giovedì 6 dicembre 2012

Teoria dell’anomia: Durkheim e Merton


Tesionline


Il concetto di anomia è legato a due studiosi: DURKEIM E MERTON.

Durkheim introdusse il termine nel suo libro (la divisione del lavoro sociale) e lo usò per descrivere la “deregolamentazione” che avveniva all’interno di una società. Voleva riferirsi al fatto che quando le regole procedurali generali si svuotano di efficacia e significato le persone non sanno più cosa aspettarsi. Usò il termine anomia più tardi ne “il suicidio” in riferimento alla condizione moralmente deregolata per cui le persone hanno uno scarso controllo sul loro comportamento. 
La tesi centrale di Durkheim è che le società si sono evolute da una forma semplice non specializzata (meccanica) ad una complessa (organica). Nella società meccanica la gente si comporta e pensa in modo simile e i legami sono parentali o d’amicizia. Tutti svolgono attività simili. Più complesse diventano le società e più si specializza il lavoro. Sono caratterizzate da relazioni altamente interattive, le persone dipendono le une dalle altre per la produzione di beni. Durkheim deduce che la società organica è fondata sul contratto. Le persone sono tenute insieme da relazioni contrattuali. I legami sono spesso spezzati e le regole che governano l’interazione reciproca delle persone si caratterizzano per la loro fluidità. 
L’anomia si riferisce alla perdita di pregnanza delle norme sociali e alle condizioni in cui esse non controllano più le attività dei membri della società. Senza regole chiare gli individui non possono trovare il loro posto nella società. Questo processo produce insoddisfazione. Durkheim vede nella crisi economica, nell’industrializzazione forzata le cause dell’anomia.
Nel 1938 Merton si servì del concetto di anomia per spiegare la devianza negli USA. La sua formulazione era diversa: distinguendo le norme sociali in due tipi, parlò di mete sociali e mezzi accettabili per raggiungerle. 
Ridefinì l’anomia come una discrepanza tra mezzi e fini prodotta dalla struttura sociale che propone delle mete senza che vengano forniti a tutti i mezzi per conseguirle. La devianza poteva essere spiegata come il sintomo di una organizzazione della società dentro la quale le mete culturalmente definite e i mezzi socialmente strutturati sono separati.

CONTESTO SOCIALE: Al pari della rivoluzione industriale, la grande depressione degli anni 30 fornì spunti analitici. Merton notò che la criminalità non era una caratteristica intrinseca alla persona. L’importanza dell’analisi della struttura sociale trasse forza dagli sforzi riformatori che il governo americano intraprese con il New Deal nel tentativo di riformare la società. Secondo l’impostazione corrente di quel periodo il potere politico era responsabile dei problemi della società e Durkheim disse che la società si trovava in uno stato di perdità di credibilità. Un altro elemento che influenzò la criminologia di quegli anni fu l’enfasi sui dati demografici (emerse che certi segmenti sociali riportavano alti tassi di criminalità)
CONTESTO INTELLETTUALE: Merton subì l’influenza di Sorokin che introdusse il concetto di “anomia dal lavoro” e fu influenzato da Parsons la cui spiegazione degli eventi sociali enfatizzava l’importanza della struttura sociale. Tale prospettiva divenne nota con la denominazione di struttural-funzionalismo. Parsons considerava la società come un equilibrio di forze che serviva a produrre ordine. Quando le varie componenti della struttura sociale giungono ad una posizione di squilibrio allora l’organizzazione sociale si sta disgregando. Il concetto durkheimiano di anomia si inseriva perfettamente dentro la cornice parsonsiana. 
La teoria dell’anomia di Merton basata sulla devianza più che sulla criminalità. Egli usa il termine devianza per riferirsi sia al comportamento criminale che a quello burocratico. Notò che all’interno della società certe mete vengono messe in risalto più di altre (ad es il successo economico) e che la società ritiene legittimi certi mezzi per raggiungere quelle mete. Quando le mete vengono enfatizzate in modo pressante, come nel caso americano, si creano le condizioni per l’anomia: non tutti gli individui hanno uguali possibilità. A causa della disgregazione sociale non tutte le mete del successo sono accessibili a ogni individuo. Certi gruppi sociali, possono trovarsi svantaggiati qualora cerchino di guadagnare successo. Gli individui che subivano la condizione anomica (per lo più le classi inferiori) erano costretti ad affrontare lo scarto tra le loro aspirazioni e la quantità limitata di opportunità. Merton fa rilevare che i mezzi legittimi non sono necessariamente il modo più efficiente per raggiungere determinati scopi. 
Ogni classe può avere mete particolari da perseguire. 
Merton presenta 5 modi di adattarsi alle sollecitazioni causate dal limitato accesso a mezzi e mete socialmente approvati.
Un individuo sarà conforme se una volta preso atto che l’accesso a mete e a mezzi è limitato continuerà a ritenerli legittimi. 
- L’innovazione si verifica quando viene mantenuta l’enfasi sulle mete legittime della società e si ricorre a mezzi illegittimi per raggiungerle; è il tipo di devianza più diffuso. 
- Se si rinuncia alle mete per ricorrere solo a mezzi legittimi il modo di adattamento è il ritualismo. 
- La rinuncia consiste nel rinunciare sia alle mete che ai mezzi. 
- Un altro modo è la ribellione. Presuppone l’alienazione dagli obiettivi e dai parametri dominanti. 
La teoria dell’anomia è positivista; per il suo interesse al concetto di tensione strutturale è una teoria della tensione. L’assunzione che vi sia un consenso di valori è un'altra caratteristica. L’anomia è una teoria strutturale poiché si basa sulle strutture sociali; è una macroteoria poiché è ad ampio raggio. Il funzionalismo spiega un fenomeno sociale sotto l’aspetto degli effetti e delle conseguenze che esso ha sulla struttura sociale esistente
di Anna Carla Russo

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