domenica 24 marzo 2013

Oncologia. Melanoma: nuove evidenze peripilimumab


Il farmaco, che rende più aggressivo il sistema immunitario, è stato approvato in Italia dall'Aifa per il melanoma pretrattato. Il punto a Milano con i ricercatori dello studio Nibit M1 pubblicato su Lancet Oncology. “In associazione con fotemustina, riduce questo tumore della pelle del 46,5% nei pazienti”.

22 MAR - L'immunoterapia é una delle strade su cui da tempo stanno lavorando gli oncologi e una dimostrazione della sua efficacia arriva dallo studio Nibit M1, sviluppato dal Network italiano per la bioterapia dei tumori (Nibit) e pubblicato sulla rivista 'Lancet Oncology', in cui è stato sperimentato ipilimumab, anticorpo monoclonale, in combinazione con la chemioterapia trazionale.

Il farmaco, che rende più aggressivo il sistema immunitario, è da pochi giorni stato approvato in Italia dall'Aifa per il melanoma pretrattato, e si è visto che, associato alla fotemustina, riduce questo tumore della pelle del 46,5% nei pazienti, mostrando risultati incoraggianti anche in quelli con metastasi cerebrali, come hanno spiegato in una conferenza stampa ieri a Milano i ricercatori.

“Fino a pochi anni fa – ha rilevato Michele Maio, presidente di Nibit e direttore dell'immunoterapia oncologica del Policlinico S.Maria alle Scotte di Siena – non c'era nessuna terapia efficace contro il melanoma, per cui ogni anno in Italia si registrano 7mila nuove diagnosi e 1500 decessi. Senza contare che l'incidenza della malattia è in crescita e l'età di insorgenza si abbassa sempre di più. Non sono più eccezionali infatti casi in persone di 25-30 anni”.

Lo studio italiano, multicentrico di fase II, ha coinvolto sette centri, coordinati dall'unità di Immunoterapia oncologica dell'università di Siena e ha visto l'arruolamento di 86 pazienti con melanoma metastatico. “L'obiettivo della ricerca – ha aggiunto Anna Maria Di Giacomo, dirigente medico del reparto di Immunoterapia oncologica del policlinico senese – era valutare l'efficacia della combinazione dell'ipilimumab insieme ad un chemioterapico standard, la fotemustina, rispetto a quest'ultimo usato da solo. Abbiamo così potuto vedere che questa associazione funziona: nel 46,5% dei pazienti infatti il tumore si è ridotto o stabilizzato. In alcuni casi c'è stata addirittura una regressione completa, in altri parziale. Generalmente il tasso di risposta medio è del 10-15%”. I risultati sono stati positivi anche in termini di sopravvivenza a un anno, 52,6% contro il 25% delle terapie standard, e nei pazienti con metastasi cerebrali, generalmente esclusi dalle sperimentazioni cliniche perchè con una prognosi peggiore. “Nello studio – ha continuato Di Giacomo – c'erano 20 pazienti con queste caratteristiche, e per 10 di loro si è avuto un controllo della malattia. In particolare per 5 c'è stata una regressione completa con scomparsa delle metastasi, e negli altri una parziale stabilizzazione della malattia, e la sopravvivenza a un anno è stata del 54%”............

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