sabato 16 marzo 2013

Societa' scientifiche a Balduzzi, sconcerto per si' a cure Stamina


da  univadis del15/3
Milano, 15 mar. (Adnkronos Salute) - "Come medici e ricercatori, abbiamo seguito con grande sconcerto la notizia e le prese di posizione relative alla possibilità di trattare pazienti affetti da gravi malattie del sistema nervoso con cellule 'staminali', al di fuori di ogni evidenza scientifica e con una prassi al di fuori delle regole nazionali e internazionali". Dal mondo della scienza arriva una nuova levata di scudi contro la somministrazione di staminali prodotte con il metodo Stamina. La nuova lettera aperta al ministro della Salute Renato Balduzzi, dopo quella inviata ieri da 13 'big' del settore, arriva da 6 tra società scientifiche e gruppi di lavoro.
"La nostra preoccupazione prima è la salvaguardia dei pazienti e delle loro famiglie, che sopportano un grande carico di sofferenza e che sono naturalmente e comprensibilmente aperte a qualunque elemento di speranza per i loro cari", precisano i 9 firmatari guidati da Alberto Mantovani dell'università degli Studi di Milano, direttore dell'Irccs Humanitas di Rozzano, a nome del Gruppo 2003 che si batte per il rilancio della ricerca in Italia. Per lo stesso Gruppo sottoscrivono il testo anche Lorenzo Moretta (università di Genova, direttore scientifico Istituto Gaslini) e Maria Grazia Roncarolo (presidente ospedale San Raffaele).
Firmano inoltre la Società italiana di immunologia e immunologia clinica e allergologia (con il presidente Vincenzo Barnaba, università di Roma La Sapienza); l'Associazione italiana ematologia e oncologia pediatrica (con il presidente Andrea Biondi, università Milano-Bicocca e ospedale San Gerardo Monza, e Franco Locatelli, ospedale Bambino Gesù Roma); il Gruppo italiano trapianto midollo osseo (con il presidente Alessandro Rambaldi, ospedali Riuniti di Bergamo); la Società europea di terapia genica e cellulare (con il presidente Luigi Naldini) e la Società italiana di ematologia (con il presidente Fabrizio Pane, università di Napoli).
"Mossi da questa preoccupazione primaria", e cioè dalla necessità di tutelare i pazienti, gli esperti ricordano 6 punti. La premessa (punto 1) è che "le terapie cellulari, incluse quelle con cellule staminali, costituiscono una frontiera per la ricerca medica in tutto il mondo e una speranza per i pazienti", e che "in questo settore sono stati fatti grandi progressi" anche "con contributi importanti del nostro Paese". Tuttavia (punto 2), "a salvaguardia dei pazienti le terapie cellulari richiedono la preparazione delle cellule in strutture (cell factory) altamente qualificate e certificate". Sempre a salvaguardia dei pazienti (punto 3), "le terapie innovative devono essere condotte su una solida base scientifica, secondo i parametri della ricerca medica internazionale, e attentamente valutate, ancora secondo i parametri della ricerca medica internazionale".
I rappresentanti delle 6 società scientifiche evidenziano inoltre (punto 4) che "una alta qualificazione medica e scientifica specifica delle persone che si dedicano a questo tema costituisce la prima salvaguardia dei pazienti e della affidabilità delle preparazioni cellulari e delle sperimentazioni cliniche". Ma la questione è che (punto 5) "il rispetto delle regole costituisce un elemento di salvaguardia e di rispetto dei pazienti", quindi "non si vede come si possano adottare standard di qualità (certificazione delle strutture, qualificazione del personale, basi mediche e scientifiche) diversi. L'uso di 'due pesi e due misure' non trova giustificazione, primariamente soprattutto nell'ottica della protezione dei pazienti". La conclusione (punto 6) è che, "in un tempo in cui sempre meno risorse sono disponibili per terapie efficaci, è motivo di grave preoccupazione il loro uso al di fuori dei criteri di cui sopra".
"Ci auguriamo che l'urgenza di problemi messi in luce dalla cronaca di questi giorni - concludono i firmatari della missiva - possa costituire uno stimolo per promuovere la ricerca medica altamente qualificata in questo settore, secondo prassi e modelli rispettosi delle regole, e ciò che più importa, della sofferenza dei pazienti e delle loro famiglie".

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