sia diretto e non mediato da invii-cartelle-data base di informazioni sul paziente. non si inaugurerebbe cosi' finalmente una trasmissione di esperienze cliniche indispensabile per una crescita professionale? Cosi' l'analisi ela individuazione di "indici" per il conteggio di medici specialisti poliambulatoriali risulta statico, o in aumento per fattori di invecchiamento della popolazione o per fattori di errori alimentari, ecc. Ma se non sul territorio, dove dovrebbe essere fatta la prevenzione.? Non mi sembra sia cosi' in altri paesi come l'Inghilterra, ma il discorso sareebbe lungo e complesso, ci torneremo. LA SPECIALISTICA TERRITORIALE.........(stralci da docum.)


Le lunghe liste di attesa per poter effettuare con il SSN una visita o una 
prestazione diagnostica in regime ambulatoriale con il conseguente e sempre più 
utilizzato ricorso improprio al Pronto Soccorso (Tabella 1) sono diventati in 
questi ultimi anni, per i cittadini, uno dei punti maggiormente critici 
dell’assistenza pubblica in particolare per l’aumento delle richieste di prestazioni 
specialistiche che dovrebbero e potrebbero essere erogate direttamente dai 
servizi assistenziali territoriali piuttosto che in ospedale..........a nostro avviso, 
dovuto principalmente alla legge di riforma sanitaria De Lorenzo 502/92, che avendo di fatto portato per molti anni ad un blocco del turnover dell’attività specialistica ambulatoriale convenzionata 
interna (Tabella 2) ha creato: 
-uno stravolgimento della principale funzione ospedaliera dedicata al 
ricovero; 
- una inevitabile elevata pressione sul personale sanitario; 
-significativi disagi e difficoltà nello svolgimento di attività sui Pazienti a 
maggiore criticità; 
- una difficoltosa assistenza agli anziani ed ai malati cronici; 
- un’incremento rilevante dei costi. 
 La crescita esponenziale della domanda medica verso le strutture sanitarie 
pubbliche o accreditate con il SSN e la lievitazione della spesa sanitaria è stata 
affrontata in questi anni principalmente in termini di dissuasione introducendo 
strumenti quali la partecipazione alla spesa sanitaria per i Cittadini ed un 
controllo sulla appropriatezza ed il numero delle prescrizioni da parte dei Medici, 
strumenti questi che sino ad oggi hanno avuto, bisogna dirlo, scarso successo...Bisogna anche dire che l’incremento notevole in questo ultimo quinquennio 
dei contenziosi medico-legali contro i Medici con la richiesta di risarcimento dei 
“danni” da parte dei Cittadini, anche in mancanza di correttivi da parte del 
Legislatore mediante interventi decisi nel limitare questa tendenza, hanno 
ulteriormente contribuito ad accentuare la situazione già pesante, aumentando 
notevolmente il numero di prescrizioni e di accertamenti da parte del Medico per 
motivi di auto-tutela innescando così il cosiddetto meccanismo della “Medicina 
Difensiva” con l’inevitabile innalzamento dei tempi di attesa e dei costi del SSN 
.....Lo Specialista Ambulatoriale Convenzionato Interno infatti dovrà e potrà 
effettivamente assumere il ruolo di principale riferimento specialistico sul 
territorio tramite la partecipazione alle neonate Aggregazioni Funzionali 
Territoriali Specialistiche (AFTS) che appaiono essere per il SUMAI Assoprof e la  
parte pubblica rappresentata dalla SISAC, la scelta più appropriata e
sicuramente maggiormente auspicata dalla categoria e soprattutto
maggiormente utile per il Paziente..........I modelli territoriali di seguito proposti, costituiscono secondo il SUMAI
Assoprof le vere risposte cui far riferimento per una definitiva normalizzazione
della problematica assistenziale in questione come si evince del resto dal
gradimento da parte dei Pazienti all’utilizzo degli ambulatori e dei laboratori
pubblici a diretta gestione.........
RUOLO DELLO SPECIALISTA AMBULATORIALE INTERNO 
Una nuova organizzazione territoriale
La proposta di una Assistenza Territoriale Integrata, come rappresentata dai
nuovi AA.CC.NN. dei rapporti convenzionali, si manifesta nello sviluppo di una
collaborazione fra più professionisti convenzionati (Specialisti Ambulatoriali e
Psicologi Convenzionati Interni, MMG, PLS), ognuno specificatamente per le
proprie competenze, facendo chiaramente attenzione ad evitare il sovrapporsi di
funzioni con il fine di mantenere alta la qualità del servizio offerto ai Cittadini e
che renda possibile lo scambio di opinioni e pareri clinici, anche tramite:
-la condivisione di spazi e attrezzature per una loro ottimale fruizione;
-l'utilizzo più efficiente delle professioni sanitarie;
-la garanzia di una copertura oraria maggiore dell'attività sia ambulatoriale
che domiciliare;
-la possibilità di un'organizzazione del lavoro più flessibile;
-l’effettuazione di visite e altre prestazioni mediante appuntamento.
Tra i principali aspetti ritenuti qualificanti dell’Assistenza Territoriale 
Integrata: 
-La garanzia della “continuità delle cure”, mediante una gestione integrata
del Paziente da parte dei vari attori dei servizi territoriali (Specialisti
Ambulatoriali e Psicologi Convenzionati Interni, MMG, PLS) e l’Ospedale;
-La realizzazione di un processo organizzativo che garantisca un’efficace
continuità dell’assistenza mediante la riduzione del ricorso al Pronto Soccorso e
dei ricoveri inappropriati anche con l’attivazione di “percorsi specialistici
assistenziali” presso i poliambulatori pubblici territoriali tramite gli specialisti
ambulatoriali convenzionati interni;
-La realizzazione di un giusto e virtuoso “riequilibrio fra ospedale e
territorio” propedeutico ad una ridistribuzione delle risorse e delle competenze,
basata sull’individuazione del livello di assistenza e della sede per l’erogazione
della prestazione appropriata in considerazione dei principi di qualità, efficacia,
efficienza ed economicità, nonché nel rispetto dei principi etici;
-Il perseguimento del “coordinamento funzionale” dell’attività degli
Specialisti Ambulatoriali e Psicologi Convenzionati Interni, dei MMG e PLS, con
le attività del distretto;
-La realizzazione di forme di “maggiore fruibilità e accessibilità” dei servizi
e delle attività territoriali da parte dei Cittadini, prevedendo da parte dei medici
la fruibilità di spazi comuni, potendo utilizzare in via sperimentale la
“riconversione di piccoli ospedali in strutture territoriali”;
-L’ utilizzazione degli strumenti della “rete” e della “telemedicina” per la
gestione del Paziente in sede domiciliare, nelle località disagiate, montane e
nelle isole minori;
-La dotazione, nelle aree metropolitane, di supporti tecnologici ed informativi
attivi per “collegare tra loro i professionisti” nei loro studi e nei
poliambulatori pubblici consentendo la “condivisione delle informazioni e
l’integrazione” di tutti i medici del territorio (Specialisti Ambulatoriali e
Psicologi Convenzionati Interni, MMG - medico medicina generale, PLS pediatra
libera scelta) con l’ospedale e con gli attori del sociale;

-La creazione di “stretti rapporti con il distretto”, con l’ospedale e con gli
altri poli della rete integrata;
-Diventare il punto di riferimento dell’assistenza territoriale; intercettare la
domanda, soddisfarla e per quanto è possibile, governarne i successivi eventuali
percorsi sanitari e sociali, in un’ottica di “appropriatezza”.
Tra le numerose aree di possibile sviluppo, l’Assistenza Territoriale Integrata
potrà giocare un ruolo di primo piano nella gestione delle patologie croniche
mediante:
-L’ “lntegrazione tra strutture poliambulatoriali territoriali ed ospedale”
nel portare avanti nuovi “percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali”;
-la raccolta in un “unico punto di riferimento” delle competenze per
l’assistenza delle patologie croniche oggi in notevole aumento in quanto dovute
sia all’invecchiamento della popolazione che al miglioramento delle cure
disponibili;
-la creazione di nuovi servizi di “telemedicina/teleconsulto” sfruttando le
nuove tecnologie esistenti.
Nell’ambito dell’assistenza territoriale integrata e grazie alla disponibilità di
un medico 24 ore su 24 e sette giorni su sette, sarà possibile disegnare e
sperimentare anche nuovi percorsi di “dimissioni” e/o di “ammissioni
protette”, sfruttando anche la disponibilità di alcuni posti letto (per
osservazione dei Pazienti) o di canali preferenziali per l’ammissione protetta
nelle strutture specialistiche territoriali o in ospedale per acuti.
Attività presso i Poliambulatori Specialistici Territoriali
Si definiscono "Poliambulatori Specialistici Territoriali" quei presidi
territoriali dove operano gli Specialisti Ambulatoriali e gli Psicologi Convenzionati
Interni che svolgono, mediante le previste “aggregazioni funzionali” (AFTS),
la loro attività di consulenza, secondo precise modalità organizzative anche di
assistenza integrata e che si svolgono in gran parte mediante prenotazione
attuata con diverse modalità (CUP, da parte dello specialista, dagli studi dei
MMG e PLS). “Il Poliambulatorio Specialistico Territoriale", almeno uno per Distretto,
deve essere aperto almeno dodici ore al giorno, dispone di una rete informatica
locale, a sua volta collegata alle reti informatiche aziendali e a quelle degli studi
dei MMG e dei PLS e con tutti gli altri presidi territoriali integrati; vi operano
oltre agli specialisti ambulatoriali e psicologi convenzionati interni, il personale
infermieristico ed il personale di supporto amministrativo.
I “Poliambulatori Specialistici Territoriali” devono essere raggiunti
agevolmente tenendo conto anche delle caratteristiche territoriali, demografiche
e delle principali evidenze epidemiologiche del territorio indipendentemente dalla
presenza o meno nelle vicinanze di strutture ospedaliere sede di Pronto
Soccorso. Presso ogni "Poliambulatorio Specialistico Territoriale" sono erogate dai
medici specialisti ambulatoriali convenzionati interni e da altri professionisti:
visite specialistiche;
prestazioni di diagnostica per immagini e di laboratorio (ecografie, radiografie,
TC, RM ecc.);
consulti specialistici interdisciplinari e con il MMG e/o PLS;
prestazioni specialistiche organizzate (day service) mediante percorsi interni
coordinati e predefiniti per alcuni gruppi di patologie.
prestazioni infermieristiche;
Inoltre, possono essere programmate e prenotate, prestazioni specialistiche
domiciliari su richiesta del MMG, del PLS di altro specialista.
Tali attività sono rivolte a tutta la popolazione residente e/o comunque afferente
al distretto di riferimento.
Attività presso gli Ambulatori Territoriali Integrati 
Si definiscono "ambulatori integrati" o "centri medici" quei presidi
territoriali dove operano i professionisti che svolgono insieme la loro attività,
secondo precise modalità organizzative ispirate alla Medicina di Gruppo.
“L’ambulatorio integrato" è aperto almeno dieci ore al giorno, dispone di
una rete informatica locale, a sua volta collegata alle reti informatiche aziendali;
vi operano MMGG e/o PLS, Specialisti Ambulatoriali e Psicologi Convenzionati
Interni e personale infermieristico ed eventualmente anche personale
amministrativo.

Presso "l'ambulatorio integrato" possono essere erogate:
visite ambulatoriali comunemente svolte dagli Specialisti Ambulatoriali Interni,
dai MMG e dai PLS;
analisi diagnostiche di primo livello (da tecnologie elementari fino alla
telemedicina);
consulenze specialistiche eseguite da medici specialisti ambulatoriali
convenzionati interni afferenti a tali strutture;
prestazioni infermieristiche;
Inoltre, possono essere svolte tutte le attività correlate, quali raccolta
prelievi, prenotazione di prestazioni specialistiche e/o di ricovero degli assistiti,
valutazioni connesse all'attività dell'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI).
Attività presso gli Studi dei MMG e PLS
I Medici di Medicina Generale ed i Pediatri di Libera Scelta, riuniti in associazioni,
svolgono la loro attività professionale anche in studi medici collocati in sedi
diverse, devono essere collegati tra loro e con il poliambulatorio specialistico
territoriale pubblico funzionalmente tramite una idonea rete informatica e previa
informatizzazione delle schede sanitarie individuali degli assistiti (medicina in
rete).
La programmazione di nuove equipes territoriali deve, pertanto, essere collegata
a nuovi modelli di risposta ai bisogni della cittadinanza, in particolare delle
categorie più fragili. A tal fine, si potrà prevedere la presenza degli specialisti ambulatoriali
convenzionati interni anche in regime di reperibilità.
Attività presso i Presidi Territoriali di Prossimità (PTP)
Il “Presidio Territoriale di Prossimità (PTP)” costituisce il punto di
riferimento dell’assistenza territoriale per il cittadino che deve identificare un
luogo fisico dove trovare risposta assistenziale continuativa in h 24.
Si tratta di ambulatori distrettuali gestiti dai Medici di Continuità Assistenziale
per effettuazione di visite e prestazioni sanitarie, collocati strategicamente in
strutture individuate dalle AA.SS.LL.:
• situati in aree distanti da presidi ospedalieri;
• situati presso aree ad alta densità abitativa e/o aree di interesse turistico;
• almeno uno per distretto sanitario.
L’ambulatorio deve essere collocato in sede distinta dal Pronto Soccorso per
evitare che i cittadini continuino ad identificare quest’ultimo come luogo unico al
quale rivolgersi per qualsiasi problema.
Tale struttura deve essere localizzata vicino ad una postazione di ambulanze del
118, al fine di poter trasferire il Paziente presso l’Ospedale di riferimento,
qualora se ne verificasse la necessità.
Nulla vieta che i due Servizi siano collocati nella stessa struttura, anche per
ottimizzare i costi, purchè il personale sia differenziato e ciascuno svolga il
proprio compito istituzionale preposto.
Le prestazioni erogabili nei PTP sono quelle tipiche dell’ambulatorio del medico di
MMG e del PLS: visita medica, prescrizione di farmaci salvavita, certificazione
per turnisti, medicazioni, prestazioni urgenti che richiedono un servizio di primo
soccorso. In tale ambito possono essere fornite anche prestazioni
infermieristiche.
Per ogni turno deve essere presente almeno una unità medica e una unità di
personale infermieristico.
L’accesso può avvenire direttamente, tramite invio da parte del MMG o del
Pronto Soccorso di riferimento dopo effettuazione del Triage. All’ambulatorio
possono accedere tutti i cittadini, compresi i non residenti.
L’ambulatorio è funzionante sia nelle ore di attività propria della Continuità
Assistenziale (notturne, festive e prefestive) sia nelle ore diurne dei giorni feriali.
In particolare, l’attività svolta nelle ore diurne è rivolta, preferibilmente, a quei
cittadini presenti in città per lavoro, turismo o studio, non iscritti con un medico
di famiglia del luogo, che abbiano necessità assistenziali non rinviabili ma
risolvibili ambulatorialmente.
Nel PTP si deve prevedere l’istituzione di turni di medicina specialistica
ambulatoriale interna di “specialistica e primo soccorso” per alcuni gruppi di
patologie.


Applicazione dei Modelli proposti 
L’obiettivo di garantire ed erogare una ottimale assistenza territoriale può essere
raggiunto più agevolmente se, nell’applicazione dei modelli sopra esposti, si
tiene conto delle caratteristiche territoriali, demografiche, delle principali
evidenze epidemiologiche e della presenza di strutture ospedaliere sede di
Pronto Soccorso. L’offerta diversificata, adeguata alle specificità del territorio, permette
ai servizi territoriali organizzati come aggregazioni funzionali di professionisti di affiancare
quelli ospedalieri permettendo un ricorso sempre più appropriato al ricovero
ospedaliero e al pronto soccorso. Ciò consentirà di non distogliere il Personale
Medico ed Infermieristico ospedaliero dal gravoso compito di gestire le acuzie.
Particolare attenzione quindi deve essere posta al fine di evitare sovrapposizioni
di competenze tramite una “chiara differenziazione dei compiti
professionali” evitando così pericolosi ricorsi ad attività specialistica di tipo
“occasionale” in quanto è dalla letteratura scientifica nazionale ed internazionale
giudicata e riconosciuta di scarsa efficacia.
Un’attività specialistica infatti deve essere effettuata identificando come indice
di qualità prestazionale il numero di prestazioni eseguite continuativamente dal
singolo specialista e dall’aggiornamento continuo ed obbligatorio che lo stesso
svolge ai sensi delle vigenti normative che regolano il proprio rapporto di lavoro.

.....
ART. 30 BIS -(Disciplina dei rapporti con i medici specialisti ambulatoriali interni, veterinari ed 
altre professionalità (biologi, chimici, psicologi) ai sensi del D.Lgs. n. 502/92 e 
successive modificazioni e integrazioni) approvato il 29 luglio 2009)  
AGGREGAZIONE FUNZIONALE TERRITORIALE DEI MEDICI 
SPECIALISTI AMBULATORIALI E DEGLI PSICOLOGI CONVENZIONATI 
1. Con le aggregazioni funzionali si realizzano alcune fondamentali condizioni per 
l’integrazione professionale delle attività dei singoli medici specialisti 
ambulatoriali e degli psicologi convenzionati per il conseguimento degli obiettivi 
di assistenza. 
2. I medici specialisti ambulatoriali e gli psicologi convenzionati partecipano 
obbligatoriamente alle aggregazioni funzionali territoriali. 
3. Entro sei mesi dall’entrata in vigore del presente accordo, le Regioni, con la 
partecipazione delle organizzazioni sindacali firmatarie dello stesso ACN, 
individuano le aggregazioni funzionali sulla base del seguente criterio: 
- Pluralità di specialisti operanti in ambito distrettuale e/o aziendale individuato 
dalla programmazione regionale in funzione del numero di specialisti 
ambulatoriali e di psicologi convenzionati presenti. 
4. L’attività dell’aggregazione funzionale viene coordinata dal coordinatore 
aziendale, qualora previsto dalle norme regionali, o distrettuale di cui al comma 
2, art. 28 del presente ACN. 
In assenza del coordinatore aziendale, tale funzione viene garantita da uno dei 
coordinatori distrettuali. 
5. Nell’ambito degli accordi regionali vengono definite le modalità di 
partecipazione dei medici e degli psicologi convenzionati alle aggregazioni 
funzionali sulla base dei criteri di cui al comma 3 nonché la scelta del 
coordinatore di cui al comma 4. 
6. I medici e gli psicologi convenzionati partecipano all’aggregazione funzionale 
indicata dalla Regione allo scopo di: 
- Promuovere l’equità nell’accesso ai servizi sanitari, socio-sanitari e sociali nel 
rispetto dei livelli essenziali di assistenza, anche attraverso l’individuazione di 
percorsi di integrazione interdisciplinare e con l’assistenza ospedaliera; 
- Promuovere la diffusione e l’applicazione delle buone pratiche cliniche sulla 
base dei principi della “evidence based medicine”, nell’ottica più ampia della 
“clinical governance”; sia tra i professionisti appartenenti alla stessa branca, sia 
tra i professionisti appartenenti a branche diverse impegnati nell’affrontare 
problemi comuni sotto il profilo diagnostico, clinico e terapeutico; 
- Promuovere e diffondere l’appropriatezza clinica e organizzativa nell’uso dei 
servizi sanitari, anche attraverso procedure sistematiche ed autogestite di “peer 
review”; 
- Promuovere modelli di comportamento nelle funzioni di prevenzione, diagnosi, 
cura, riabilitazione ed assistenza orientati a valorizzare la qualità degli interventi 
e al miglior uso possibile delle risorse, pubbliche e private, quale emerge 
dall’applicazione congiunta dei principi di efficienza e di efficacia. 
 . L’aggregazione funzionale persegue le finalità di cui al comma 6 attraverso: 
- l’individuazione di strumenti, tempi e momenti di verifica per l’avvio dei 
processi di riorganizzazione; 
- la condivisione delle proprie attività con l’Azienda o con il Distretto di 
riferimento, per la valutazione dei risultati ottenuti e per la socializzazione dei 
medesimi. In questo contesto, il responsabile di branca di cui all’art. 30, comma 
2 del presente ACN può svolgere una funzione di integrazione e coordinamento 
tra professionisti della stessa branca in particolare qualora gli stessi 
appartengano ad aggregazioni funzionali 
diverse; 
- la partecipazione a programmi di aggiornamento/formazione e a progetti di 
ricerca concordati con l’Azienda o con il Distretto e coerenti con la 
programmazione regionale e aziendale e con le finalità di cui al comma 6. 
Definizione 
L’Aggregazione Funzionale Territoriale Specialistica (AFTS) è un insieme 
organizzato la cui componente medica e professionale è composta 
esclusivamente da Medici Specialisti Ambulatoriali e Psicologi Convenzionati 
Interni, con le dotazioni strutturali e strumentali necessarie per lo svolgimento 
delle attività medico-specialistiche. 
Questa è in grado di garantire, attraverso la realizzazione di una migliore 
possibilità di accesso ed una maggiore semplificazione delle procedure di 
accettazione, in maniera integrata, organizzata, e coordinata, tutti i servizi 
specialistici territoriali di elezione e di primo intervento dei quali il cittadino può 
avvalersi in caso di bisogno sanitario di natura specialistica diventando quindi il 
“gruppo clinico specialistico di riferimento” capace di dare “la risposta” 
ad ogni caso clinico di competenza specialistica che non necessiti di ricovero 
ospedaliero. 
Personale 
L’art.30 bis del nuovo ACN prevede nell’ambito della Aggregazione Funzionale 
Territoriale dei Medici Specialisti Ambulatoriali e Psicologi Convenzionati Interni, 
come sopra descritto, coadiuvata da personale infermieristico ed amministrativo 
presente nei presidi o nei luoghi dove si eroga attività specialistica. 

Tipologia di Aggregazioni Funzionali Territoriali Specialistiche (AFTS) 
La individuazione della Tipologia di Aggregazioni Funzionali Territoriali dei Medici 
Specialisti Ambulatoriali e degli Psicologi (AFTS) deve tenere conto dei seguenti 
fondamentali parametri di riferimento e precisamente: 
- della densità residenziale (alta, media, bassa) rapportata al numero dei 
cittadini residenti nel territorio di competenza; 
- della “distribuzione”, della “struttura” e dell’ “incidenza di patologia” 
della popolazione sul territorio medesimo; 
 - delle “condizioni” e delle “caratteristiche geomorfologiche” delle zone 
interessate; 
-dei “presidi sanitari territoriali pubblici già esistenti”; 
-del “sistema viario esistente” ; 
-del “sistema di trasporto pubblico” e dei tempi di percorrenza tra zone e 
zone; 
- delle eventuali “zone disagiate” esistenti sul territorio. 
Funzioni
 Le Aggregazioni Funzionali Territoriali dei Medici Specialisti Ambulatoriali 
e degli Psicologi Convenzionati Interni dovranno diventare il principale punto di 
riferimento nell’ambito dei percorsi attivati dal MMG-PLS. 
Ogni Aggregazione Funzionale Territoriale Specialistica (AFTS) “avrà in 
gestione diretta il Paziente fino alla diagnosi” programmando visite 
specialistiche, prescrizioni di esami di laboratorio o strumentali, consulti con i 
vari specialisti che ne fanno parte (percorso interno) ovvero si invierà il 
Paziente direttamente al ricovero o a prestazioni di day hospital (percorso 
esterno). Per entrambe le tipologie di percorsi deve esistere un filo diretto tra 
specialista ed altri specialisti interni ovvero tra questo e i MMG-PLS e la struttura 
ospedaliera. Nel caso del “percorso interno”, quota parte dell’orario settimanale va 
destinata alla attività effettuata all’interno dell’Aggregazione Funzionale 
Territoriale Specialistica nelle discipline di volta in volta ritenute necessarie (Day 
Service). Tale percorso interno è finalizzato a garantire, attraverso un percorso 
agevolato, l’iter diagnostico-terapeutico più efficace in relazione alla complessità 
del quadro clinico. Nel caso del “percorso esterno”, la possibilità di comunicazione diretta 
con un referente del reparto specialistico ospedaliero al fine di programmare 
quella attività di ricovero ovvero di diagnostica di alta tecnologia. 
Il supporto al Paziente si caratterizza nel superamento del disagio 
determinato dal suo peregrinare da un servizio all’altro per la prenotazione di 
visite/accertamenti successivi (attraverso la contemporanea migliore 
organizzazione dei servizi e l’integrazione tra i vari specialisti) mantenendo 
quella continuità anche fisica con lo specialista (attraverso la garanzia di 
rapporto con lo stesso medico che inizia l’iter diagnostico-terapeutico) 
sintetizzando tutto questo nella presa in carico del Paziente, “senza 
fermate intermedie”. “L’Aggregazione Funzionale Territoriale Specialistica (AFTS)” può 
operare nell’arco delle dodici/ventiquattro ore al giorno, disponendo di una rete 
informatica locale, a sua volta collegata alle reti informatiche aziendali e a 
quelle degli studi dei MMG e dei PLS e con tutti gli altri presidi territoriali 
integrati. Opera in collaborazione con il personale infermieristico ed il personale 
di supporto amministrativo. Deve erogare visite specialistiche, prestazioni di diagnostica per immagini 
(ecografie, radiografie, TC, RM ecc.) e di laboratorio, consulti specialistici 
interdisciplinari e con il MMG e/o PLS, prestazioni specialistiche organizzate 
mediante percorsi interni coordinati e predefiniti per alcuni gruppi di patologie, 
programmare prestazioni specialistiche domiciliari su richiesta del MMG e del PLS 
o di altro specialista. Per quanto riguarda la gestione delle malattie croniche, le Aggregazioni 
Funzionali Territoriali Specialistiche avranno a disposizione specialisti con un 
sufficiente numero di ore delle branche a visita e di diagnostica strumentale e 
per immagine necessarie per ogni singola patologia cronica garantendo così la 
“presa in carico di gruppi di popolazione affetti da patologie croniche 
riducendo il ricorso dei “ricoveri impropri.......................









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