giovedì 28 marzo 2013

Brevettabilita' : un problema etico serissimo. Secondo lo studio di due ricercatori della Cornell University di New York sono stati depositati oltre 40mila brevetti riguardanti il Dna.


orso castano : il mondo e' sempre meno civile. Il DNA appartiene all'essere umano in quanto entita' universale, specularci sopra, in una nazione ricca che puo' permettersi ricerche raffinate, e' semplicemente disumano. Questa perdita di eticita', di valori, si va diffondendo , la globalizzazione , se si va avanti cosi', fa veramente paura. Il patrimonio scientifico appartiene all'umanita', perche' per arrivare a fare certe scoperte , mille altre scoperte sono state fatte precedentemente e contemporaneamente. Questo valore deve essere affrmato e sostenuto, pena un'incivilta' sempre  piu' diffusa ed una montante concezione commercialistica dell'essere umano

Una recente ricerca è stata pubblicata da Genome Medicine, vi si legge che i geni che compongono il nostro Dna formati da sequenze di lettere secondo combinazioni variamente espresse.
dna-brevettoI ricercatori della Cornell University di New York hanno analizzato i brevetti dei frammenti di Dna ed hanno scoperto che essi coprono il 41%  del genoma umano. Il 15 aprile la Corte Suprema degli Stati Uniti deve esprimere il proprio parere in merito alla brevettabilità dei geni Brca1 e Brca2, che sono stati isolati nel laboratorio dalla Myriad Genetics. Questa società ne detiene i  brevetti.
La mutazione dei suddetti geni espone le donne ad un maggior rischio di tumore al seno. Il genoma umano è coperto da brevetti, così da mettere a rischio la libertà genetica di tutti.
Lo studio della Cornell University di New York è stato svolto da due ricercatori che hanno posto l’attenzione sugli oltre 40mila brevetti depositati. Il 41% del genoma umano è costituito da frammenti di Dna lunghi. Considerando anche le catene più piccole, si arriva al 99,999% dei geni.

Cancro favorito da varianti genetiche

Scoperte 74 nuove alterazioni legate all'insorgenza tumorale

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Le varianti genetiche che possono favorire lo sviluppo dei tumori sono centinaia. Uno studio appena pubblicato da un consorzio di ricerca al quale ha partecipato anche l'Istituto nazionale dei tumori di Milano ha ora scoperto 74 nuove alterazioni suscettibili di stimolare l'insorgenza tumorale.
Lo studio, pubblicato su Nature genetics, American Journal of Human Genetics e Plos Genetics, segnala la maggiore probabilità di sviluppare un cancro al seno, alla prostata o alle ovaie in presenza di queste alterazioni.
I ricercatori hanno analizzato il Dna di oltre 100 mila persone colpite dal cancro, confrontando le analisi con altrettanti campioni di Dna provenienti da soggetti sani. Paolo Radice, direttore della struttura di Medicina Predittiva dell'Istituto nazionale dei tumori, spiega a Repubblica: “il nostro istituto ha partecipato agli studi sul tumore al seno.Negli ultimi 10-15 anni 10-15 anni si è iniziato a usare dei test clinici che rilevano alcuni geni che identificano i pazienti a rischio, perché con mutazioni di origine familiare. Ma il problema è che nel 75-80% dei casi il test non porta a identificare una mutazione, questo perché evidentemente la predisposizione è legata ad altre varianti genetiche. Ciascuna di queste nuove varianti presa da sola comporta un piccolo aumento del rischio. Ma il loro effetto è cumulativo, e quindi se un individuo ne presenta almeno una dozzina, il suo rischio diventa elevato".Il risultato di questo studio potrebbe aprire presto la strada all'individuazione di nuovi target terapeutici e quindi alla messa a punto di nuovi trattamenti.
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28/03/2013 Arturo Bandini

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