giovedì 6 dicembre 2012

stiamo perdendo il treno della ricerca con un governo incapace di farla "volare"


Casciani, staminali rivoluzioneranno medicina in 10 anni
univadisma, 5 dic. (Adnkronos Salute) - I trapianti con cellule staminali "rivoluzioneranno la medicina nei prossimi 10 anni. Ma i politici non credono nella ricerca scientifica biomedica, considerandola un atto edonistico per pochi eletti anziché un investimento sul futuro della società". Lo sottolinea Carlo Umberto Casciani, uno dei pionieri italiani dei trapianti nonché commissario straordinario dell'Agenzia regionale trapianti Lazio, alla presentazione oggi a Roma del Quarto Convegno internazionale di chirurgia rigenerativa, in programma dal 13 al 15 dicembre. "Occhio a non perdere tempo", ammonisce l'esperto. E a non perdere ricercatori. "Già oggi 3 mila giovani italiani lavorano nei laboratori americani, tutti cervelli che abbiamo formato noi". "Il fatto è che ancora si pensa che tagliare i fondi alle università stimoli la creatività - evidenzia il genetista Giuseppe Novelli, membro dell'Anvur, Agenzia di valutazione del sistema universitario e della ricerca - ma questo non è vero. Vero è, invece, che i soldi sono pochi, ma in India stano investendo miliardi di dollari in staminali. Inoltre, un altro problema italiano è che nessuna delle molte pubblicazioni scientifiche di alto livello e made in Italy da noi diventa prodotto, un farmaco o una terapia. Una mancanza da colmare". Anche perché i riflessi di questi studi possono fare la differenza, anche nella pratica."Le cellule staminali stanno cambiando i meccanismi di sperimentazione per la messa a punto di nuovi farmaci, in particolare per i test di tossicità. E questo già nei prossimi mesi", aggiunge Novelli. "Il futuro della medicina è nelle cellule staminali e la ricerca va sostenuta", chiosa Domenico Di Virgilio (Pdl) della Commissione Affari sociali della Camera.
Cuore si ripara senza staminali e cicatrici, come in pesci e salamandre
Roma, 5 dic. (Adnkronos Salute) - Un cuore malato può 'ripararsi'. Ricercatori italiani hanno scoperto una serie di piccole molecole di Rna che rimettono in moto le cellule cardiache, innescando il processo di riparazione dopo un infarto. Senza la classica 'cicatrice' e senza ricorrere a cellule staminali, ma con la stessa modalità usata dalle salamandre e dai pesci, una funzione persa dai mammiferi durante l'evoluzione. Lo studio, pubblicato su 'Nature', è stato condotto nei laboratori dell'Icgeb (Centro internazionale per l'ingegneria genetica e le biotecnologie) a Trieste, in collaborazione con il Centro cardiovascolare dell'Azienda ospedaliera universitaria cittadina. I ricercatori, coordinati dal direttore dell'Icgeb di Trieste Mauro Giacca, hanno identificato una quarantina di microRna in grado di stimolare la riparazione cardiaca, rimettendo in moto le cellule del cuore danneggiato da malattie o dall'età. Un risultato fra i più importanti a cui punta la ricerca medica, visti i numeri 'da epidemia' delle malattie cardiovascolari nel mondo: una persona su tre muore a causa di queste patologie, 15 milioni di nuovi casi di scompenso cardiaco vengono diagnosticati ogni anno, di cui l'80% causati dall'ischemia dopo infarto. La terapia e il ricovero dei pazienti in ospedale costa il 2% del Pil dei Paesi industrializzati, ma i farmaci disponibili sono essenzialmente quelli sviluppati fino agli anni '90.

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