lunedì 25 marzo 2013

Crisi, la laurea non basta più:


orso castano : ora la crisi e' piu' chiara. La laurea , ex status symbol, non basta piu', non da garanzie rispetto alla disoccupazione, e' un pezzo di carta che attesta una tua preparazione specifica, magari di buona qualita', ma difficilmente spendibile sul piano pratico. ........No! non e' cosi! Bisogna ribellarsi a quasta svalutazione sistematica , anticulturale, squalificante del sapere ! Bisogna invertire la rotta, bisogna entrare in una nuova dimensione del sapere, bisogna che un nuovo welfare garantisca, a chi vuole, la prosecuzione nell'aggiornamento , la possibilita' di startup e spin off diffusi, bisogna arrivare a nuove e piu' diffuse e democratiche forme di diritto allo studio retribuito,  ed alla partecipazione alla scienza per costruire al meglio la societa', bisogna che l'occidente vada verso un rivoluzione culturale diffusa, verso una riappropriazione del sapere dal basso !

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200mila disoccupati in più nel 2012

ROMA - Laurearsi non basta più per lavorare: nel 2012 si contano circa 200.000 disoccupati tra gli under 35 laureati. È quanto emerge da dati Istat, che indicano un aumento di circa il 28% sul 2011. La crisi colpisce quindi anche i giovani con i titoli di studio più elevati: a confronto con il 2008 si registra una crescita quasi del 43%.

Nel dettaglio si tratta di 197 mila ragazzi tra i 15 e i 34 anni, in cerca di un impiego e con in tasca un titolo accademico (+27,6% sul 2011). E il risultato non cambia anche allargando lo sguardo al totale delle persone disoccupate (15 anni e più) con certificati di laurea e post laurea: se ne contano 307.000, in aumento del 32,3% su base annua. Un rialzo perfino superiore all'incremento medio dei disoccupati complessivi (+30,1%). 

Naturalmente l'aumento dei dottori alla ricerca di un lavoro è anche spinto dalla crescita complessiva delle persone con il titolo di studio più alto. Quindi l'aumento dei laureati tra i disoccupati dipende anche dal fatto che stanno crescendo nella popolazione attiva. Infatti, se si osservano i tassi di disoccupazione, ovvero il rapporto percentuale tra il numero di chi cerca un impiego e il totale delle forze lavoro, ai giovani con passaporto accademico va ancora meno peggio rispetto ai coetanei con titoli di studio inferiori.




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