lunedì 20 maggio 2013

Un aumento del 10,3 % rispetto al 2011, Cgil: lavoro perso, sottopagato, part time: 9 milioni in difficoltà


orso castano: c'e' una ormai vasta area sociale che potremmo chiamare del "non lavoro" che si trova in una situazione di profondo disagio. Al di la' dei numeri, che fanno emergere foschi fantasmi di frantumazione della solidita' sociale, dobbiamo fare i conti col disagio di queste persone. Lo dico da psichiatra . Ormai la preoccupante sensazione, anzi drammaca sensazione   e' che ci si sta abituando anche ai suicidi. Non fanno piu' scandalo, la disperazione sta diventando un tratto implicito nella crisi, quasi un inevitabile scotto da pagare. I suicidi ormai sono tanti, troppi, e dovremmo strillare forte per dire BASTA! stanno diventando un bollettino di guerra quotidiano. Occorre fare subito qualcosa!! Ma i servizi di salute mentale non dedicano generalmente (tranne meritevoli  e rari esempi) uno spazio definito a questo problema. Mettono tutti nel mucchio : schizofrenici, gravi depressi e disoccupati. Ed addirittura, a chi propone sportelli dedicati al problema per prevenire i suicidi, qualche ASL mette i bastoni tra le ruote, non vuole, forse, che si facciano investimenti su questo problema!. Quasi quasi vien da pensare che l'autoeliminazione di un po' di disoccupati fa decrescere l'entita' del problema e quindi va bene!! Ma la novella e dinamica Ministra della Salute che fa? perche' non impone alle asl di fare velocemente progetti dedicati al problema? forse preferisce mettere la testa sotto la sabbia. Tanto il problema dei suicidi da perdita o assenza del posto di lavoro non la coinvolge direttamente!
Roma, 20-05-2013 , da RAINEWS 24
Cresce l'area della difficoltà nel lavoro e ormai sfiora i 9 milioni di persone: nell'ultimo trimestre 2012 - calcola l'Ires-Cgil - l'area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati e in cig) interessava 4,57 milioni di persone (+16,6%) mentre quella del disagio (precari e part time involontario) superava 4,17 milioni. Nel quarto trimestre 2012 - dice il presidente dell'Associazione Bruno Trentin, Fulvio Fammoni - l'area della sofferenza e quella del disagio occupazionale nel complesso sommano 8 milioni e 750.000 persone in età da lavoro (+10,3% sullo stesso periodo del 2011 con 818.000 persone in più in difficoltà). Rispetto all'ultimo trimestre del 2007, sottolinea lo studio Ires sulla base di dati Istat, l'area è cresciuta di 2,8 milioni di persone con un 47,4% in più. L'area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati e cassa integrati) aumenta di 650.000 unità, (+16,6%) arrivando a quota 4 milioni 570 mila persone. L'aumento rispetto al periodo pre crisi (ultimo trimestre 2007) è di 1,9 milioni di persone (+70,1%). L'area del disagio (precari e part time involontario) pari nell'ultimo trimestre 2012 a 4 milioni e 175 mila unità aumenta del 4,2% (+168.000 persone) e del 28,6% rispetto allo stesso trimestre del 2007 (+927.000 unità).  Il tasso di disoccupazione cresce su tutte e tre le ripartizioni territoriali ma nel Mezzogiorno è più marcata e si attesta al 18.3% (dal 14,9% di un anno prima). Aumenta anche la disoccupazione tra i lavoratori stranieri e raggiunge il 15.4%. Aumenta la disoccupazione giovanile (15-24 anni con tassi che al Sud superano il 46% per gli uomini e il 56,1% per le donne e la disoccupazione di lunga durata (raggiunge ormai il 54.8% del totale a fronte del 50,6% nel quarto trimestre 2011). L'Ires ricorda come sia ampia in Italia l'area dell'inattività e come questo consenta a fronte di un basso tasso di occupazione di avere un tasso di disoccupazione sostanzialmente in linea con la media europea. 
Il tasso di disoccupazione nel nostro Paese, sottolinea il Rapporto, ''non misura la dimensione reale della platea di chi vorrebbe lavorare'' soprattutto quando la crisi economica moltiplica le posizioni border line di quanti si collocano in prossimità del mercato senza prendervi parte attiva. Le forze lavoro ''potenziali'' ovvero coloro che non cercano lavoro ma sono disponibili oppure lo cercano ma non sono immediatamente disponibili a lavorare hanno raggiunto nell'ultimo trimestre 2012 i 3 milioni 229.000 persone (il 12,5% in rapporto alla forza), ''un primato europeo'', sottolinea la Cgil.

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