mercoledì 21 marzo 2012

da l'Unita' : Fammoni (Cgil): «Rischio espulsioni di massa nelle aziende». Giuslavoristi: «Governo mente su contratti dopo 36 mesi e reintegro sotto i 15».

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O il Governo è incredibilmente «disinformato» oppure è «spregiudicato», ma in entrambi i casi mente in modo «sconcertante», visto che tenta di «far apparire come concessioni» ai sindacati quelle che in realtà «sono tutele già acquisite da anni dalla legge». A dirlo sono decine e decine (per la precisione 53) di giuslavoristi, professori ed esperti di diritto che da Bologna si ergono a protestare contro le novità annunciate oggi dal Governo Monti in tema di lavoro. Novità che novità non sono, sostengono, visto che le due normative annunciate oggi a tutela dei lavoratori esistono già da tempo nel nostro ordinamento. Si tratta dell'obbligo di assumere un lavoratore a tempo indeterminato dopo 36 mesi di contratti a termine e dell'estenzione dell'obbligo di reintegro in caso di licenziamento discriminatorio anche in un'azienda con meno di 16 dipendenti. I primi firmatari della nota stampa sono Umberto Romagnoli, Luigi Mariucci, Piergiovanni Alleva, Giovanni Orlandini e Sergio Matone. Seguono tanti altri nomi di esperti del diritto per la maggior parte di Bologna (21) ma anche di altre città italiane (Torino, Firenze, Milano, Roma).Il Governo, che fa queste proposte «per far digerire la pillola delle modifiche peggiorative», le ha presentate come nuove e ha fatto «affermazioni false». I 53 giuslavoristi indicano anche dove: l'estensione dell'obbligo di reintegro nelle aziende piccole è previsto dall'articolo 3 delle legge 109 del 1990, mentre il termine massimo dei 36 mesi è previsto dall'articolo 5 comma 4 bis del decreto legislativo 368 del 2001. «A prescindere dalle valutazioni che ciascuno vorrà dare dei nuovi provvedimenti che il governo Monti si accinge ad adottare - scrivono i 53 esperti di diritto - è veramente sconcertante il livello di disinformazione (se c'è buona fede) o di spregiudicatezza (se c'è malafede) di chi vuol fare apparire a milioni di cittadini come concessioni alle organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori quelle che sono tutele già acquisite da anni dalla legge».

 Fiom Maurizio Landini boccia senza mezzi termini la riforma del lavoro sui licenziamenti: «Una follia che cancella l'articolo 18: non riduce la precarietà, non estende gli ammortizzatori ma rende solo più facili i licenziamenti. La contrasteremo con ogni mezzo, con ogni forma di protesta democratica, nelle fabbriche e nel Paese». «La riforma è sbagliata perché delle 46 forme di precarietà non ne viene cancellata neanche una», dice ai giornalisti a margine del direttivo della Cgil. «Prima uno quando veniva licenziato senza giusta causa aveva il diritto di ritornare al suo posto di lavoro, ora con pochi soldi il padrone lo caccia fuori dalla fabbrica».  21 marzo 2012

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