martedì 25 dicembre 2012

l'"Agenda Monti" , stralci e primi commenti


orso castano : ancora troppo generici e carenti questi accenni ad un settore cosi' importante dal punto di vista economico e sociale. Nessuna parola sulla continuita' terapeutica, sulla governance medica della sanita' (finora pesantemente governata dalla politica) , nessun accenno sulla necessita' inderogabile da parte del medico dirigente di primo livello del diritto a curare secondo scienza e coscienza in riferimento al suo sapere "libero" , anche se comunque confrontato e dialettizzato con le linee guida piu' accreditate internazionali,  nessun accenno ai ChairAssStone cioe' ai Primari che hanno "fregato" per occupazione di posizione persino i "culi di pietra del Cremlino" (occupano il loro posto da oltre 35-40 anni  (rendendo inutile e vana la parola rinnovamento) e che , mettendosi di traverso, per ottenere privilegi di politica/potere  impediscono, anche con violenza , utilizzando i loro poteri burocratici, questi si intoccati ed intoccabili, qualsiasi innovazione venga proposta dai dirigenti medici di piu' basso livello, con il solo risultato di una profonda demotivazione e malasanita' diffusa. E' forse questo il nodo centrale ignorato completamente da Monti , uomo di destra , disavvezzo alle vere liberalizzazioni, alla liberta' di ricerca, non conoscente del "falsificazionismo" , il cui governo ha avuto la "sobrieta'" di proporre di tagliare i fondi anche ai fisici ricercatori collaboratori del CERN per la  ricerca sul bosone di Higgs , http://www.lettera43.it/economia/aziende/monti-taglia-i-fondi-ai-fisici-del-bosone-di-higgs_4367557101.htm , del resto cosa ci si poteva aspettare da questo Bocconiano, ex uomo FIAT? La sua filosofia e' quella facilissima dei tagli lineari. Uomo senza dubbio cento volte meglio di B , ma pur sempre legato a schemi piramidali e di verticalizzazione del potere.......speriamo non in senso militare. Tocchera' alla sinistra , finalmente senza Ichino a mettersi di traverso con la sua rete invischiante e diffusa , difendere gli spazi di liberalizzazione e di equita', oltre che quelli di accesso alla cultura scientifica ed umana.....

da    stralci dall'"agenda Monti"

Quello che l’Italia deve chiedereall’Europa. clicca x "agenda Monti" al completo
L’Europa da sola non è la ricetta che  risolve i  problemi dell’Italia. L’Unione europea
non è qualcosa al di sopra o al di fuori dei suoi Stati membri. Le sue politiche sono il
risultato di un mix di interessi generali e interessi particolari dei vari Stati. Per questo
trarre pienamente vantaggio  dalla partecipazione all’Unione  richiede una  presenza
costante  e  vigile  per  far  valere  il  proprio  punto  di  vista  quando  si  definiscono  le
politiche,  che  poi  fissano  la  cornice  per  le  azioni  a  livello  nazionale.  Per  contare
nell’Unione europea non serve ba;ere i pugni sul  tavolo. Se non si convincono gli
altri  Stati delle proprie ragioni, si  resta con un pugno  di mosche in  mano. Né serve
fare  i  soci  poco  esigenti al  tavolo  del  negoziato  e  magari  provare  ad  allentare  gli
obblighi  successivamente  quando  devono  essere  attuati. L’influenza  sulle  decisioni
comuni  nasce  dalla  credibilità, dal  saper  far  valere  peso  economico  e  politico, dal
lanciare idee  su  cui  creare alleanze. Per  questo  l’Italia, paese contributore al
bilancio  europeo  e  che  sostiene  finanziariamente  lo  sforzo  di  salvataggio  dei  Paesi
sottoposti  al  programma  del  Fondo  Europeo  Salva-Stati,  deve  chiedere  all’Europa
politiche  orientate  nel  senso  di  una  maggiore  attenzione  alla  crescita  basata  su
finanze pubbliche sane, un mercato interno  più integrato e dinamico, una maggiore
solidarietà  finanziaria  attraverso  forme  di  condivisione  del  rischio,  una  maggiore
attenzione  alla  inclusione  sociale  e  alla  sostenibilità  ambientale.  Politiche  che  ne
riflettono i suoi interessi e i suoi valori.
Quello che l’Europa chiede all’Italia
Far  parte  di  una  comunità  politica  ed  economica  sempre  più  integrata  comporta
vantaggi  ma  anche  responsabilità.  Dobbiamo  sempre  più  abituarci  al  fatto  che  le
nostre  scelte  di  politica  economica  siano  guardate  e  valutate  con  attenzione  dagli
altri Stati dell’Unione, perché le politiche fatte insieme producono risultati migliori e
perché  le  politiche  fatte  a  livello  nazionale  possono  produrre  danni  che  si
riflettono  negli  altri  Paesi  con  cui  siamo  strettamente  integrate.  Le  forze  politiche
devono fare proprio il principio secondo cui le politiche economiche (in particolare le
misure volte alla  crescita e quelle  di  politica finanziaria)  di  ciascuno  Stato Membro
dell’Unione  sono  una  questione di  interesse  comune  dell’Unione europea  e  come
tali  sono  soggette  a  coordinamento,  orientamento  e  monitoraggio  da  parte  della
stessa. In questo quadro l’Italia deve confermare il proprio impegno al rispetto delle
regole  di  disciplina  delle  finanze  pubbliche  e  ad  assumere  le  priorità  strategiche
definite  in  sede  europea  e  le  raccomandazioni  specifiche  che  l’Unione  europea
rivolge  ogni  anno  all’Italia,  come  a  tutti  gli  altri  Stati Membri,  come  parametri  di
riferimento per la formulazione della sua politica economica.



.........E il nostro Ssn? Per Monti non c'è dubbio: "Il servizio sanitario nazionale resta una conquista da difendere e rafforzare attraverso innovazione, efficienza e professionalità". Ma qualcosa va cambiato.
 Ecco il paragrafo integrale dedicato alla sanità.
"L’Europa e la sua agenda di disciplina delle finanze pubbliche e riforme strutturali sono nemiche del welfare? No. Lo Stato sociale è il cuore del modello sociale europeo e della sua sintesi tra efficienza ed equità, mercato e solidarietà. Realizzare obiettvi di redistribuzione e di lotta contro le diseguaglianze senza attenuare le energie per la crescita è la sfida politica centrale del nostro tempo. Di per sé l’Europa non limita i modi in cui si possono perseguire fini sociali e di equità, ma impedisce di finanziarli con una illimitata creazione di debito. E ci impone di capire che il modello che abbiamo costruito si sta incrinando sotto il peso del cambiamento demografico e della sempre più difficile sostenibilità finanziaria.
 Abbiamo due alternative. O cercare di conservare il welfare state com’è, rassegnandoci a tagli e riduzioni di servizi per far fronte ad una spesa sempre crescente. O provare a rendere il sistema più razionale e aperto all’innovazione. Nel settore dell’assistenza sanitaria bisogna garantire il diritto alla tutela della salute in un nuovo contesto, organizzando il sistema sanitario secondo i principi di appropriatezza delle cure, costo/efficacia, riduzione al massimo degli sprechi, gestione manageriale basata su una valutazione trasparente dei risultati. Senza contrapporre sanità pubblica e sanità privata, perché ombre e luci, meriti e sprechi, esistono in entrambe. Il servizio sanitario nazionale resta una conquista da difendere e rafforzare attraverso innovazione, efficienza e professionalità.
 Bisogna sempre più potenziare l’assistenza domiciliare dei parzialmente sufficienti e dei non autosufficienti, una soluzione che permette di coniugare risparmi di spesa e una migliore condizione del paziente. E dare attuazione alla riforma dell’ISEE( 
indicatore della situazione economica equivalente) per rendere più obiettvo e trasparente l’accesso alle prestazioni agevolate di oltre20 milioni di italiani, con una particolare attenzione alle famiglie numerose e per quelle con figli molto piccoli. Senza dimenticare che la sanità e lasicurezza sociale sono la più grande industria di servizi del Paese. Promuoverla significa anche sostenere la crescita e l’innovazione.
Bisogna riconoscere e valorizzare il ruolo del volontariato, un mondo vastissimo che spesso incontriamo senza neppure riconoscerlo e che svolge funzioni preziose non solo nel campo dell’assistenza, ma anche dell’educazione, nella formazione degli adulti, nello stimolo culturale. InItalia è cresciuto in questi anni un modello di impresa sociale molto avanzato e che anche in Europa è guardato con interesse". 

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