orso castano: c'e' una ormai vasta area sociale che potremmo chiamare del "non lavoro" che si trova in una situazione di profondo disagio. Al di la' dei numeri, che fanno emergere foschi fantasmi di frantumazione della solidita' sociale, dobbiamo fare i conti col disagio di queste persone. Lo dico da psichiatra . Ormai la preoccupante sensazione, anzi drammaca sensazione e' che ci si sta abituando anche ai suicidi. Non fanno piu' scandalo, la disperazione sta diventando un tratto implicito nella crisi, quasi un inevitabile scotto da pagare. I suicidi ormai sono tanti, troppi, e dovremmo strillare forte per dire BASTA! stanno diventando un bollettino di guerra quotidiano. Occorre fare subito qualcosa!! Ma i servizi di salute mentale non dedicano generalmente (tranne meritevoli e rari esempi) uno spazio definito a questo problema. Mettono tutti nel mucchio : schizofrenici, gravi depressi e disoccupati. Ed addirittura, a chi propone sportelli dedicati al problema per prevenire i suicidi, qualche ASL mette i bastoni tra le ruote, non vuole, forse, che si facciano investimenti su questo problema!. Quasi quasi vien da pensare che l'autoeliminazione di un po' di disoccupati fa decrescere l'entita' del problema e quindi va bene!! Ma la novella e dinamica Ministra della Salute che fa? perche' non impone alle asl di fare velocemente progetti dedicati al problema? forse preferisce mettere la testa sotto la sabbia. Tanto il problema dei suicidi da perdita o assenza del posto di lavoro non la coinvolge direttamente!
Roma, 20-05-2013 , da RAINEWS 24


Il tasso di disoccupazione nel nostro Paese, sottolinea il Rapporto, ''non misura la dimensione reale della platea di chi vorrebbe lavorare'' soprattutto quando la crisi economica moltiplica le posizioni border line di quanti si collocano in prossimità del mercato senza prendervi parte attiva. Le forze lavoro ''potenziali'' ovvero coloro che non cercano lavoro ma sono disponibili oppure lo cercano ma non sono immediatamente disponibili a lavorare hanno raggiunto nell'ultimo trimestre 2012 i 3 milioni 229.000 persone (il 12,5% in rapporto alla forza), ''un primato europeo'', sottolinea la Cgil.
Nessun commento:
Posta un commento