lunedì 6 maggio 2013

Istat: la disoccupazione sale ancora: 12,3% nel 2014 Inps: boom Cig. Ad parile crolla quella in deroga

..Messaggero logo..............Crescono le domande di disoccupazione. Le domande di disoccupazione, tra vecchie indennità e nuove Aspi e mini Aspi, in totale a marzo sono state 108.166, lo 0,95% in più rispetto a marzo 2012 (107.149 domande), continua l'Inps, ricordando che da gennaio sono appunto entrate in vigore le nuove prestazioni per la disoccupazione involontaria, Aspi e mini Aspi. Nel primo trimestre sono state presentate 401.883 domande, il 5,22% in più rispetto alle 381.931 del corrispondente periodo 2012. Le domande, ricorda l'Inps, che si riferiscono ai licenziamenti avvenuti entro il 31 dicembre 2012 continuano ad essere classificate come disoccupazione ordinaria, mentre per i licenziamenti avvenuti dopo il 31 dicembre 2012 le domande sono classificate come Aspi e mini Aspi. A marzo 2013 sono state presentate 78.006 domande di Aspi e 12.402 domande di mini Aspi. Nello stesso mese sono state inoltrate 3.061 domande di disoccupazione (tra ordinaria e speciale edile), 14.517 domande di mobilità e 180 di disoccupazione ordinaria ai lavoratori sospesi, per un totale - considerando anche Aspi e mini Aspi - di 108.166 domande.

Consumi. 
La spesa delle famiglie è prevista in contrazione dell'1,6% nel 2013 per effetto della diminuzione del reddito disponibile, con un moderato aumento dello 0,4% nel 2014, prevede inoltre l'Istat nelle Prospettive per l'economia italiana nel 2013-2014.

Pil. 
Nel 2013 si prevede una riduzione del prodotto interno lordo italiano pari all'1,4% in termini reali, mentre per il 2014, il recupero dell'attività economica, trainato prevalentemente dalla domanda interna, determinerebbe una moderata crescita dello 0,7%. «La caduta congiunturale del Pil iniziata nel terzo trimestre del 2011 dovrebbe proseguire, con intensità più contenute, almeno fino al terzo trimestre del 2013», spiega l'Istituto nazionale di statistica. Nel 2013 l'attività economica sarà contrassegnata da una flessione dell'1,4% in media d'anno, a causa di un contributo marcatamente negativo della domanda interna (-2,0 punti percentuali, al netto delle scorte), solo in parte compensato dalla domanda estera netta (1,1 punti). A causa dell'incertezza sulle aspettative di ripresa l'apporto delle scorte risulterebbe negativo (-0,5 punti). Invece, sottolinea l'Istat, nel 2014, il Pil aumenterebbe dello 0,7%. La domanda interna al netto delle scorte tornerebbe a fornire un contributo positivo (0,7 punti) che si accompagnerebbe a un aumento marginale della domanda estera netta (0,1 punti). Analizzando le differenze tra l'attuale quadro di previsione e quello presentato a novembre 2012, il tasso di crescita del Pil italiano è stato rivisto al ribasso per nove decimi di punto nel 2013. Tale differenza è in parte dovuta alle nuove ipotesi sul commercio mondiale e alla revisione delle serie di contabilità nazionale e per la parte restante a una contrazione maggiore di quanto inizialmente atteso dei consumi privati. Nel complesso, precisa l'Istituto, le previsioni attuali rientrano all'interno dell'intervallo di confidenza delle previsioni presentate a novembre 2012.

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