domenica 19 maggio 2013

I sindacati: «Atteggiamento troppo autoritario del direttore» Trecento medici in rivolta contro l’Asl


orso castano : il management all'interno delle ASL non esiste , primari e primarietti devono smetterla di ritenere , con la copertura della politica, di essere i "boss" della sanita' pubblica!! La stanno distruggendo.!!


Hanno chiesto le sue dimissioni all’assessore regionale alla sanità Enrico Rossi
dal Tirreno 25/10/2007
libri-da-leggere  EMPOLI. Quasi trecento medici dell’Asl 11 sono in rivolta contro la direzione dell’azienda. Protestano per l’atteggiamento «ostile del direttore generale nei confronti dei due medici licenziati, e poi reintegrati al lavoro, e per il comportamento troppo autoritario tenuto nel complesso delle relazioni». Uniti in queste lamentele sono le organizzazioni sindacali Anaao cosmed, Cgil medici, Umsped, Cimo, Fed. med. che raccolgono il 95% dei medici. E per questo motivo domani non parteciperanno alla conferenza dei servizi sanitari dell’Asl 11. Come medici ci saranno solo quelli del servizio veterinario. «Ci sarà solo una parte degli operatori», spiegano le varie sigle sindacali in agitazione.  Le relazioni sindacali con i medici sono in ebollizione ormai da giugno. Dopo il licenziamento dei due ginecologi i rapporti si sono guastati e da lì è stato il declino.  
Le sigle sindacali che domani non andranno alla conferenza dei servizi hanno già chiesto le dimissioni del direttore generale Alessandro Reggiani all’assessore regionale alla sanità Enrico Rossi «che però ha ritenuto di non accettarle», spiegano i sindacati dei medici. E hanno interrotto le relazioni con la direzione. Domani «non parteciperemo alla conferenza dei servizi sanitari - spiegano Anaao, Cosmed, Cgil medici, Umsped e Fed.med - perché permane l’atteggiamento ostile del direttore generale nei riguardi dei due colleghi licenziati. L’intersindacale dei medici denuncia un sistema di gestione della Usl 11 che relega, almeno i medici non cooptati, a un ruolo di puri esecutori senza la possibilità di esprimere il loro parere sui cambiamenti dell’azienda e più in generale sulla sanità del nostro comprensorio».  «Il dirigismo autoritario priva così la comunità della cultura, della esperienza e della capacità di elaborazione dei medici che non sono stati mai seriamente coinvolti nella definizione della nuova rete ospedaliera - continuano i medici - non consultati nella progettazione del nuovo ospedale, non debitamente ascoltati sulle modalità di trasformazione dell’organizzazione ospedaliera e quindi del modo di “curare” i pazienti.
Proprio così: centinaia di professionisti che hanno concorso con il loro lavoro al raggiungimento degli attuali livelli di salute della nostra comunità vantati dalla direzione aziendale, sono stati esclusi dalla gestione della sanità ed il loro ruolo di “dirigenti” è mortificato nel modo più sconsiderato». «Certo, è impensabile che la trasformazione della sanità, già fortemente condizionata da considerazioni economicistiche, avvenga senza il coinvolgimento e l’impegno di tutti gli operatori sanitari, ed appare ancor più incredibile che questi non siano stati adeguatamente consultati “prima” - concludono i medici - E’ quindi nell’interesse della comunità che chiediamo all’assessore Rossi una svolta, qui ed altrove». E dall’assessorato regionale si impegnano a lavorare per risolvere il problema in termini brevi. Lucia Aterini

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